Attorno al tavolo realizzato su disegno: coppia di sedute Panton Chair [Vitra]. Sedia Post Mundus design Martino Gamper [Gebrüder Thonet Vienna], sedia vintage Xline 90 [Magis].
Sul tavolo: ceramiche realizzate a mano [Mud is Mood], candeliere Loop [Hiro Design], piatto pizza Gourmet in ceramica [KnIndustrie].
«Spesso le idee si accendono l’una con l’altra, come scintille elettriche» diceva Friedrich Engels. Essere curiosi, studiare, cercare nuovi stimoli è il punto di partenza della progettazione.
Oggetti di design anonimo, come la collezione di matite, bozzetti, materiali e progetti convivono nello studio del designer. Tra questi il primo prototipo della culla ’dalla Vite alla Vita’, progetto poi realizzato da Riva 1920 per la riqualificazione
di una vecchia barrique in legno.
L’armadiatura sul retro della testata del letto crea un corridoio schermato che porta alla cabina armadio, ricavata nell’allargamento della struttura originaria della casa.
Letto
a isola con testata/armadiatura [Custom by BM Italia], lenzuola Kubric in raso di puro cotone, copriletto Dublino in lino Stone Washed, plaid Stripes in lino délavé [tutto Fazzini]. Sulla testata quadro 3D intagliato nel legno, ispirato all’opera Acrobata
di Picasso [Custom by BM Italia].
Lavabo d’appoggio [Ceramica Cielo] su base di ferro verniciato bianco, realizzata su disegno [Stilfer]. Asciugamani Coccola colore Quetzal [Fazzini], cassettiera e specchio con luce [Custom by BM Italia].
Nella casa manifesto di un interior designer, scelte stilistiche importanti convivono con l'uso calibrato del colore e con arredi che mostrano una doppia anima: dal ricordo, al pezzo di super design.
Una scatola del passato, del mio presente e del futuro. È così che Fabio definisce la sua casa. Tra i vigneti di una piccola frazione alle porte di Sondrio, appare come un rettangolo bianco su due livelli. Un’edera rampicante l’avvolge in parte. Le vigne terrazzate e una coppia inaspettata di palme fanno da sfondo. Tutto intorno la vista una fotografia panoramica a 180 gradi sulle Alpi Orobie. «Se avessi seguito il mio istinto progettuale per uno spazio privato, avrei immaginato un cubo di bianco assoluto e cemento armato a vista, con gli arredi essenziali. Ma qui era giusto pensare anche ai ricordi e a tutti quei piccoli simboli legati alla mia infanzia» racconta Fabio.
Le scelte fatte
Pietra, ferro e legno disegnano lo spazio. La palette gioca con il positivo/negativo del bianco e nero, e con punti discreti di colore.
Il tocco di stile
Quadri di artisti locali convivono con ricordi di famiglia e pezzi di design. Curiosa e affettiva la scelta di tenere nel sottoscala il vecchio motorino Garelli del nonno, ricordo delle vendemmie da bimbo, aggrappato al manubrio tra la cantina e le vigne.