La casa fu acquistata dalla famiglia alla fine degli Anni ’80: immagina una costruzione di quel periodo, con una pianta ‘banale’ e il pavimento di piastrelle marroni che si ripete stanza dopo stanza. «Continuavamo ad aggiungere cose, ma nel vecchio assetto non tornavano mai i conti» spiega Nicola, il padrone di casa.
«Dove ora c’è il living, prima c’erano due camere e un bagno: quindi si è pensato di ruotare il layout di 180 gradi e portare la zona giorno affacciata sulla terrazza».
Con il crescere della famiglia le esigenze cambiano e da qui la necessità di rivedere gli spazi. L'esperto di decorazione d'interni è papà Nicola che insieme alla sorella Laura gestisce Abitha, uno showroom specializzato in imbottiti, tessuti e mobili su misura.
Nella ri-progettazione di quella che doveva essere la casa per la famiglia ha seguito un’idea tutta sua: «Per me la definizione degli ambienti tramite i mobili è una consuetudine progettuale» racconta. «Le pareti in muratura alzano i costi e rubano spazio, mentre gli arredi possono separare e al tempo stesso contenere: vedi le quinte bifacciali che staccano la zona giorno dalla zona notte».
La zona giorno è delineata da quinte divisorie che funzionano come pareti e come mobili contenitivi:
Parete multitasking
La struttura è in pannelli multistrato di pino cileno (spessore 18mm, €11/mq) ed è autoportante, assicurata a pavimento e a soffitto. Profonde cm 60, le quinte bifacciali hanno tre funzioni:
- separano gli ambienti, quindi fungono da pareti;
- contengono: da una parte sono libreria e vicino al tavolo fanno da credenza (notare le antine mimetizzate sotto i piatti appesi);
- nascondono: l’impianto centralizzato di climatizzazione.
Se il living ha le pareti bianco latte, al di là del mobile bifacciale si apre un disimpegno verde muschio dove le camere dei ragazzi si rincorrono in rapida successione, schermate alla vista da spessi tendaggi: i passaggi sono fluidi, facilitati dalla continuità del pavimento di cemento. «Quando si parla di low budget si pensa sempre a scelte forzate dalla mancanza di soldi. Per me, invece, è una filosofia dell’abitare, basata sulla semplicità».