È il grande vecchio del design d’Oltremanica. Ha fondato la catena Habitat, aperto ristoranti e scritto più di 50 libri. Qui ci racconta del suo ultimo lavoro, dedicato all’uso dei colori
Plain, simple and useful (chiaro, semplice e utile).
È il motto del vulcanico Terence Conran, che abbiamo incontrato alla presentazione del suo ultimo libro.
Designer da sempre all’avanguardia, ristoratore e imprenditore di successo, ha cambiato lo stile e il gusto dell’abitare in Gran Bretagna.
Ha contribuito alla democratizzazione stessa del concetto di design, per renderlo accessibile a tutti, nel gusto e nel costo, progettando mobili e complementi d’arredo funzionali, dalle linee semplici.
A lui si deve l’introduzione in Inghilterra del piumone (‘duvet’), degli utensili da cucina francesi e della cultura del caffè espresso!
Ha fondato la catena di negozi Habitat, The Conran Shop e il Design Museum di Londra. Un rivoluzionario del costume? «È una parola grossa - si schernisce il designer - però è vero che io non ho disegnato soltanto oggetti, ma una nuova filosofia. Cos’ è in fondo la vita? Buona cucina, buoni vini, buoni sigari e divani comodi. Sono molto orgoglioso che in tutto questo ci sia anche la mia firma».
«Designer? Ai miei tempi, nel Regno Unito, non c’era nulla di simile. Eravamo una manciata di poveri ragazzi sbrigativamente etichettati soltanto come designers industriali». Esordisce così Sir Terence Conran, 83 anni, la star del design britannico, parlando di sè e della sua carriera in occasione della presentazione a Londra del suo ultimo libro ‘Conran on Colour’ (Octopuspublishing.co.uk, acquistabile su amazon.com e, in versione ebook, su mondadoristore.it), una guida completa all’uso del colore. Teoria, metodo e tante idee per giocare con le diverse sfumature dentro e fuori casa, con la consapevolezza che «i colori aggiungono sapore alla vita, influenzano il nostro umore, suscitano emozioni. Il loro linguaggio è così ricco e stratificato che anche la loro assenza si fa sentire».
Le sue tinte preferite?
«Il bianco, colore ideale per far risaltare una forma. Spesso fatico a far comprendere alla gente la bellezza e la tranquillità che comunica una parete bianca - spiega-. Inoltre, adoro il blu cobalto».
Non a caso, Conran indossa sempre blazer e camicie di questo colore. «Uno dei motivi per cui mi piace così tanto è che la sua intensità mi ricorda le tele di Yves Klein - continua - l’artista francese noto per le sue opere monocolore. Nel 1957 si era concentrato esclusivamente sul blu oltremare. Mi piace anche quello che i francesi chiamano ‘bleu de travail’, tipico delle giacche dei braccianti e degli operai».
Ma, più in generale, ciò che questo grande del design vuole suggerirci nel suo ultimo libro è come mixare i colori tra loro, come definire o enfatizzare una stanza. ‘Conran on Colour’ è ricco di esempi concreti e di bellissime foto a colori. Piccoli trucchi del mestiere di un genio, utilissimi per regalare ai nostri spazi, grandi o piccoli che siano, un mood davvero personale.
«Se non si vuole azzardare - raccomanda - meglio ricorrere a tavolozze di crema, terracotta e varie sfumature di marrone, dal biscotto al terra bruciata». Se invece si preferiscono colori complementari, meglio sceglierne uno guida, da utilizzare su ampia scala e da rifinire con qualche dettaglio di un colore opposto. E per chi ha paura di sbagliare? Ci sono schemi più tradizionali, che possono avere però lo stesso carattere di quelli più audaci. «Eviterei comunque di usare il pastello, tonalità troppo annacquata, al punto da perdere vitalità ed energia. Meglio tavolozze leggere: un mix di tortora e lilla, per esempio, oppure il celadon (un acquamarina pallido ndr). Toni assai evocativi, caldi e freddi nello stesso tempo». E poi, basta farsi ispirare dalla natura e dall’arte. «Penso ai panorami francesi, con il blu del mare, i campi di lavanda e il verde dei vigneti. Oppure alle opere di Henri Matisse». A conferma che l’arte è un flusso continuo di idee... Grazie, sir Conran!
È il motto del vulcanico Terence Conran, che abbiamo incontrato alla presentazione del suo ultimo libro.
Designer da sempre all’avanguardia, ristoratore e imprenditore di successo, ha cambiato lo stile e il gusto dell’abitare in Gran Bretagna.
Ha contribuito alla democratizzazione stessa del concetto di design, per renderlo accessibile a tutti, nel gusto e nel costo, progettando mobili e complementi d’arredo funzionali, dalle linee semplici.
A lui si deve l’introduzione in Inghilterra del piumone (‘duvet’), degli utensili da cucina francesi e della cultura del caffè espresso!
Ha fondato la catena di negozi Habitat, The Conran Shop e il Design Museum di Londra. Un rivoluzionario del costume? «È una parola grossa - si schernisce il designer - però è vero che io non ho disegnato soltanto oggetti, ma una nuova filosofia. Cos’ è in fondo la vita? Buona cucina, buoni vini, buoni sigari e divani comodi. Sono molto orgoglioso che in tutto questo ci sia anche la mia firma».
«Designer? Ai miei tempi, nel Regno Unito, non c’era nulla di simile. Eravamo una manciata di poveri ragazzi sbrigativamente etichettati soltanto come designers industriali». Esordisce così Sir Terence Conran, 83 anni, la star del design britannico, parlando di sè e della sua carriera in occasione della presentazione a Londra del suo ultimo libro ‘Conran on Colour’ (Octopuspublishing.co.uk, acquistabile su amazon.com e, in versione ebook, su mondadoristore.it), una guida completa all’uso del colore. Teoria, metodo e tante idee per giocare con le diverse sfumature dentro e fuori casa, con la consapevolezza che «i colori aggiungono sapore alla vita, influenzano il nostro umore, suscitano emozioni. Il loro linguaggio è così ricco e stratificato che anche la loro assenza si fa sentire».
Le sue tinte preferite?
«Il bianco, colore ideale per far risaltare una forma. Spesso fatico a far comprendere alla gente la bellezza e la tranquillità che comunica una parete bianca - spiega-. Inoltre, adoro il blu cobalto».
Non a caso, Conran indossa sempre blazer e camicie di questo colore. «Uno dei motivi per cui mi piace così tanto è che la sua intensità mi ricorda le tele di Yves Klein - continua - l’artista francese noto per le sue opere monocolore. Nel 1957 si era concentrato esclusivamente sul blu oltremare. Mi piace anche quello che i francesi chiamano ‘bleu de travail’, tipico delle giacche dei braccianti e degli operai».
Ma, più in generale, ciò che questo grande del design vuole suggerirci nel suo ultimo libro è come mixare i colori tra loro, come definire o enfatizzare una stanza. ‘Conran on Colour’ è ricco di esempi concreti e di bellissime foto a colori. Piccoli trucchi del mestiere di un genio, utilissimi per regalare ai nostri spazi, grandi o piccoli che siano, un mood davvero personale.
«Se non si vuole azzardare - raccomanda - meglio ricorrere a tavolozze di crema, terracotta e varie sfumature di marrone, dal biscotto al terra bruciata». Se invece si preferiscono colori complementari, meglio sceglierne uno guida, da utilizzare su ampia scala e da rifinire con qualche dettaglio di un colore opposto. E per chi ha paura di sbagliare? Ci sono schemi più tradizionali, che possono avere però lo stesso carattere di quelli più audaci. «Eviterei comunque di usare il pastello, tonalità troppo annacquata, al punto da perdere vitalità ed energia. Meglio tavolozze leggere: un mix di tortora e lilla, per esempio, oppure il celadon (un acquamarina pallido ndr). Toni assai evocativi, caldi e freddi nello stesso tempo». E poi, basta farsi ispirare dalla natura e dall’arte. «Penso ai panorami francesi, con il blu del mare, i campi di lavanda e il verde dei vigneti. Oppure alle opere di Henri Matisse». A conferma che l’arte è un flusso continuo di idee... Grazie, sir Conran!