Credits: Martin Sølyst/Erik Bjørn & Ko/Livinginside
Lo sguardo vispo dell’artista Dagmar Radmacher ti fa già capire che qui la banalità non è di casa! Gli indizi? La bicromia totale e il tricot-crochet diffuso. Per il pranzo ha scelto sedie cult (una vestita da lei!), ma anche un divano rétro, dalla seduta alta e comoda. Sulla porta, verso lo studio, ha appeso invece un frammento di portale balinese, e non dal lato intagliato, bensì dal retro liscio... le piace di più così.
Altro che genio e sregolatezza, Dagmar è orgogliosa di essere sistematica, nell’arte quanto nell’ordine in casa, come dimostra lo scaffale dello studio: zeppo di cose a vista, facili da ritrovare; il gioco del rosso&bianco contribuisce all’armonia dell’insieme. In questo scorcio, il punto di rosso è dato dalla sedia A Chair in metallo di Tolix (su http://www.madeindesign.it €180). Sullo sfondo, a destra, si intravede invece un mobile giapponese
Certamente muri, parquet e lampade all white fanno la loro parte, ma posizionare una cucina bianca sotto una finestra è già una garanzia di leggerezza. In più, Dagmar non ha voluto lo zoccolo, così i piedini a vista fanno sembrare sospese le basi. Sempre il suo guizzo artistico le ha suggerito la specchiera vintage da toilette, che aggiunge luminosità e completa l’angolo. La cucina Ikea ha ante Abstrakt; sul tavolo, lampadario di design nordico Anni ’20, PH4/3 Ø cm 40 (Louis Poulsen €333).
In camera si concentra la vena più romantica di Dagmar che considera la coperta patchwork un simbolo della sua arte ‘senza fine’ perché può essere variata a piacere quando e come si vuole. E hai notato la mossa elegante di appendere di lato e basso il lampadario in carta intagliata Midsummer Light di Tord Boontje (su http://www.wearunique.it €109)?
Non sfugge che sul tavolone da lavoro ci sia una tovaglia candida, lunga fino a terra. Fa un effetto chic, ma soprattutto significa che qui materiali e attrezzi non si accumulano tra un lavoro e l’altro: tutto viene rimesso a posto, e poi si riparte. È una regola fondamentale, anche per chi fa bricolage, aiuta ad avere le idee chiare e a non sprecare tempo e denaro nel cercare o ricomprare quel che non si trova nel proprio caos. Così sul mobile etnico vedi un cumulo ordinato di tubi da disegno e scatole per bottoni e accessori da maglia e cucito. Dagmar, che è un’artista e usa oggetti quotidiani, ci aggiunge del suo: sul tavolino svetta un ‘accrocchio’ di parti di sedie, tenuto insieme da filo di lana grezza, che proviene da una sua installazione.
Lasciati catturare dalla ‘follia’ creativa di questa fatina del craft. Che ci apre la sua casa, tutta bicolore e ‘ri-vestita’, con i ferri o l’uncinetto! Tanti spunti da copiare per un’atmosfera... avvolgente!
Dagmar Radmacher si esprime con il craft come arte e la casa è il suo manifesto. Lei, che di bianco&rosso si veste perfino, parlando della sua ‘maniacalità’ dice che certi limiti sono la molla per ispirarsi! Ma non c’è nulla di sconvolgente o strambo nelle stanze luminose dove abita con il marito; anzi, tutto è armonioso e d’impronta danese. Vedrai ordinate schiere di oggetti che -spiega- sono metodiche come il lavoro ai ferri o all’uncinetto. Ama infatti più il fare che il prodotto finale: come una moderna Penelope ha registrato un video nel quale fa e disfa la maglia! Oltre all’arte, le piace anche dispensare consigli pratici per decorare, a crochet o tricot, la casa. Seguiamola...
E per chi ama il rosso, ecco come portarne un po' in ogni stanza