A Londra 45 mq sfruttati perfettamente, possono ospitare fino a 7 persone
Nel cuore dell’East End di Londra, proprio dietro Bethnal Green Road, c’è un vicoletto di ciottoli dove, tra garage e magazzini, spunta un piccolo gioiello di abitazione, un cottage urbano con assi di abete e il tocco eccentrico di uno smalto di un rosa intenso. Un’idea economica e interamente fai-da-te! .
È un cottage di 45 mq che la designer danese Nina Tolstrup e Jack, suo marito e collega, hanno ricavato da un ex laboratorio di falegnameria, per poterlo affittare o prestare agli amici di passaggio. Un vero rifugio urbano contemporaneo, con tutti i comfort!
L’ingresso della ‘town house’ (così si chiamano le case unifamiliari londinesi) affaccia direttamente sulla strada di ciottoli. Al piano terra di trova il living, con cucina e zona pranzo, mentre sopra, su due livelli diversi, ci sono le due ‘nicchie da letto’, il bagno e un’altra zona giorno più informale e intima. La casa non ha vere e proprie stanze con porte e muri, ma solo spazi fluidi in cui vivere e gusci raccolti per dormire. E ci si sta in sette, cinque nelle alcove e due sul divano letto!
Nina va a caccia di mobili dappertutto, nei mercatini e nelle isole ecologiche, prima che vengano buttati, e dà loro nuova vita con il colore o con stoffe pregiate.
Nina e Jack sono i fondatori dello Studio Mama, il luogo dove progettano e creano un design democratico e alla portata di tutti. Le radici greche di Jack hanno aggiunto elementi giocosi e allegri al minimalismo scandinavo di Nina. Nell’uso di colori primari su forme rigorose i due trovano la loro intesa: su una base neutra in parquet opaco, gli arredi si accendono di tinte pure.
Al primo piano si trova un secondo soggiorno. Un’apertura nel pavimento porta luce alla zona pranzo sottostante.
Il progetto si sviluppa in altezza e sfrutta al massimo il volume con un gioco di incastri divertente e molto furbo: per non sprecare spazio, Nina non ha pensato a vere e proprie camere, ma a nicchie da notte ispirate alle tradizionali ‘alkover’ danesi, mini-spazi per dormire con pareti in legno che racchiudono la misura del letto. Al primo livello, dietro al ‘box notte’, trova spazio il guardaroba, mentre la seconda alcova è su un ulteriore soppalco, ricavato nella parte più alta della mansarda.
È un cottage di 45 mq che la designer danese Nina Tolstrup e Jack, suo marito e collega, hanno ricavato da un ex laboratorio di falegnameria, per poterlo affittare o prestare agli amici di passaggio. Un vero rifugio urbano contemporaneo, con tutti i comfort!
L’ingresso della ‘town house’ (così si chiamano le case unifamiliari londinesi) affaccia direttamente sulla strada di ciottoli. Al piano terra di trova il living, con cucina e zona pranzo, mentre sopra, su due livelli diversi, ci sono le due ‘nicchie da letto’, il bagno e un’altra zona giorno più informale e intima. La casa non ha vere e proprie stanze con porte e muri, ma solo spazi fluidi in cui vivere e gusci raccolti per dormire. E ci si sta in sette, cinque nelle alcove e due sul divano letto!
Nina va a caccia di mobili dappertutto, nei mercatini e nelle isole ecologiche, prima che vengano buttati, e dà loro nuova vita con il colore o con stoffe pregiate.
Nina e Jack sono i fondatori dello Studio Mama, il luogo dove progettano e creano un design democratico e alla portata di tutti. Le radici greche di Jack hanno aggiunto elementi giocosi e allegri al minimalismo scandinavo di Nina. Nell’uso di colori primari su forme rigorose i due trovano la loro intesa: su una base neutra in parquet opaco, gli arredi si accendono di tinte pure.
Al primo piano si trova un secondo soggiorno. Un’apertura nel pavimento porta luce alla zona pranzo sottostante.
Il progetto si sviluppa in altezza e sfrutta al massimo il volume con un gioco di incastri divertente e molto furbo: per non sprecare spazio, Nina non ha pensato a vere e proprie camere, ma a nicchie da notte ispirate alle tradizionali ‘alkover’ danesi, mini-spazi per dormire con pareti in legno che racchiudono la misura del letto. Al primo livello, dietro al ‘box notte’, trova spazio il guardaroba, mentre la seconda alcova è su un ulteriore soppalco, ricavato nella parte più alta della mansarda.