Tra i giochi più divertenti con i quali i designer si sono confrontati nel corso degli anni, c'è quello di dare un volto – in senso stretto – ai loro prodotti.
- Stefania Boemi con la monocromia interpreta in chiave contemporanea le tradizionali teste di moro della tradizione siciliana;
- questi ultimi trovano un'ironica risposta nei vasi che ritraggono con un realismo un po' insolente le sciure milanesi;
- Fornasetti è il designer che ha fatto del volto quasi un marchio di fabbrica, ridisegnando in una moltitudine di divertenti versioni il ritratto della soprano e attrice Lina Cavalieri;
- Lo spremiagrumi Mandarin è solo uno dei tanti oggetti di Alessi dalle iconiche forme antropomorfe;
- Formano un set da comodino, ma sono perfette anche per la tavola, le caraffe Mr&Mrs, pratiche e giocose, in cristallo lavorato a mano. Il motivo di un viso addormentato decora il bicchiere che fa anche da tappo per bottiglia;
- Rimanendo in ambito di tableware, ecco la caraffa Augustus di Jaime Hayon, uno dei designer di ultima generazione che indaga soprattutto sul tema delle facce;
- Sono bastati tre semplicissimi segni per dare un volto ai Componibili di Kartell, un classico del design firmato Anna Castelli Ferrieri, ironicamente reinterpretato da Fabio Novembre. Una buona idea anche per la cameretta;
- The Party, così si chiama la serie di applique in ceramica disegnate dal duo Kranen/Gille per Moooi, ciascuna con una propria espressione e una propria personalità, giocose e accattivanti;
- È l'opera di un grande maestro del design che fece del gioco una cosa seria: Alla faccia! un piccolo volume di Bruno Munari che, attraverso pochi segni, crea innumerevoli volti. Concludo citando un divertente estratto di questo volumetto diventato un vero oggetto di culto: “faccia pulita, faccia allegra, faccia d’angelo, faccia sorpresa, faccia fresca, faccia pallida, faccia tonda, faccia tonta, faccia tosta, faccia forte, faccia come a casa sua, faccia pure, faccia in fretta, faccia presto, la faccia qui, facciamo finta di niente, faccia la distinta, faccia con comodo…”