Architetti & Designer

Architetti & Designer: Diego Grandi

Per lui ‘superficiale’ non ha un’accezione negativa, anzi... Ha concentrato gran parte del suo lavoro sul ‘surface design’ e ha anche inventato un nuovo materiale!

Nato a Rimini e trasferitosi oltre 30 anni fa a Milano per studiare al Politecnico, nella sua carriera Diego Grandi si è distinto, tra l’altro, per le sue doti di ‘surface designer’.

Quando nasce il suo interesse per le superfici e i materiali?

Nasce già con la mia laurea e con il progetto di tesi che comprendeva tra gli altri anche una collezione di “Tappeti Satellitari”, collezione che presentai successivamente al Salonesatellite del 2000. Ho sempre guardato alle arti visive per formazione, e la bidimensionalità riesce a comunicare e a esprimere non solo valori di tipo estetico ma anche a lanciare dei messaggi. In quel caso i “Tappeti Satellitari” riprendevano immagini all’infrarosso della crosta terrestre mettendo in evidenza fenomeni quali la desertificazione, l’urbanizzazione o la deforestazione.

Anche un suo recente progetto è una superficie: Mathera, candidata al Compasso d’Oro 2024. Cosa la caratterizza?

Mathera è una superficie di nuova generazione, prodotta da Saib Egger Group e realizzata con materie prime al 100% riciclate e riciclabili. È un pannello composto da un cuore di legno rigenerato e una superficie di pochi decimi di millimetri contenente polveri di pietra e quarzo, anch’essi riciclati, che restituiscono prestazioni elevate al materiale. Può essere utilizzato in vari ambiti legati all’interior design: ante, top cucina, tavoli, ecc. È stato presentato nel 2022 e si sta guadagnando l’attenzione di aziende che lo stanno introducendo all’interno dei propri cataloghi come alternativa sostenibile a prodotti tradizionali.

Il soffione doccia Closer, che richiama nella forma e nella modalità di utilizzo una lampada a braccio, è invece uno dei suoi progetti più noti. Come è nata quell'idea?

Deriva dall’osservazione di alcuni modelli di lampade, quelle a braccio appunto, e alla loro capacità di adattarsi all’interno di uno spazio circoscritto, portando luce in maniera flessibile ovunque e senza vincoli. Questa è stata l’occasione per una riflessione più ampia, spostando il focus all’interno dell’ambiente bagno e restituendo all’area doccia maggiore libertà e funzionalità.

La sua creatività è stata spesso stimolata dalla ceramica...

Penso da sempre che questo materiale possa esprimere a livello estetico e tecnologico delle potenzialità non del tutto esplorate. Ho quindi sviluppato un percorso di ricerca che mi ha portato a collaborare con aziende che condividevano questo punto di vista e che mi hanno permesso di sperimentare tecnologie innovative e modalità impiego inedite. La ceramica oggi è molto valorizzata ed è uscita da un recinto che ne aveva condizionato l’utilizzo soltanto in certi ambienti della casa.

Oggi abbiamo carte da parati che sembrano rivestimenti in ceramica, piastrelle che sembrano carte da parati, laminati e grès che imitano tutto... Il consumatore come può orientarsi? L'apparenza prevale sulla sostanza dei materiali?

Ho sempre pensato alla sincerità del materiale e alla capacità di comunicare se stesso mantenendo un legame con la materia di riferimento, che si tratti di ceramica, carta da parati, laminato o altro. È chiaro che le nuove tecnologie aprono la porta a nuove interpretazioni che, senza voler sviare, possono offrire delle opportunità a professionisti, aziende e consumatori non solo soltanto in termini estetici ma anche funzionali (vedi ad esempio la stampa digitale).

Parliamo di sostenibilità. Quanto è cambiato l'approccio a questo tema da parte delle aziende e dei progettisti, negli ultimi anni?

Per esperienza diretta, il tema sostenibilità sembra essere diventato imprescindibile da qualsiasi approccio progettuale sia da parte delle aziende che dei designer che vengono interpellati per condividere strategie e visioni a lungo termine. Il progetto si arricchisce di una dimensione fondamentale nella fase creativa, realizzativa e di promozione. La sostenibilità fa pertanto il suo ingresso nei processi gestionali delle imprese in un modo che fino a qualche tempo fa non era neppure immaginabile.

Finiamo con un gioco. Da buon romagnolo, ama cucinare. Quali designer del passato inviterebbe a cena?

Domanda impegnativa… Ho conosciuto diversi designer negli anni e ce ne sono alcuni che mi avrebbe fatto piacere incontrare. Il primo che mi viene in mente è Angelo Mangiarotti. Prepareremmo insieme i cappelletti disquisendo di consistenza ed elasticità della sfoglia e del giusto rapporto tra quantità di carni e formaggi nel ripieno. Poi, a Nanda Vigo probabilmente proporrei un aspic a sorpresa: una farcitura a strati utilizzando consistenze textures e colori, immancabilmente ricoperta da una gelatina trasparente. Infine, inviterei Antonia Campi e le proporrei un’intera cena a base di carciofi. In tutte le sue forme, declinazioni e cotture.

Per formazione, ho sempre guardato alle arti visive. Una superficie non riesce soltanto a esprimere valori di tipo estetico, lancia anche dei messaggi.

2000 - Tappeti satellitari [autoproduzione]

2003 - Superficie Racing [Abet Laminati]

2009 - Cuscino-sacco a pelo Monday’s [Skitsch]

2011 - Carta da parati Iride [Jannelli&Volpi]

2012 - Cabinet Rooms [Mogg]

2013 - Piastrelle Type 32 [Lea Ceramiche]

2014 - Soffione Closer [Zucchetti]

2015 - Lavabo Vertigo [Alfa Marmi]

2021 - Specchio Franky [Azzurra Ceramica]

2022 - Superficie Mathera [Saib Egger Group]

2023 - Lavabo Charlotte [Azzurra Ceramica]

Progetti futuri?

Per Azzurra Ceramica stiamo lavorando a un progetto che verrà presentato al prossimo Salone del Mobile e la collezione Mathera si arricchirà, sempre in occasione del Salone, di una nuova superficie.

Testi

Claudio Malaguti