“L’artigianato più raffinato mette in evidenza i difetti delle materie prime naturali, i segni caratteristici di una qualità non riproducibili su larga scala”. Qualche settimana fa ero sconsolata per alcuni problemi che non riesco a risolvere nelle mie stampe su lino.
Lavoro come una matta alle collezioni, faccio tante prove di stampa, ripenso, cambio, ma alla fine trovo sempre qualche imperfezione. Così ho fatto ricerche su due parole chiave: Naturale e Imperfezione e... ho scoperto che esiste un’ampia letteratura su questo binomio.
L’imperfetto non è un minus, ma è la prova dell’unicità, dell’artigianalità e della peculiarità delle materie prime usate. Non è facile comunicare il valore dell’imperfetto senza che appaia una giustificazione, siamo abituati a comprare mele tutte grandi uguali al supermercato.
Ma se si esce dalla serialità industriale, ogni prodotto ha la sua personalità. Il lino ha un po’ di peluria che rimane piegata in fase di stampa, e nel passaggio successivo, il finissaggio, il pelo si alza e lascia dei puntini bianchi perché lì il colore non è arrivato.
È un difetto anche se non esiste soluzione? Ora sono certa di no e sorrido quando leggo su meravigliosi capi di abbigliamento: trattato artigianalmente; irregolarità e usure regalano al prodotto una originale personalità e non sono difetti. La citazione in apertura è di Paolo Marangon, che non ho mai conosciuto, ma ringrazio perché ha dato la risposta più bella al mio dilemma.