Se hai un'idea sbiadita del Bauhaus, è a causa delle foto d'epoca in b/n; il giovane fotografo Adrian Sauer ha elaborato in digitale l'immagine dello studio di Walter Gropius, fondatore della scuola: i colori lo rivitalizzano
Una delle novità del Bauhaus: le sedie potevano fare a meno delle 4 gambe! Qui, poltrona di Mies van Der Rohe,1927. In tubo d'acciaio e bambù: la cromatura sposa il materiale naturale e dalla sperimentazione si passa alla produzione di serie...
...anche se, in fase di prototipo, i metodi erano assolutamente artigianali: curvare i tubi in modo perfetto era una delle attività nei laboratori della scuola di Weimar, impostata sull'imparare-facendo e sulla manualità
Il laboratorio dei metalli nella sede del Bauhaus a Dessau, dove si era trasferita da Weimar nel 1925; nel 1932 si spostò a Berlino ma nel 1933 fu chiusa per sempre, per le pressioni del regime nazista.
Un salto fino al presente: i giunti della sedia di Jenszy Seymour 2009, in mostra, sono plasmati a mano in materiale sintetico e sono assolutamente innovativi come la volontà di 'esperimento totale', espressa nel Manifesto del Bauhaus
Continuano i rimandi tra passato e presente, con la sedia/poltrona Lattensthul di Marcel Breuer, 1922. Squadratissima, costruita con elementi basici e provocatoria, ha origine da quel 'laboratorio della modernità' che è stato il Bauhaus
Non solo sedie, tanti pezzi sono nati dalla scuola del '900. Qui, lampada di Wilhelm Wagenfeld, 1924. Il Bauhaus era anche ricerca sugli spazi abitativi, la grafica, il colore; nella visione del designer come creatore universale e riformatore sociale
'Il balletto meccanico' ideato nel 1923, da Kurt Schmidt con F.W. Bogler, ripreso dal 2009 dal Theater der Klange. Le forme/colori geometrici esprimevano l'attrazione tra artigianato e industria, connubio ancora attuale per il design
CasaFacile > News > Bauhaus in mostra: design attuale dopo (quasi) un secolo!
Al Vitra Design Museum, la mostra 'The Bauhaus #isalldesign' ripercorre le vicende della scuola tedesca negli Anni '20 e '30
Gli appassionati di pure design sono chiamati a raccolta. La mostra The Bauhaus #isalldesign è aperta finoal 28 febbraio 2016, al Vitra Design Museum, a Weil am Rhein (in Germania, vicino al confine svizzero e a Basilea).
Un'esposizione concentrata, che va in profondità: ci sono pezzi iconici originali (dalla collezione Vitra), tra questi alcuni poco noti o inediti, documenti d'archivio, manifesti del movimento, arte, foto e filmati; ma soprattutto è un evento ponte tra alcuni messaggi, all'epoca rivoluzionari, ancora di straordinaria attualità per la progettazione del nostro presente/futuro.
Alla parola Bauhaus ce ne vengono in mente altre come: funzionalismo, razionalità e oggetti d'uso quotidiano. Sottesi a tutto ciò c'erano concetti meno visibili, ma importantissimi,
che oggi chiamiamo social design, open design o design thinking. Cioè il design non finalizzato solo alla produzione di un singolo pezzo, elitario o di massa che sia, ma al progettare insieme, in modo interdisciplinare e usare le nuove tecnologie per fare espandere idee e oggetti. Tra i giovani designer coinvolti da Vitra, per esempio, gli architetti Joseph Grima e Philipp Oswalt, con base a Londra, hanno ideato una linea di complementi d'arredo minimali, che possono essere prodotti in tutto in mondo, da makers cui vengono inviati i progetti.
Durante tutto il periodo della mostra, si susseguono conferenze, incontri, spettacoli e workshop.
Il catalogo dallo stesso titolo 'The Bauhaus #itsalldesign', 464 pagine, euro 69,90, in inglese o tedesco, è completo di testi e immagini e ha una veste editoriale Bauhaus style!