Ho scoperto Ligama quest’estate nel mio viaggio in Sicilia alla Cultural Farm di Favara, in provincia di Agrigento, luogo d’incontro di artisti e sede di una delle realtà più creative e dinamiche della Sicilia. Qui Ligama ha realizzato 'Abitare', in uno dei palazzi dei sette cortili della Farm. Da qui parte la mia intervista e la scoperta di un’artista il cui nome, se avete in mente un giro in Sicilia potrebbe essere un appunto di viaggio da prendere. Troverete i suoi lavori sparsi come pietre preziose nel paesaggio siciliano e come una caccia al tesoro, la loro scoperta saprà entusiasmare le vostre vacanze
Il tuo lavoro 'Abitare', all’interno di uno dei palazzi della Farm sembra un’esplosione controllata di colore, ci racconti da cosa nasce l’idea?
Quello che osservo è la forte connessione fra spazio e suono. Il rumore all’interno di un ambiente o nel paesaggio circostante dà molte informazioni, che codifico e trasferisco in colore attraverso un algoritmo sviluppato in collaborazione con un ingegnere informatico. L'algoritmo traduce i suoni che registro in codici cromatici, vere e proprie palette che nascono però da un vissuto o meglio da un 'sentito'. I miei lavori sono realizzati soprattutto all’esterno e si legano con il paesaggio. In questo caso, quando Florinda e Andrea Bartoli, gli ideatori della Cultural Farm di Favara, luogo fra i più interessanti nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, mi hanno proposto di fare qualcosa insieme, abbiamo provato a ragionare su un intervento di interni, perché fosse un lavoro sullo spazio, uno spazio da vivere e condividere.
Come l’hai realizzata?
Durante alcune giornate ho registrato in modo casuale e senza avvisare nessuno i 'chiacchiericci' tipici dell’abitare, cioè i suoni che emettevano le persone che passavano o parlavano all’interno di spazi chiusi all’interno della farm. In seguito, attraverso l’algoritmo, ho creato una palette dedicata proprio a ciò che avveniva in quelle sale.
Quindi la palette cromatica attraverso l’algoritmo, diventa anche la fotografia sonora di un momento dell’abitare?
Si. L’impressione è che tutto sia piuttosto spontaneo, perché non c’è la schematicità degli abbinamenti cromatici tipici di un’abitazione, ma in realtà tutto è il risultato di uno studio sugli spazi, sull’equilibrio tra i pieni e i vuoti, un codice che viene raccontato attraverso un colore continuo e che avvolge tutto, compreso i soffitti e i mobili presenti all’interno degli ambienti.
È possibile avere una delle tue opere all’interno della propria casa?
Posso darti una news… Sto lavorando ad una collezione di carta da parati, in collaborazione con una lungimirante curatrice, che molto probabilmente andrà in produzione nel 2020. Attraverso un pattern studiato appositamente per gli interni, creerò un’opera modulare e riproducibile che sarà alla portata di tutti.