Il sogno condiviso con mio marito è sempre stato quello di avere un piccolo pied-à-terre a Venezia, città da noi sempre molto amata ed in cui ci piace trascorrere il nostro tempo tra mostre, scoperte di luoghi nascosti e dolce far niente passeggiando tra le calli.
Vedendo, in prima pagina, sul numero di Dicembre 2018 di CasaFacile, una piccola casa veneziana, il nostro desiderio si è fatto più forte. Detto, fatto e, nel Febbraio del 2019, in occasione del compleanno di mio marito, ho deciso di regalargli una piccola vacanza veneziana, durante la quale avremmo potuto vedere alcune case in vendita e, forse, tra esse, trovare la nostra.
Era tempo di trasformare il sogno in realtà!
La nostra casa si è presentata in una tarda mattinata di Febbraio, ed appena varcata la soglia, mi ha subito fatto battere il cuore: aveva tutto ed anche di più di quel che sognavamo!
Era evidente, però, che come una bella signora segnata dal tempo, necessitasse di un restyling. Era nostro desiderio che la casa rispecchiasse le nostre personalità e diventasse estensione del nostro mondo interiore; un luogo dove sentirci accolti tra colori e spazi a misura delle nostre esistenze.
Volevo che diventasse come uno scrigno custode e protettore di tesori, la scatola per i nostri ricordi da onorare tutti i giorni, ma anche da condividere con gli altri, tant’è che ne abbiamo fatto una residenza turistica, per fare in modo che, anche in nostra assenza, l’appartamento continui a raccontare storie.
Grazie all’incontro con l’architetto Ilaria Gambuti [@storiedinterni], persona squisita, di grande sensibilità, attenta ai nostri desideri e rispettosa di essi, che mi disse: “Riempiremo la sua nuova casa di tutti gli oggetti a lei cari legati a bei ricordi di vita fin qui vissuta. Il passato ha certamente luci ed ombre. Noi metteremo in primo piano le prime tralasciando le seconde, con la promessa che vivrà solo il presente proiettata verso un futuro ancora più luminoso!”, abbiamo iniziato l’avventura ed intrapreso un viaggio, che ci ha portato, oggi, ad avere una casa autentica e affine alle nostre vite, che abbiamo chiamato MyVeniceAttic, dove M sta per Mariangela e A per Alberto, mio marito e fra noi, la nostra amata Venezia!
L’architetto ha saputo cogliere esattamente il senso che volevamo dare alla casa e, nel suo modo del tutto personale, unico e profondo di svolgere la professione, alla fine dei lavori, ci ha regalato un racconto, ispirato alla nostra storia, che per noi è diventato parte integrante di tutta l’esperienza.
Le scelte fatte
L’edificio in cui si trova la residenza si affaccia direttamente sul Canale di Cannareggio, che dal Canal Grande prosegue fino alla Laguna; l ’appartamento, ai tempi dell’acquisto, non aveva aperture su questo lato e, benché godesse di un terrazzo e di un’altana con una splendida vista sui tetti e sul canale, varcata la soglia, si perdeva la percezione di trovarsi a Venezia, perciò la prima domanda che ci si è posti è stata: “ come far entrare la città direttamente in casa e stabilire quella connessione che attualmente manca?”
Questo il punto di partenza da cui, poi, si è sviluppato tutto il progetto. Una piccola mansarda che si apre su una terrazza a tasca con altana non bastava a stabilire una connessione forte con la città. La soluzione? L'apertura di un abbaino sul tetto, sul fronte opposto, ha permesso di creare un nuovo punto di contatto, più diretto e scenografico con Venezia e la sua laguna!
Analizzando lo storico dell’edificio e recuperando la stratificazione delle opere eseguite nel tempo, è emerso che oltre le pareti visibili, c’era una porzione di sottotetto che, una volta riportata alla luce, non solo avrebbe dato alle stanze una sensazione di maggior ampiezza, ma avrebbe permesso di realizzare un’apertura sul lato nord, dove allo stato di fatto c’erano due piccoli lucernari, uno nella camera da letto e uno in cucina, realizzati per far entrare la luce e permettere il ricambio d’aria.
La realizzazione dell’abbaino ha permesso di stabilire una connessione diretta con la città, come uno schermo mutevole, attraverso il quale oggi si può essere osservatori attoniti dello spettacolo variopinto che Venezia offre ad ogni ora del giorno e in ogni condizione climatica, con i suoi molteplici colori.
Il gioco fra presente e passato come tema ricorrente
Seguendo lo spirito ospitale e amichevole della proprietaria, il piccolo ingresso è stato pensato come un guscio che, con i suoi toni caldi alle pareti ed il calore dorato degli specchi, utilizzati per ampliare la percezione del volume, ti avvolge e coinvolge nel racconto.
La nuova dimora si costruisce sui ricordi: una scelta di arredi e complementi che mescola colori, forme e tendenze. Personale e individualista, provoca e stupisce.
Per l’arredamento, sono stati scelti elementi di gusto diverso, che potessero colloquiare tra di loro; alcuni moderni, altri vintage, recuperati dalla soffitta di famiglia, per assecondare il desiderio della proprietà di dare nuova vita ad oggetti e mobilio cari alle loro infanzie vissute in altri luoghi ed in altri tempi.
Nel soggiorno spiccano mobili in legno intarsiati, librerie anni 50', ed un lampadario in vetro di murano, che si contrappongono alle linee morbide e moderne delle sedute da salotto, mentre il tavolino giallo in polietilene, più vicino ad una tendenza contemporanea, si accosta ai decori austeri del ferro battuto nero della vecchia macchina da cucire riadattata a consolle.
I mobili della cucina componibile sono minimali, dalle linee sottili ed essenziali. Una piccola zona pranzo rivela un tavolo e due sedie anni 50’ con piano in formica azzurro e gambe in ferro, che dialogano perfettamente con il frigorifero dalle linee vintage, in tinta.
Il bagno, dagli spazi limitati, necessitava di una ristrutturazione completa per renderlo funzionale; oggi ha un tocco più moderno, rivestito con piastrelle in grès porcellanato che riprendono motivi in pietra e resina, in equilibrio con il resto della casa.
La palette colori: un tuffo nella Venezia lagunare
Un dipinto risalente al XVIII secolo, attribuito all’artista Francesco Guardi (1712-1793), e attualmente esposto alla National Gallery of Art di Washington, che ritrae il ponte dei Tre Archi su cui affaccia il palazzetto in cui si trova l’appartamento, ha dato l'ispirazione per la scelta delle tinte per le pareti, utili ad enfatizzare il concetto di connessione.
Partendo dai colori utilizzati dall’artista, è nata una palette, da cui successivamente sono state estratte le tinte che meglio sposavano i toni dei pavimenti in terrazzo esistenti, uno diverso per ciascuna stanza, che sono stati restaurati e mantenuti.
Nella scelta dei decori alle pareti, linee oblique e perpendicolari alla falda del tetto, partono dall’ apertura sul Canale e si propagano nelle stanze, con tinte lagunari, a celebrare l’abbraccio tra la città e la casa stessa. Le lampade e applique riprendono i toni dei muri.
Sul terrazzo, una singolare interpretazione del dipinto del Guardi, riporta all’esterno le tinte utilizzate in casa, attraverso una pala realizzata con tasselli in vetro di Murano su progetto della proprietà, ad opera degli storici artisti vetrai di Orsoni Venezia.
Il grande pannello, che domina la scena ai piedi della scala in legno non ha solo una funzione decorativa, ma serve anche da oscurante alla finestra condominiale del vano scala comune, garantendo la privacy necessaria per godere dello spazio privato in totale libertà e relax.
Dalla graziosa terrazza a tasca si accede all' altana, una piccola oasi di romanticismo da cui affacciarsi e godere di tramonti rosei mozzafiato e delle bucoliche atmosfere di una città unica che stupisce ad ogni sguardo.
Nel costante gioco tra antico e moderno, questo spazio di luce e aria che serviva per guardare lontano, oggi ci invita a fermarci per una pausa lunga un tramonto.