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Come utilizzare il classico componibile Kartell

Margherita Morbiato Margherita Morbiato

C’è un accessorio da cui, negli anni, non mi sono mai separata: il mio componibile Kartell.

Dopo aver girato di stanza in stanza nella precedente casa ora è felicemente approdato, ben imballato in uno scatolone, a Londra. Si, sempre lo stesso, negli anni è il mio fedele assistente di casa.


Sarà perché, diciamolo pure... è un gran figo e dove lo metti fa sempre un’ottima figura! Dentro a quei cassetti ci puoi nascondere di tutto (quest’anno ci ho fatto pure il presepe) e ha delle dimensioni ottimali. Un angolo per lui si trova sempre, è impilabile e resistente e proprio per tutte queste cose è un oggetto indispensabile.

Disegnato più di 50 anni fa da Anna Castelli Ferrieri ed esposto al Moma di New York e al Centre Pompidou di Parigi, è un’icona dei tempi moderni.


Finora il mio ha trovato posto, negli anni, in camera da letto come comodino, con un cassetto sempre aperto per metterci il libro che stavo leggendo. Poi in ingresso accanto allo specchio: sciarpe e berretti gelosamente custoditi e sopra uno svuotatasche con le chiavi. In bagno, con gli asciugamani per gli ospiti nel primo cassetto, e un ripiano in più per le creme. Ora è accanto al divano al posto del più classico tavolino. Beh, qui finora non c’era mai stato.

Il mio è bianco, nel colore più classico ma la gamma in realtà è ampia e comprende anche l’oro, l’argento e il rame. In occasione del 50esimo, alcuni designers si sono lanciati nel reinterpretarlo, dando vita ad alcuni pezzi unici. Come Philippe Starck, che lo ha messo in cima ai suoi celebri gnomi, Attila e Napoleon.

 

Ora la domanda che mi si pone è la seguente: c’è qualche angolo della casa che ho dimenticato e in cui ci starebbe benissimo?

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