La casa è nata dalla suddivisione di un palazzo del ’700 che fu proprietà di un armatore. La proprietaria (architetto restauratore) e la sorella (scenografa) hanno dato vita ad una casa che parla di mare, Sicilia e tradizione. La casa è stata completamente recuperata, compresi i solai e ha impegnato le due professioniste nella ricerca dei colori, dei materiali locali e degli artigiani.
l restyling integra una progettazione funzionale e contemporanea che crea corrispondenza tra interni e paesaggio circostante: la cucina che si affaccia sulla zona giorno, per esempio, è inserita in un ‘box’ che ricalca il mood navale. I quadri sono delle carte nautiche trovate in un peschereccio che stavano rottamando, al porto di Trapani: ogni carta conserva ancora gli appunti dei pescatori che amavano segnare le coordinate di pesca preferite. Il living incanta per la sua freschezza, grazie a un magnifico tocco verde-blu.
Nella zona operativa, una scultorea lastra di marmo Calacatta si ‘piega’ come un origami tra il piano, il lavello, l’alzata e una mensola senza giunzioni visibili. La scelta dei mobili predilige il rovere segato e degli scomparti iper-attrezzati. La dispensa fa sparire il frigo, i forni e i pensili. Sopra il piano c'è una soluzione a vista dove esporre i barattoli da farmacia riempiti di capperi e mandorle e le latte dell’olio in acciaio.
UN BOX, TRE AMBIENTI SEPARATI
Tra il disimpegno e il living, le tre stanzette cieche sono inglobate in un’ideale ’scatola’ di legno che alloggia la cucina (aperta grazie alla cerchiatura di un muro portante), gli impianti (in quota), la lavanderia e il bagno riservato agli ospiti. Le porte si fanno mimetiche: realizzate in mdf, sono rivestite con gli stessi listoni di rovere massello che sul pavimento si insertano con delle cementine esagonali.
La stanza dedicata agli ospiti era una priorità di progetto ed è caratterizzata da un letto antico siciliano ereditato dalla bisnonna e la scaletta da barca che adesso è un insolito comodino. I colori del mare scivolano sui copriletti, su una lampada, su un banco di pescetti attaccati all’amo.