Divisori statici e aperture dinamiche, superfici scure e profonde, particolari avorio che accarezzano lo sguardo... e mille dettagli in cui gli ospiti si perdono, dai pavimenti d’epoca ai soprammobili distribuiti con la grazia di installazioni d’arte. I colori? Saturi, fra l’acido e il cardinalizio: qui si respira il gusto di una tavolozza espressionista.
Srotolati e sospesi a sottili cavi di metallo, anziché applicati sull’intonaco, i due rolli di carta da parati Ballgown (a sinistra) e Day Too Chair (a destra) sembrano raccontare di mondi d’altri tempi. Entrambi di Deborah Bowness (m 3,3x56 cm €230 cad.)
Tanto bianco, resina e mobili di design? Sì, ma bando ai risultati impersonali. Qui ogni angolino si carica di accenti emotivi, inconsueti... ‘pensati’
Sbirciare attraverso i varchi, scoprendo prospettive sempre mutevoli, è il gioco preferito di Emilia. Qui, poi, l’apertura consente la comunicazione fra la cucina e il pranzo. E fra le geometrie di muratura spunta, inatteso, il frigo (Smeg)!
La porta scorrevole in vetro parzialmente acidato è totalmente permeabile alla luminosità: così gli ambienti sono tutti immersi nella stessa delicata aura visiva, senza strappi. Perfino una tradizionalissima dispensa può assumere una connotazione inedita: grazie a un mobile ‘ruvido’, quasi industriale (Minotti). Da copiare subito, anche con materiali di recupero.
Un grande quadro capace di sintetizzare le cromie dell’ambiente, uno chandelier dall’indubbio impatto (Barovier & Toso) e, soprattutto, il pavimento d’epoca trattato come un prezioso rivestimento da valorizzare: l’area dedicata alla convivialità combina diverse ispirazioni nel segno di un piacevole, ricercato relax.
Davanti alla tela dell’artista Davide Monaldi (www.davidemonaldi.com), le due poltrone Anni Venti ritappezzate (tessuto Thompson) invitano a scambiarsi opinioni... magari sfogliando uno dei volumi sul tavolino.
Lo splendido ‘tappeto’ di cotto si fa sfondo del tavolino olandese, frammentato in molteplici listelli di legno (Piet Hein Eek), come fosse il passepartout di un quadro. Tutto è coordinato dai toni dell’arancio.
Quale compagnia migliore di una lampada da lettura per rilassarsi prima di dormire? A sorpresa, perfino un oggetto così semplice si veste di grafica: ecco Sticky (Droog Design, cm 18x7x25h €19,95), con contorno nero e bulbo nudo. Delicate eppure robuste, esotiche però legate al piacere del calore quotidiano, discrete ma così affascinanti: le coperte pakistane (€220 cad da Mia) diventano il vero, romantico fulcro dell’ambiente.
Ambienti costruiti come strutture teatrali, quinte che lasciano filtrare la luce, soluzioni arditamente scenografiche. E poi, sprazzi di praticità ‘invisibile’ e sorprese rétro. Viaggio in una casa che ti stupirà
Niente soluzioni rigide o schemi precostituiti. «Amo gli spazi fluidi, lo stile semplice e ricercato allo stesso tempo, i colori pieni e decisi» spiega Emilia Petruccelli, giovane signora romana dotata di una speciale personalissima alchimia di gusto, cultura e passione per il design. Quando ha ristrutturato il suo nido, con l’aiuto dell’amica architetto Alessandra Spagnoli, ha puntato proprio su un peculiare equilibrio fra originalità e fruibilità: «Di sicuro mi piacciono gli oggetti inconsueti, specie se artigianali e ricercati nei materiali, ma anche le idee che aiutano a ritrovarsi e sentirsi a proprio agio». La stessa filosofia dei concept store Mia, che Emilia ha fondato circa 6 anni nel quartiere Monti (quello della casa), e oggi sono diventati punti d’incontro eclettici-e -genuini (www.miadiviadiripetta.com). Luoghi ‘pensati’, proprio come queste stanze.