Salvia x jamensis ‘Flammenn’ forma un
cespuglio compatto e densamente ramificato, produce una moltitudine di fiori rossi dalla primavera fino ai primi geli.
L’uso più spettacolare delle salvie ornamentali? Lo ha fatto il paesaggista olandese Piet Oudolf, che ne ha piantate duemila a fiore blu-viola (S. nemorosa e S. x sylvestris) nel Lurie Garden a Chicago, metropoli ventosa per eccellenza, per creare l’effetto di un fiume in movimento
L’uso più spettacolare delle salvie ornamentali? Lo ha fatto il paesaggista olandese Piet Oudolf, che ne ha piantate duemila a fiore blu-viola (S. nemorosa e S. x sylvestris) nel Lurie Garden a Chicago, metropoli ventosa per eccellenza, per creare l’effetto di un fiume in movimento
Sono le varietà da fiore che quasi non sembrano salvie! Richiedono poca acqua e minime attenzioni. In cambio, ti regalano ricche fioriture no-stop.
Nota già nella Roma antica e in seguito coltivata tra le mura dell’hortus conclusus medievale, la salvia è stata sempre considerata come erba medica (dal latino salvus = sano) o al massimo culinaria. Ma se andassimo oltre le nozioni di base, scopriremmo un mondo affascinante e in continua evoluzione: quello delle salvie da fiore, che si sta rivelando come una nuova frontiera ornamentale. Nel giro di pochi anni, c’è da scommetterci, le salvie diventeranno presenze costanti nei nostri giardini al pari di gaure, anemoni, rose e compagnia rifiorente.
Ma da dove nasce tutto questo recente entusiasmo per le salvie? Di sicuro dal fatto che sono piante che vogliono poco e durano anni, ma sono tre le qualità specifiche che le fanno eccellere: sono facili da coltivare, resistono al secco, producono fioriture abbondanti per mesi.
Piante antiche ma moderne, le salvie sono perenni erbacee (o al massimo legnose alla base) della famiglia delle Lamiaceae – la stessa di timi, mente e lavande – e il genere comprende oltre 900 specie che provengono da zone geografiche assai differenti, da quella del mediterraneo fino agli altopiani del Messico. Splendens, greggii, microphylla, nemorosa, coccinea, elegans sono soltanto alcune tra le salvie più utilizzate: tutte insieme, costituiscono un patrimonio di biodiversità che il florovivaismo ha scoperto negli ultimi anni, da quando gli ibridatori hanno iniziato a incrociare specie per produrre nuove cultivar, molte delle quali splendide, caratterizzate da eccellenti doti di rifiorenza e compattezza. Tra le varietà consolidate spiccano Salvia nemorosa ‘Caradonna’, un profluvio di spighe viola che si rinnova eliminando lo sfiorito, e Salvia microphylla ‘Hot Lips’, varietà dalle piccole foglie aromatiche e in fiore a partire da aprile.
COME USARLE AL MEGLIO
Le salvie si prestano a molteplici utilizzi, perché offrono colori, profumi, varietà di portamenti e fioriture differenti: possono presentare lunghe spighe erette (ad esempio Salvia nemorosa) oppure infiorescenze tubulari (S. splendens e S. elegans), o ancora piccoli fiori tondeggianti (S. greggii, S. microphylla e S. x jamensis). In ogni caso, si sposano con il giardino naturale, attirano frotte di insetti impollinatori, ridanno brio agli angoli spenti. Insomma, le salvie producono grande impatto con basso impiego di risorse, e questa è senza dubbio una qualità che, in giardino, vale oro!