L'angolo relax di Cristina Costi
La conversione della mia zona living dallo stile classico all’eclettico è partita da questo mobile di famiglia, un esempio di ‘barocco bolognese’ in voga tra fine ’800 e primi ’900. Per alleggerire, mi sono detta, serve del giallo (è smalto all’acqua satinato dato a spruzzo) e due maniglie prese a Mercatopoli Bologna Porto. Ho poi giocato con lo styling. Ricordavo una bellissima carta da parati che avevo visto su CasaFacile, Folie Rousseau di Cole & Son, con i miei amati motivi ‘toile de jouy’, ma resi ironici con zebre, giraffe e scimmie, che parlano del mio amore per l’Africa. Altri dettagli? I cuscini sono di Ikea e Leroy Merlin; gli uccellini e le tovagliette rotonde sono del Borgo delle Tovaglie di Bologna, le stelle di carta nere le ho fatte io, il vaso rosa è di Ikea e il piattino ‘Vale tutto’ di Bitossi Home esprime bene il mio stile di arredo!».
Il mobile di Cristina Costi è stato dipinto da Erika Chiari.
La cucina di Patrizia Corazza
«Vivo in Medio Oriente dove tutto ha le nuance della sabbia, io che amo i colori! Abbiamo un piccolo appartamento a Riccione per le vacanze, e lì mi sono sbizzarrita. La vecchia proprietaria ci ha lasciato una cucina anonima e troppo ‘invadente’. L’ho ridotta senza rinunciare a due mensole dove esporre le mie collezioni. Volevo un posto tutto mio dove potessero convivere il disordine o l’ordine a seconda dell’umore; dove riporre anche i miei ricordi dì viaggio. Inoltre volevo fare spazio a una vecchia vetrina dì famiglia. Non ho usato piastrelle ma uno smalto opaco lavabile che dà un bel tocco dì colore. Il tavolo vintage è XL ma ci tengo molto ed è il fulcro della cucina».
In una seconda casa la cucina in senso stretto può essere ridotta e lo spazio contenitivo aggiunto con mobili vintage. Lo smalto lavabile è un’alternativa economica alle piastrelle, perfetta soprattutto in una casa di vacanza.
La cucina di Sara Morici
«Nella nostra casa nel centro di Macerata, con terrazzo e vista sui Monti Sibillini, solo la cucina è poco luminosa. Volevamo 3 cose: un bianco non ottico; niente maniglie; un top resistente effetto pietra come il pavimento, a noi molto caro perché ci ricorda le case francesi in cui abbiamo soggiornato.
L’idea da copiare della cucina di Sara Morici? Il piano di lavoro profondo cm 75 dove posso tenere anche le mie collezioni di vasi in vetro da drogheria!».
La cameretta di Amanda Deni
Per il figlio ventenne, Amanda Deni ha dato alla stanza un look più industrial e funzionale (la sedia ergonomica, la bacheca).
«Ho ingrandito la scrivania con un piano fatto da 2 pannelli di Osb incollati e tinti con impregnante noce. Ho coperto la cassettiera con due mani di vernice extragessosa nera. Un consiglio? Applicarla con pennello a setole sintetiche che non fa percepire la pennellata». lo stile industrial è nato a New York nel dopoguerra con la riqualificazione di fabbriche. Include mattone, legno, ferro.
Il living di Eleonora Giglia
«Eravamo a un bivio: cambiare casa o sistemare il nostro appartamento? Ci piaceva la zona dove abitavamo (siamo a Como) ma essendo 4 in famiglia ci servivano una camera e un bagno in più. Dovevamo trasformare il nostro trilocale di 70 metri quadri scarsi in un quadrilocale con doppi servizi: operazione impossibile?
Lo Studio 5.1 Code ci ha proposto una riorganizzazione degli spazi che sfruttava ogni centimetro. Insieme a loro abbiamo poi scelto i colori (con un test sui nostri gusti!), le rifiniture (dove possibile green) e gli arredi (ci piace uno stile minimal ma caldo). Qualche dettaglio: la cucina è di Astra, il soggiorno con mobili su misura di Novamobili, le luci di Ideal Lux». Lo stile minimal risulta caldo se si aggiungono tocchi come il legno.
Il bagno di Sara Mascellani
«Da piccola ho cambiato spesso casa per il lavoro di mio padre, e aiutavo mia madre nei tocchi décor. Così è nata la passione per i relooking. Il mio bagno piccolo (m 2x1), che aveva le piastrelle nere e fucsia e i sanitari ‘storti’, è stato una sfida. Contro il parere dell’idraulico, ho inserito anche il bidet (i sanitari sono serie Stone di Ceramica Globo, cm 45x36). Per ricordare la Sicilia, dove ho abitato, ho scelto piastrelle esagonali disposte a onda; per ricordare la montagna (altra mia passione, che mi ha fatto incontrare l’amore) ho chiesto al nonno due mensole di legno per cui ho preso spunto da Pinterest».
Usa, materiali a contrasto per bilanciare l’opacità di legno e piastrelle, qui la lettrice ha inserito anche un termoarredo cromato.
L'ex-fienile di Elisa Rivella
Elisa Rivella è architetto «Siamo in una cascina dell’astigiano, sotto abita mia madre e sopra io. L’abbiamo ristrutturata con metodi diversi: la parte di edificio che era usata come abitazione era in mattoni, per cui è stato realizzato un cappotto interno con una controparete coibentata in cartongesso. La porzione dove c’erano la stalla e il fienile, invece, ha un cappotto esterno in lana di roccia. Questo è il mio appartamento: il living occupa l’ex fienile. Per renderlo vivibile ho aperto due finestre verso valle, e ho mantenuto la tipica parete traforata in cotto, con tutto il suo fascino».
Il terratetto di Nicoletta Gori
«Si tratta di una casa dei primi del ’900 nell’Oltrarno Fiorentino, che abbiamo ristrutturato con l’aiuto dello Studio Moota di Firenze, cercando di mantenere a vista tutti gli interventi strutturali. La casa ha così assunto un’impronta industriale, pur mantenendo il carattere classico legato alla sua storia. Le cementine esagonali del living sono la firma dell’epoca. L’arredamento è un mix di moderno e qualche pezzo vintage preso dalle case delle nonne, con tante piante per richiamare il giardino esterno e... per fare bene all’anima!».
La casa fungeva da base per un cantiere: quando Nicoletta e Filippo l’hanno vista, in soggiorno c’era una betoniera!
Il terrazzo di Veronica Iani
«Volevo anche a Milano un terrazzo ‘vacanziero’ e che mi ricordasse il mare, con piante mediterranee (l’esposizione a sud/est aiuta!). Per le piastrelle ho scelto Mutina (modello Tape azzurro) perché creano dei ‘tappeti’ che delimitano la zona pranzo, la zona relax e il corridoio che porta alla doccia esterna. Per arredarlo ho tenuto d’occhio le svendite di Paola Lenti, Kettal (per le sedie) e Royal Botania di cui ho preso il tavolo da 3 metri... Io poi mi diverto a cospargerlo di candele all’imbrunire».
Il terrazzo di Veronica Iani è stato progettato dall'architetto Elena Cerizza mentre il progetto del verde è di Cascina Bollate, la cooperativa nata nella Casa di Reclusione di Milano - Bollate in cui lavorano giardinieri liberi insieme a giardinieri detenuti, coordinati da Susanna Magistretti,