Illuminazione

Guida alla scelta delle lampadine

Se fino a qualche anno fa per scegliere una lampadina bastava ricordare l’attacco e la potenza, oggi c’è una enorme varietà di prodotti tra cui non è facile orientarsi. Ecco 4 cose da sapere assolutamente per scegliere la lampadina giusta.

Simbolo dell’idea e invenzione per eccellenza, la lampadina elettrica viene brevettata nel 1880 da Edison e Swan: potete ben immaginare in questi 139 anni quante evoluzioni, miglioramenti e specializzazioni siano stati apportati. Ecco 4 cose da sapere assolutamente per scegliere la lampadina giusta.

LA POTENZA LUMINOSA

Con le vecchie lampadine a incandescenza abbiamo imparato ad associare i Watt alla luce emessa: sapevamo che per illuminare il soggiorno ci volevano almeno 150W e per la luce da scrivania 50W bastavano. Ma oggi che le vecchie lampadine non esistono più (sono bandite dal 2012), la corrispondenza è venuta a mancare. Occorre quindi usare qualcosa di più scientifico: i lumen. Allora è utile una tabella di conversione (la trovi nella gallery): la lampadina da 60W corrisponde a 800 lumen...

L’ATTACCO DELLA LAMPADINA

Esistono decine di attacchi per le lampadine con forme diverse, ma in genere in casa sono presenti i seguenti tipi che possiamo dividere in due categorie: alta tensione e bassa tensione.

ALTA TENSIONE

  • E27: è la vite con il diametro più grande e la forma più diffusa in Italia.
  • E14: sempre a vite, ma con diametro più piccolo della E27, è spesso utilizzata nelle abat-jour.
  • GU10 A baionetta: attacco pratico e robusto, si trova nelle lampade mobili a faretto o negli spot inseriti nei controsoffitti.
  • R7S: l’attacco tipico delle lampade alogene a poli contrapposti: quando la si compra, attenzione a prendere la lunghezza giusta. Importante: mai toccare il  vetro (quarzo in questo caso) della lampadina nuova perché i residui di grasso lasciati dalle dita finirebbero per indebolire il vetro stesso.

BASSA TENSIONE

  • G4: spesso utilizzato in faretti spot o lampade da scrivania, necessita di un alimentatore a parte per funzionare.
  • GU 5.3: si trova spesso nei faretti sospesi su filo.
  • G9: meno diffusa, in uso soprattutto per lampade da scrivania.

TEMPERATURA DI COLORE

È un parametro essenziale quando si compra una lampadina. Il punto di bianco può modificare drasticamente l’aspetto della stanza e, con esso, anche il nostro umore. L’unità di misura della temperatura di colore sono i gradi Kelvin: a numeri più bassi corrispondono luci più calde. Una luce da 3000K, per esempio, è più rilassante e ideale per la sera, prima di coricarsi, mentre una luce da 5500K è perfetta per concentrarsi e lavorare. Luci neutre vanno bene per il piano di lavoro in cucina, mentre le luci calde illuminano l’intera stanza, quindi sono ideali per i lampadari.

Calore variabile: esistono lampadine a calore variabile [Philips LED SceneSwitch] che, senza telecomandi, danno 3 temperature colore. Altrimenti le lampadine della serie Trådfri [Ikea] che permettono un passaggio fluido tra luci fredde e calde potendo anche regolare la luminosità.

CRI: L’INDICE DI RESA CROMATICA

«Ciò che è vero alla luce della lampada non è sempre vero alla luce del sole» diceva il filosofo Joseph Joubert e questo vale anche per le lampadine! Vi è mai capitato di indossare un vestito in camera o in negozio prestando attenzione al colore per poi scoprire che alla luce del sole sembra tutt’altro? Se sì, allora siete stati vittime di lampadine a bassa resa cromatica.
Non sempre una sorgente luminosa artificiale emette un bianco puro, spesso alcuni colori risultano affievoliti rispetto ad altri. Per avere un’idea della resa cromatica si fa riferimento all’indice CRI (color rendering index). In casa è bene usare lampade con un CRI maggiore dell’85/90%.

LEGGI LA CONFEZIONE!
In genere sulla scatola delle lampadine sono indicate la temperatura di colore con K (Kelvin), l’intensità della luce con lm (lumen) e la percentuale di resa cromatica con CRI. A volte è segnalato il tempo di avvio: le lampadine fluorescenti possono avere un tempo di riscaldamento rilevante; è utile saperlo per evitarle negli ambienti di passaggio, dove la luce serve subito e per poco.
Dimmerabile o no? La possibilità di controllare con un variatore l’intensità della luce era scontata per le vecchie lampadine, ma non lo è per quelle fluorescenti o a led. Perciò sulla scatola si trova un simbolo che indica se è dimmerabile o meno.

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Stefano Grignani

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