È appena uscito un volume che raccoglie le vicende biografiche di tutte le donne che frequentarono il Bauhaus: attraverso una ricerca archivistica puntuale Anty Pansera racconta le storie delle 494 Bauhausmädels.
La presenza femminile era infatti consistente all'interno della scuola, ma nei 14 anni di attività del Bauhaus (1919-1934) le donne vennero sempre e esclusivamente indirizzate al laboratorio di tessitura, restando loro preclusa (salvo qualche eccezione) la possibilità di prendere parte alle lezioni di scultura, lavorazione di oggetti in metallo, grafica, fotografia, e altri, riservati agli uomini.
Ci sono le storie delle più famose, come Gunta Stölzl, che nel 1927 assunse anche il ruolo di Maestra di tessitura, o Anni Albers, che prese qualche anno dopo il suo posto. Tra l'altro pochi sanno che fu proprio la classe della Stölzl a ideare il tessuto noto come Eisengarn che completava la sedia Wassily in tubolare d'acciaio, progettata da Brauer nel 1926.
Ma tra i ritrovamenti dell'autrice ci sono anche storie inedite, come quella di una misteriosa italiana, Maria Grazia Rizzo, la cui storia è ancora da ricostruire.
E le storie raccontate da Pansera vanno anche oltre il periodo di attività del Bauhaus, che chiuderà perché inviso al regime nazista. Così si può leggere la storia di Lisbeth Oestreicher, moderna Penelope che si salvò dalla morte in un campo di concentramento procrastinando il completamento dei capi di maglieria realizzati per l'amante del comandante del campo; o la storia di Edith Suschitzky, che entrò nel partito comunista austriaco e divenne una spia al servizio dell'Unione Sovietica.
Anty Pansera
494 – BAUHAUS AL FEMMINILE
Nomos Edizioni, 2021