Mia sorella Lu mi telefona dopo due settimane di quarantena e mi chiede “ma come diamine fai a lavorare da casa? Sto IMPAZZENDO!”
Lu è sempre stata abituata alla vita da ufficio.
Sveglia presto, palestra, colazione, il suo outfit migliore e poi camminata in centro per raggiungere la sua postazione.
Fino a qualche settimana fa ero io a chiederle “Ma come diamine fai a correre 10km prima di andare al lavoro?!” La immaginavo parte di una schiera di supereroi che si trasformavano in pochi secondi da maratoneti a manager elegantissimi (Avengers, spicciateme casa). Per me la routine era un’altra, molto meno frenetica, e lavorare da casa era un’abitudine ormai consolidata, anche se per due anni ho avuto uno studio a qualche fermata di metro dal mio micro-appartamento.
Caso vuole che da inizio febbraio abbia traslocato in una nuova casa/studio, quindi ho la grande fortuna di avere due ambienti divisi: una parte della casa dedicata al relax e una parte dedicata al lavoro.
Ma per chi non è abituato al famigerato smartworking (recentemente ribattezzato smartworki) la situazione è più complessa.
Ho ricevuto tante richieste di SOS disperate in queste settimane, da persone come Lu che da un giorno all’altro si sono ritrovate blindate in casa, magari con bambini, mariti, suoceri e Tinder dates, e non sanno davvero da che parte cominciare per organizzare vita privata e lavoro che ora sembrano, inevitabilmente...indivisibili.
Ecco qualche piccolo consiglio da una veterana dello SMARTWORKI, per aiutarvi a gestire al meglio, possibilmente senza impazzire, le vostre lunghe, lunghe, lunghe, lunghe giornate.
Costruite una nuova routine (o mantenete quella che avete sempre avuto) e rispettatela.
Non perdete le buone abitudini. Sveglia sempre alla stessa ora, colazione, boccata d’aria sul terrazzo o alla finestra, lavoro e poi relax a fine giornata. Lavorate nei giorni lavorativi e nel weekend dedicatevi ad attività che vi aiutino a rilassarvi e a ricaricare le batterie.
Quando si lavora da casa, la tentazione di accendere il computer e rispondere alle email anche nel fine settimana è elevata, ma in questo momento (più che mai) è importante mantenere una distinzione netta tra settimana lavorativa e weekend. Via libera al karaoke sul balcone il venerdì sera e ai rave party su Skype.
Dividete gli spazi (per quanto possibile)
Reduce da un anno in un monolocale di 24mq ho imparato a dividere anche gli ambienti più piccoli. Se vivete in un appartamento di dimensioni ridotte (o microscopiche) dovrete sicuramente trovare il modo di adattarvi e trasformare lo spazio in base ai momenti della giornata.
Se non avete una scrivania ma solo un tavolo da pranzo, provate così: dopo aver fatto colazione sparecchiate e cambiate l’aspetto del tavolo. Niente biscotti, cestini di frutta, matterelli, ma un piano pulito e in ordine.
Aggiungete una piantina, una foto del vostro cane, un portapenne e il vostro pc.
Trasformate il tavolo da pranzo, per le ore necessarie, in una vera e propria scrivania, possibilmente sedendovi in modo da non guardare i fornelli. L’ideale sarebbe poter guardare fuori dalla finestra, se non potete andrà bene anche una parete qualsiasi ma evitate di fissare il frigorifero mentre lavorate. Una volta terminato il lavoro, riponete tutto il materiale da ufficio in una borsa dedicata e mettetela in un armadio o all’ingresso. Il più lontano possibile dal vostro campo visivo. Lasciate passare del tempo prima di dedicarvi alla preparazione della cena. Fate una doccia, allenatevi, telefonate ad un amico e poi tornate in cucina.
Se invece avete a disposizione un tavolino da salotto, potreste optare per trasformare il tavolo da pranzo in una postazione di lavoro fissa, e provvisoriamente trasformare divano e tavolino in una zona pranzo/cena alternativa.
Se vivete in un bilocale sarà tutto più semplice (anche se magari la casa è più affollata). Non dormite sul divano. Non mangiate a letto. Non lavorate in bagno. I rave party solo in salotto.
Seduta comoda
Magari avete delle meravigliose sedie di design scandi-style-Pinterest-nordic-trallallà ma non sono sicuramente il massimo per la vostra schiena. Ricordiamo anche che osteopati e fisioterapisti possono rispondere al telefono (grazie Micol per il supporto da remoto, ci vediamo ASAP) ma non possono venire a salvarci (per il momento), quindi dobbiamo salvaguardare il più possibile la nostra postura.
Se non volete/potete comprare una sedia ergonomica, potete optare per una soluzione più economica e temporanea: un cuscino in memory foam da appoggiare sulla sedia che utilizzerete in questo periodo. Le vostre chiappe ringrazieranno.
Muovete il vostro corpo (per quanto possibile)
Dedicate una zona della casa, anche piccola, al movimento fisico. Se passate molto tempo al computer, optate per attività che migliorino la vostra postura, la circolazione e favoriscano il rilassamento. Il sollevamento telecomando non vale.
Se non siete soli (beati voi)
Piccole regole di sopravvivenza ulteriori se in casa non siete soli: la spazzatura si porta giù a turni. Non siate avidi.
Scegliete un punto della casa, uno per ciascuno, in cui potervi rilassare a turno, senza interferenze (il bagno vince su tutto, di solito). Sì alla riqualificazione di spazi caduti in disuso come: sgabuzzini, tromba delle scale (evitare i sovraffollamenti), garage e cabine armadio.
Anche le call di lavoro si possono fare in bagno (cartello “non disturbare” alla porta). L’acustica è una bomba, Beyoncé conferma.
Tenete duro, freelance e non.
Il dolore è temporaneo, lo smartworki non è per sempre!