Negli Stati Uniti è capitato di vedere citati in un testamento un filodendro e una schlumbergera, con tanto di legato per il finanziamento delle loro cure. E di recente abbiamo raccontato su Instagram la storia di un cactus vecchio di 50 anni e ancora in perfetta salute. Le piante da interno sono meno effimere di quanto pensiamo: alcune possono raggiungere un’età sorprendente, superando le insidie del più maldestro pollice nero.
IL SEGRETO DELLA LONGEVITÀ
Pothos, kenzie, ficus benjamin, dracene e monstere – per citarne solo alcune – potenzialmente possono tenerci compagnia per decenni e la loro longevità dipende dalle cure che riserviamo loro, ma anche dalle cure che omettiamo, visto che le piante sono un po’ come le persone: dopo una certa età vogliono essere lasciate in pace! Un esempio di questa ritrosia è l’Aspidistra. Con le sue foglie verdi e lunghe fino a 70 cm, pare che dica “Dimenticatemi!”: in un luogo fresco e luminoso, lontano dal sole diretto, con un po’ d’acqua ogni tanto, supera i cent’anni.
SCEGLI QUELLE ‘FACILI’
Tra le specie più longeve ci sono le succulente. La Zamioculcas (Zamioculcas zamiifolia), per esempio, ha fama di essere immortale: non è così, chiaramente, ma ha la scorza dura, come il Sempervivum (‘nomen omen’, direbbero i latini), l’Aloe, l’Echeveria o la Crassula ovata, nota anche come ‘albero di giada’.
In genere i cactus vivono a lungo all’aperto piuttosto che in appartamento, tra le eccezioni c’è la Schlumbergera (‘cactus di Natale’) che può prosperare dentro casa fin oltre un secolo. Anche piante che a prima vista possono apparire delicate sanno regalare un boost di autostima a chi soffre di ‘pollice nero’. Il falangio (Chlorophytum comosum), per esempio, può sopravvivere per decenni con davvero poche cure, al pari di Monstera deliciosa, Ficus benjamina e Sansevieria trifasciata.
LE CURE GIUSTE: LESS IS MORE
In realtà i consigli per curare una pianta in vaso non sono molto diversi quando si parla di specie dalla particolare longevità. Diventa solo più importante che mai la regola ‘less is more’: meno è meglio. Non dobbiamo tormentare la pianta con mille attenzioni, ma concederle i suoi spazi:
- bagnare con parsimonia, lasciando asciugare tra un’innaffiatura e l’altra;
- non spostarla continuamente: basta portarla all’aperto in primavera ed estate. In casa, riservale lo stesso posto, se ci si trova bene, ruotandola ogni tanto in modo che ogni parte riceva una quantità di luce omogenea;
- nei primi anni di vita rinvasala in primavera (ogni 2 anni se la pianta è a crescita lenta), in modo che le radici non siano compresse, cosa che rende difficoltose idratazione e nutrimento;
- concima durante la stagione vegetativa, ma senza esagerare o otterrai danni anziché benefici.