Architetti & Designer

Architetti & Designer: Cristina Celestino

Il suo è un universo creativo popolato da forme accoglienti e colori pastello, racchiuso in un tratto rigoroso ma morbido. Qui ci racconta anche della sua passione per gli imbottiti...

Nei suoi progetti Cristina ama lavorare sul colore e sulle geometrie, soprattutto quelle legate al mondo della natura. Parliamo di Milano Design Week. Il tema del FuoriSalone ‘Materia Natura’ è stato una buona scelta?

Sì, il rispetto per l’ambiente è fondamentale e deve far parte di ogni nostro gesto. Noi creativi cerchiamo di fare la nostra parte attraverso un uso oculato della materia e tramite lo studio e l’identificazione di nuove abitudini sostenibili.

Si è laureata in Architettura allo Iuav di Venezia. Cosa l'ha poi fatta appassionare al design?

La mia passione per il design è la medesima che ho verso l'architettura. L'attenzione maniacale verso la materia, verso lo studio del dettaglio, l'amore per una certa parte della storia, soprattutto quella che va dagli Anni ’20 agli Anni ’80, mi mette in contatto in maniera indistinta con ambedue gli ambiti che però, ripeto, vedo strettamente connessi. Il design è un’invenzione recente per andare incontro a esigenze di una produzione di massa, ma il disegno dell'arredo o degli oggetti ha sempre fatto parte di un progetto più ampio articolato.

Quali erano i suoi riferimenti di allora, tra gli architetti e i designer? E sono ancora gli stessi?

Carlo Scarpa, da quei tempi a oggi, è uno dei miei capisaldi. Di recente mi sono avvicinata a Gae Aulenti, mi sento affine alla sua trasversalità di intenti e all’assenza di un linguaggio specifico, ma sempre tangente a un’estetica analitica e precisa.

Nei suoi lavori predilige i toni pastello, un approccio delicato ed elegante. Si può parlare di un 'design femminile'?

La mia modalità espressiva e il relativo linguaggio estetico si sono certamente evoluti nel tempo. Forse più che parlare di design femminile, sottolineerei una sensibilità per lo studio dei colori, associato a una forte passione per le geometrie, soprattutto quelle appartenenti al mondo naturale. La combinazione dei due a volte scatena accostamenti inediti.

Nel 2011 ha fondato un suo brand, Attico Design. Sicuramente le permette un approccio più libero rispetto ai lavori su commissione. Eppure, gli oggetti di Attico Design appaiono molto coerenti con il resto della sua produzione...

La coerenza si crea attraverso l'ascolto profondo. Sia che si tratti di progetti su commissione, come ad esempio la residenza romana, dove abbiamo cercato di interpretare lo genius loci assieme alle esigenze del cliente, il tutto filtrato attraverso il nostro approccio trasversale, sia che si tratti di progetti di design. Attico Design rappresenta certamente un campo di indagine libera, ma ritrovo altrettanta libertà nelle scelte effettuate nei vari progetti affrontati negli anni.

Dal 2016 ha la Direzione Creativa di Fornace Brioni, un'azienda più che centenaria specializzata nella lavorazione a mano del cotto. In questi anni l'azienda si è decisamente aperta al design...

Il lavoro che abbiamo cercato di fare in questi anni era di traslare il significato storico dell'uso del cotto verso una interpretazione contemporanea. Dimostrare che anche con un materiale antico si poteva creare un nuovo mondo di riferimenti estetici. Le ispirazionI per le collezioni nascono spesso da elementi architettonici o decorazioni del passato: quest'anno presentiamo infatti nuovi rivestimenti e pavimenti che si ispirano ai principi della geometria euclidea e al lavoro dei Cosmati, storica famiglia di ‘marmorari’ romani del XII-XIII secolo.

C’è una tipologia di prodotto con il quale le piace cimentarsi in modo particolare?

Trovo stimolante il tema degli imbottiti, c’è ancora molto da sperimentare. Vorrei poter contribuire all’evoluzione delle abitudini e alla creazione di nuovi riti domestici, proponendo nuovi arredi che riescano a interpretare l’oggi in quanto tale.

Lei è anche una collezionista di design. Ha un pezzo del cuore?

Rimanendo nell'ambito degli imbottiti è il divano Wave di Saporiti, disegnato da Giovanni Offredi. Un divano espresso attraverso un segno organico, morbido e rigoroso allo stesso tempo.

Progettiamo arredi e oggetti per le persone. Creiamo oggetti sfaccettati e sensibili che si sedimentano nella memoria delle cose e delle case.

2014 - Dispenser in vetro Atomizers [Seletti]

2016 - Rivestimento Plumage [Botteganove]

2016 - Sospensioni Bon Ton [Il Fanale]

2017 - Poltrona Calatea [Pianca]

2017 - Pavimento Tivoli, Giardino all’Italiana [Fornace Brioni]

2017 - Poltrona Calatea [Pianca]

2018 - Tappeti Envolée [cc-tapis]

2018 - Tavolo Caryllon [Gebrüder Thonet Vienna]

2022 - Chaise longue Aldora [Moooi]

2022 - Divano Gala [Saba Italia]

2023 - Candela Les Mondes de Diptyque [Diptyque]

2024 - Poltrona Plumeau [Gervasoni]

Testi

Claudio Malaguti