Cini Boeri, da sempre in lotta per affermare la propria figura di architetto e designer al femminile (dopo anni di lavoro con Ponti e Zanuso) riuscì in questa impresa impossibile. La trasparenza della plastica, gonfiabile e rigida, aveva già sortito esiti in materia, ma osare addirittura costruire una ‘morbida’, elegante e ben prestoiconica poltrona con una lastra di vetro in spessore di 12 millimetri, appariva una sfida impossibile.
Non avrei mai pensato di fare una poltrona in vetro… (Cini Boeri)
E dopo le case attorno agli alberi,i mobili democratici, Cini Boeri (qui in collaborazione con Tomu Katayanagi) si inventa un taglio e delle piegature che forse soltanto la capacità produttiva e realizzativa di una grande azienda italiana avrebbero potuto generare. E voilà, ecco una imperitura icona del design Made in Italy, riconosciuta in tutto il mondo, che portò il gigante Bruno Munari a proferire queste parole: «La pietrificazione di un nastro d’acqua, quasi l’astratto solidificarsi di una idea, dove tecnologia può fare rima con poesia».
Designer: Cini Boeri (Milano, 1924-2020)
produttore: FIAM Italia
prezzo: € 3.959
progettata nel: 1987
idea: disegnare la poltrona che non c’è, trasparente.
materiali e misure: vetro curvato; cm 95x75x68h.
edizioni speciali: per i suoi vent’anni, nel 2007, Ghost si presenta in una versione inedita, dall’argentatura a specchio retroverniciata verde Fiam. Per i 30 anni, nel 2017 viene creata una collezione di mini Ghost reinterpretate da oltre 30 architetti e designer, poi vendute all’asta per aiutare le terre del Centro Italia colpite dal sisma del 2016.
Curiosità: Reinhold Messner, il grande alpinista, anche lui abituato alle sfide impossibili, ha due Ghost nel proprio studio.
Come nacque ghost
Nel 1985, durante lo sviluppo di alcuni modelli per Fiam, il senior assistant di Cini Boeri, l’architetto giapponese Tomu Katayanagi, le mostra uno dei suoi magici modellini di carta e subito si capisce il potenziale di quell’idea: la forma sinuosa, data dalla lastra tagliata e intagliata, curvata e piegata proprio come un kirigami giapponese. Insieme ne verificano le dimensioni, sistemano il disegno dei profili e la perfezionano, per proporla a Vittorio Livi, patron di Fiam.