Una delle tappe fondamentali del suo lavoro è stata entrare a far parte di Studio Alchimia, animato da Mendini, Sottsass, Branzi... Negli Anni '70-'80 c'era una tendenza a 'fare gruppo' (penso anche alle esperienze di Memphis e Superstudio, ai tanti studi con tre-quattro soci alla pari). Oggi i designer sembrano meno disposti a condividere... È così?
Di quel mondo facevano parte grandi maestri. Erano creativi veri. Il gruppo lavora su progetti visionari e assolutamente imprevedibili. C'era una straordinaria energia e un ideale comune di rinnovamento culturale, di rottura rispetto al mondo della progettazione di quegli anni. Che un oggetto fosse vendibile o meno era un dettaglio di minima importanza, il senso era creare qualcosa di audace, libero, innovativo, giocoso e ottimista. Una lezione indimenticabile. In studio quando progettiamo ci capita spesso di mescolare idee, punti di vista, materiali e colori di tanti mondi… il lavoro di squadra è fondamentale in OTTO e ci permette di realizzare progetti ogni volta diversi con un pizzico di quell’energia e quel divertimento che non deve mai mancare.
Ha spesso paragonato il design alla cucina. Ci spiega meglio questo suo parallelo?
Progettare è un po’ come preparare una buona omelette. Ogni volta vanno scelti i migliori ingredienti a disposizione e mescolati in modo da ottenere una buona omelette per il nostro cliente. Se oggi ci sono funghi, faremo un'ottima omelette con i funghi, se invece il nostro cliente preferisce un’omelette con le zucchine, la nostra omelette sarà con le zucchine e sarà buonissima lo stesso… Il punto è preparare una buona omelette (…o un buon progetto) mescolando e scegliendo gl’ingredienti che sia ha a disposizione ed essere soddisfatti del risultato. Proprio come avviene nel realizzare un progetto di design.
Qual è il suo rapporto con i colori? Si direbbe prediligere i colori freddi…
Ho un'attrazione speciale per i colori dell’acqua e dell’aria, colori freschi, leggeri che mi fanno pensare al mare. L'acqua è il mio elemento naturale. Il blu è il mio colore, il blu profondo del Mediterraneo, il blu Tuareg, il blu delle porcellane Giapponesi, il blue dei tessuti tie-die, Il blu dei lapislazzuli…il blu che non è mai solo blu. E’ un colore che su di me ha un effetto rilassante, quasi ipnotico.
Nei suoi progetti ha anticipato temi come la necessità di avere spazi indoor davvero in comunicazione con l'outdoor e arredi da esterno belli e di qualità, come quelli da interno. Poi, negli anni, questo è diventato un trend affermato nel design.
Mi piace portare l'esterno all'interno della casa, immaginando spazi pieni di luce e oggetti fatti con materiali naturali come legno, fibre da intreccio, tessuti… E mi piace portare il comfort della casa all'esterno, disegnando arredi e complementi outdoor comodi e piacevoli come quelli del soggiorno di casa. "Confondere" interno ed esterno mi fa sentire sempre un po' in vacanza...
Per il Fuorisalone 2023 ha organizzato, con Spencer Bailey di The Slowdown e Daniel Rozensztroch, ex direttore artistico di Merci, 'Take It or Leave It', una 'lotteria' con mille suoi oggetti, raccolti o creati negli anni. Un decluttering in linea con un'idea di riciclo e di second life…
Mi sono ritrovata circondato da migliaia di oggetti. Souvenir, objet trouve, prototipi, oggetti di seconda mano, oggetti da collezione... cose che mi sono piaciute e che ho portato con me a casa e cose che fanno parte del mio vocabolario estetico. Ho pensato che fosse giunto il momento che tutte queste cose continuassero il loro viaggio lasciando il posto a nuovi oggetti che mi incuriosiscono. L'ho raccontato a Spencer Bailey (amico da molti anni) e lui ha avuto l'idea della lotteria, un modo divertente e gioioso per dare a ogni oggetto una seconda o terza chance di vita. E quello che mi è piaciuto di più è che questo avvenisse un po' per caso, come tante cose successe nella mia vita.
L'anno prossimo, il suo divano Ghost per Gervasoni compirà 20 anni. Cosa lo rende, secondo lei, ancora così attuale e amato?
La collezione Ghost nasce da un'idea molto semplice: una scocca con volumi senza spessore che sostiene una housse oversize. La prima sedia Ghost ricordava l'immagine di una T-shirt appoggiata su un’idea di seduta. Poi la famiglia Ghost si è allargata: divani, poltrone, letti, pouf… Perché la collezione è ancora molto amata? Credo per il suo fascino discreto e per la sua capacità di trasformarsi semplicemente cambiando vestito. È un po’ come un jeans. Tutti hanno un paio di jeans e ciascuno lo interpreta secondo il proprio stile.
Ci accenna a un suo progetto che vedrà la luce nel 2024?
Stiamo lavorando al progetto di interni del secondo Como Hotel and Resorts in Italia, sull'Alpe di Siusi in Trentino Alto Adige. Un luogo unico, affacciato sulle piste da sci e circondato dal panorama mozzafiato delle Dolomiti. E poi abbiamo appena completato una specialissima collezione per esterni per Baxter, che mescola il savoire faire nel lavorare la pelle e renderla morbidissima, con le specifiche tecniche dei materiali necessari per vivere all’esterno.
Il design è come la cucina: si cerca di accontentare con una buona omelette chi mangerà, scegliendo tra gli ingredienti che ama.
2004 - Divano Ghost [Gervasoni]
2008 - Poltrona outdoor Ivy [Emu]
2009 - Divano Chester Moon [Baxter]
2011 - Collezione Metroquadro [Richard Ginori-Ginori 1735]
2012 - Lavabo Doppio Zero [Ceramica Flaminia]
2016 - Lampada Pinecon [FontanaArte]
2019 - Rivestimento camino Sahara [Mcz]
2020 - Daybed outdoor Rafael [Ethimo]
2021 - Pouf Snowpouf [Caimi Brevetti]
2022 - Tappeto Fish [Illulian]
2022 - Poltroncina outdoor Bolle [Midj]
2023 - Letto Azul [Turri]
[Il libro] Per conoscere meglio il suo lavoro come designer d’interni: ‘Tham ma da. The Adventurous Interiors of Paola Navone’.