Le nostre case raccontano chi siamo e a volte raccontano storie di intere famiglie. Questa è la storia di Silvia che ci ha raccontato la storia dell'antico podere della sua famiglia da generazioni e di quando una ristrutturazione può portare alla luce splendide scoperte:
"La casa era di mio nonno. È un piccolo podere che produce vino ed olio. Nel 1989 mio nonno la regalò a mio padre il quale iniziò un lungo lavoro di ristrutturazione. Quei lavori durarono molto tempo, ma la cosa bella furono le scoperte che si susseguirono in quei mesi. Tutti chiamavano casa nostra 'la chiesina' ma nessuno sapeva perché, tutti dicevano che ci fossero i fantasmi, ma nessuno li aveva mai visti.
Durante i lavori di ristrutturazione molte domande ricevettero una risposta. Casa nostra era una pieve del 1100 sconsacrata, in stile romanico, mio padre con lo scalpello alla mano scoprì le prime pietre dell'antica struttura, i primi archi, ed infine l'abside, coperta, snaturata, e celata da un forno a legna.
La doppia altezza della chiesina era diventata un susseguirsi di stanzette, compreso lo stanzino con la piccola botte per fare il vinsanto! Non vi sto a dire che se io già amavo quella casa perché la vista era stupenda, l'aria pulita, i ricordi dei pic-nic con le amiche l'avevano fissata per sempre nei miei ricordi, gli interminabili pranzi nei periodi della vendemmia mi facevano risentire i profumi del cibo genuino - adesso, quelle scoperte mi avevano legata a doppio filo a quella piccola casa dove non cresceva l'erba intorno perché costruita senza fondamenta su un cucuzzolo di pietra.
Gli anni passano ed io trascorro la mia adolescenza a far feste con gli amici, a festeggiare i 18 anni e a costruire ricordi proprio in quella casa che stava cambiando piano piano insieme a me.
Mi sposo, mio marito perde il lavoro e lo ritrova molto molto lontano da casa. Lui non c'è mai, va via il lunedì e torna il venerdì. Nel frattempo nasce la nostra prima figlia. Lui soffre della lontananza a cui è costretto. Decidiamo di fare una seconda e impegnativa ristrutturazione e aprire la nostra casa all'ospitalità. Quella casa ha segnato tutti i momenti più importanti della mia vita, è il mio luogo magico che mi riconnette alla natura e dove posso ritrovare me stessa. Forse potrebbe far star bene anche altre persone, forse potrebbe riavvicinare mio marito alla sua famiglia (che nel frattempo si è ulteriormente allargata col nostro secondogenito), forse potrebbe essere una ricchezza nella crescita dei nostri figli. Il Podere San Bartolomeo apre i battenti 2 anni fa e con lui una nuova fase della nostra vita.
La prima ristrutturazione la seguì mio padre, quest'ultima ha visto protagonisti me e mio marito. Oltre alla casa principale adesso al podere ci sono altre 3 casine. Ogni angolo, ogni stanza, ogni dettaglio sono nostri, dalla progettazione, alle idee e tante volte anche la realizzazione."
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