In questi anni di smart working abbiamo aperto le porte di casa a capi e colleghi che mai avremmo invitato nel nostro spazio privato. Abbiamo imparato ad avere inquadrature e luci ottimali, ma cosa mostriamo come sfondo delle videochiamate?
C’è chi preferisce un muro colorato, magari una carta da parati; alcune piattaforme come Zoom offrono sfondi personalizzati e il celebre Studio d’animazione giapponese Ghibli ha messo a disposizione 400 immagini dai suoi film più iconici, così come Disney e Pixar.
E se non volete mostrare la vostra casa potete prendere uno sfondo in prestito da quelle di Airbnb o di One Fine Stay.
Ma il più ‘professionale’ di tutti gli scenari per videocall è la libreria, che attira sempre grande attenzione (la curiosità per le librerie degli altri oggi ha addirittura un nome, ‘property porn’) per la capacità che ha di raccontare i nostri interessi. Perché allora non approfittarne e farle raccontare quello che vogliamo apparire? Possiamo disporre i titoli ad arte o puntare sulla decorazione con un ordine cromatico, o con una sofisticata sfilata di libri girati che mostrino solo il bianco delle pagine.
Esiste persino un account Twitter che racconta e ironizza sulle librerie usate come sfondi nelle call e nei collegamenti tv di politici e personaggi famosi: si chiama Bookcase Credibility e il loro motto è il nostro ironico consiglio per le videocall del ritorno al lavoro:
Quello che dici non è importante quanto la libreria dietro di te.