Incentivi e detrazioni

Guida al SuperBonus 110%: i lavori trainanti

In questa intervista doppia, la commercialista Giorgia Salardi e il nostro esperto Paolo Manca ci spiegano in modo semplice cosa sono i 'lavori trainanti'.

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(n.b. le sigle |gs| e |pm| permettono di distinguere le risposte dei due esperti).

Quali immobili riguarda il Superbonus?

I condomìni residenziali, ossia con più del 50% delle unità a uso abitazione (quindi sono esclusi gli edifici per uffici), le unità immobiliari singole come le villette monofamiliari, le unità funzionalmente indipendenti (con impianti acqua, luce, gas e riscaldamento autonomi) con accesso privato dalla strada o tramite cortili e giardini attraverso cui si accede ad altri immobili. |gs|

In un condominio residenziale, un ufficio o un laboratorio, hanno diritto all’agevolazione?

Se tale unità partecipa alle spese condominiali per gli interventi trainanti ha diritto alle agevolazioni (anche per i lavori trainati). E se, a seguito dei lavori, un immobile passa da altra categoria catastale ad abitazione come riportato nella relazione tecnica di progetto ed esecuzione dei lavori, potrà sfruttare il Superbonus. |gs|

Quali lavori danno diritto al Superbonus?

Occorre realizzare almeno uno dei 3 interventi obbligatori, detti ‘trainanti’ perché prioritari per migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio (potenzialmente potrebbero già da soli scalare le 2 classi energetiche) e perché fanno da traino ad altri interventi complementari detti ‘trainati’ che, concorrendo alla riqualifica energetica, vengono ‘trascinati’ anch’essi nella maxi detrazione. Attenzione: gli interventi trainati danno diritto al Superbonus solo se vengono realizzati insieme ad almeno uno degli interventi trainanti. |pm|

Quali sono i 3 interventi trainanti?

  1. ISOLAMENTO TERMICO dell’involucro esterno di edifici dotati di impianto termico. L’intervento deve riguardare almeno il 25% delle superfici che disperdono calore: entrano nel calcolo solo i muri perimetrali e il tetto piano o inclinato (non finestre, portoni e vetrine dei negozi). In pratica, dipende tutto da come è fatto l’edificio: se la copertura è così estesa da raggiungere il 25%, basterà isolare il tetto a falda con la tecnica del tetto ventilato e i lastrici solari (tetti piani) con la tecnica del tetto caldo; le pareti perimetrali più estese si isolano con la tecnica del cappotto termico. Vanno utilizzati solo materiali isolanti certificati CAM (rispondenti ai Criteri Ambientali Minimi imposti dal Ministero dell’Ambiente e relativi alla riciclabilità e sicurezza dei materiali) e bisogna ottenere uno specifico grado di protezione termica richiesto, diverso per le 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia che vanno dalla zona A, la più calda, alla F, la più fredda. |pm|
  2. SOSTITUZIONE DELL’IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE INVERNALE ESISTENTE con un nuovo impianto iper-efficiente di riscaldamento (volendo anche di raffrescamento) e produzione di acqua calda sanitaria. Si possono installare caldaie a condensazione dalla classe A in su, pompe di calore ad alta efficienza, sistemi ibridi (pompa di calore + caldaia) e pannelli solari termici per produrre acqua calda solo se integrati nel nuovo impianto termico. Inoltre, nelle zone dove vengono rispettati i valori limite di biossido di azoto e di Pm10 nell’aria (non sottoposte quindi alle cosiddette Procedure di infrazione comunitaria) e non raggiunte dal gas metano, si possono installare caldaie a biomassa certificate a 5 stelle (quindi a bassissime emissioni inquinanti), solo se l’abitazione è indipendente. Infine, per i Comuni montani in regola con la qualità dell’aria e raggiunti da gas metano è considerato trainante anche l’allaccio al teleriscaldamento. |pm|
  3. INTERVENTI ANTISISMICI per mettere in sicurezza gli edifici nei luoghi ad alto rischio sismico, suddivisi in zone 1, 2 e 3. Alla zona 1, per esempio, appartengono Friuli, Umbria e Molise. |pm|

Ci sono limiti di spesa?

Per il cappotto la spesa massima prevista è di €50.000 per l’unità immobiliare singola autonoma, di €40.000 ad unità per condomini da 2 a 8 unità e €30.000 ad unità per gli immobili oltre l’ottavo. Per esempio, in un condominio con 15 appartamenti si calcolano €40.000 cad. per i ‘primi’ 8 e €30.000 cad per i restanti 7. Per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione condominiale, le spese massime recuperabili sono di € 20.000 cad. per le prime 8 unità e di € 15.000 per ogni unità in più. Se l’impianto viene sostituito nell’unità singola, il limite di spesa è di € 30.000. Il totale della spesa compresa entro questi limiti sarà recuperato in 5 rate annue, divise per ciascuna unità in base ai millesimi di proprietà. |pm|

Il Superbonus si applica solo ai lavori?

No, la detrazione del 110% vale anche per perizie, spese professionali del tecnico (per le APE) e dei professionisti che progettano e seguono i lavori, acquisto dei materiali, installazione dei ponteggi, smaltimento dei materiali rimossi. |pm|

La sostituzione della caldaia centralizzata in condominio è trainante anche per chi vi lavora?

Se in condominio viene installata la nuova caldaia centralizzata, tutti i condòmini possono godere del Superbonus, anche proprietari o locatari di uffici, studi professionali, banche, laboratori e negozi posti nel condominio anche se non sono persone fisiche, perché i loro locali godono del calore prodotto dalla nuova caldaia. |pm|

Nei condomìni con appartamenti termoautonomi la sostituzione delle singole caldaie è trainante?

No, perché l’obiettivo del bonus è garantire una riqualificazione totale dell’edificio. Però se il condominio isola contestualmente il tetto o le pareti esterne (intervento trainante), allora sì, ognuno può sostituire la propria caldaia autonoma e detrarla al 110% (intervento trainato). In questo caso però, i proprietari o locatari di uffici, laboratori e negozi nel condominio possono accedere al Superbonus solo per l’intervento trainante: se installano una nuova caldaia a condensazione in classe A con valvole termostatiche e sistema evoluto di termoregolazione la detraggono al 65%. |pm|

C’è un’eco-alternativa alle caldaie autonome nel condominio che fa il cappotto?

Certo: uno dei nuovi sistemi ibridi che integrano in un unico impianto 2 fonti di energia, quella fossile della caldaia e quella rinnovabile della pompa di calore. In base alle condizioni climatiche esterne e ai fabbisogni del momento, i due elementi lavorano insieme o si alternano, per razionalizzare l’energia che serve a riscaldare la casa e produrre acqua calda sanitaria (e, volendo, anche per raffrescare gli ambienti). Più si ricorrerà alla pompa di calore, maggiore sarà l’efficienza del sistema e la sostenibilità dell’impianto ibrido (trainato al 110% dal cappotto). Per accedere al Superbonus, i sistemi ibridi devono essere certificati, quindi espressamente concepiti come tali dal produttore. |pm|

La pompa di calore garantisce automaticamente la scalata di 2 classi energetiche?

No, non è automatico. L’installazione della pompa di calore va progettata tenendo conto di molti fattori. Per esempio, se anche sulla carta riesce a garantire il doppio salto di classe, una volta in uso il suo rendimento nei periodi più freddi potrebbe essere così basso da risultare inefficiente e addirittura aumentare i consumi, invece di ridurli. Ecco perché, anche se è trainante, è sempre consigliabile scegliere formule che abbinino alla pompa di calore pannelli solari termici e/o fotovoltaici. |pm|

L’impianto solare termico per produrre acqua calda sanitaria è trainante?

Se serve solo a portare acqua calda ai rubinetti è trainato dall’installazione, per esempio, di una pompa di calore. Se invece è già parte di un sistema integrato di climatizzazione progettato in modo da contribuire fattivamente a riscaldare l’acqua dei radiatori o di un sistema radiante a pavimento, rientra (con il nuovo impianto) nei lavori trainanti. |pm|

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