Un oggetto umile e modesto, onnipresente nelle nostre case, ma a cui probabilmente non facciamo molto caso: non vediamo mai la pubblicità di questo tipo di prodotto, non si conoscono i nomi di molti designer che se ne sono occupati, eppure in Italia se ne vendono ogni anno circa 400 milioni.
La molletta da bucato è stata prodotta in oltre 150 anni in tanti materiali e tante forme, ed è oggi la protagonista di una mostra a cura di Giulio Iacchetti (con Paolo Garberoglio, designer e collezionista, e Elisa Testori) che ne ripercorre la storia.
L’osservazione degli esemplari di mollette esposti restituisce l’idea che, per un unico bisogno, la risposta del progettista nella storia e in diversi luoghi del mondo è ben lungi dal posizionarsi su un fronte standardizzato e uniforme.
Ci sono pinze di legno, di plastica e di metallo, forme essenziali o zoomorfe: si va dalla prima molletta in legno inventata da David M. Smith nel 1853 fino a sviluppi più elaborati, anche dal punto di vista funzionale.
C’è una molletta appositamente progettata per pinzare i costumi da bagno (dalla coppia brasiliana Marcela Albuquerque e Taciana Silva), o la Flipper di Paolo Garberoglio e Maurizio Carrara, che permette di tenere appaiati i calzini sia in fase di lavaggio che di asciugatura.
Palazzo della Triennale, Milano
Ingresso libero
Martedì - Domenica 10.30 - 20.30