Ho intervistato Mauro e Antonella di Kanz Architetti per scoprire qualcosa di più sul loro approccio all'abitare, attraverso il racconto della loro casa veneziana.
Due architetti, che fanno coppia nella vita e nel lavoro: Mauro Cazzaro e Antonella Maione fanno base a Venezia, dove hanno casa, studio e - da qualche mese - un punto vendita.
Si occupano di architettura d’interni in generale, ma sono popolari per le loro interessanti sperimentazioni nella progettazione di oggetti d’uso, per i quali prediligono l’uso del vetro, per produrre vasi, bicchieri, porta candele, lampade in collaborazione con i Maestri vetrai veneziani.
Qual è la vostra stanza preferita della casa e perché?
La cucina, senza dubbio. È il luogo dove passiamo praticamente tutto il nostro (poco) tempo libero, cucinare non è solo una grande passione comune, è anche un modo per rilassarci a fine giornata, è uno dei pensieri positivi che ci sostengono e ci accomunano.
Involontariamente siamo perfino riusciti a trasmetterlo a nostro figlio di 5 anni, che ha già deciso: da grande farà il cuoco.
È sul tavolo di cucina poi che si continua a discutere anche dopo cena, che si parla di quel che è successo durante il giorno, che prendono vita molti dei nostri progetti, che si prendono le decisioni più complicate. La cucina è anche la nostra sala riunioni privatissima.
Quale consiglio dareste ai nostri lettori per rendere più accogliente o personalizzare questo spazio?
Partiamo dal presupposto che gli spazi andrebbero cuciti sulle persone che li abitano e non viceversa, ragion per cui quello che calza perfettamente su di noi non è detto che possa adattarsi a qualsiasi personalità, abitudine, stile di vita.
Ci sono sicuramente alcuni accorgimenti oggettivi che aiutano a rendere uno spazio accogliente, come l’uso di materiali naturali (il legno, la pietra) e soprattutto il coraggio di lasciarli al naturale, di lasciare che vivano e si modifichino.
Anche l’uso della luce artificiale incide profondamente nella sensazione di comfort e accoglienza, scegliere una luce intensa solo là dove serve, dove si lavora, mentre una luce più bassa e calda sopra al tavolo, dove ci si riunisce. In questo modo si differenziano gli spazi all’interno di un unico ambiente: non so se ci hai mai fatto caso, nei ristoranti dove c’è molta luce in genere c’è un’acustica terribile e tutti tendono a parlare a voce più alta, mentre nei ristoranti in cui ogni tavolo è illuminato separatamente e si creano zone d’ombra tra i tavoli, le persone abbassano il tono naturalmente, l’atmosfera si fa piacevole, accogliente per l’appunto.
Avete dei piccoli suggerimenti décor che avete adottato in casa vostra e che volete condividere?
Tornando alla cucina, abbiamo utilizzato un espediente semplice e molto economico per ottenere esattamente quello che volevamo. Abbiamo progettato una cucina modulare adattata allo spazio che avevamo e alle nostre esigenze, abbiamo acquistato tutte le strutture interne dei mobili all’IKEA ed abbiamo incaricato un falegname di realizzare tutte le ante, i pannelli di rivestimento e il top nei materiali e finiture da noi scelti. In questo modo abbiamo ottenuto una cucina personalizzata, spendendo poco più di quello che avremmo speso con una cucina IKEA. Per chi volesse provarci e non ne avesse il tempo o la voglia, c’è un’azienda danese che fa esattamente questo per i suoi clienti: la Reform.
Un altro suggerimento è di utilizzare i colori, qualcosa che negli ambienti domestici italiani manca quasi completamente, mentre all’estero, soprattutto nel mondo anglosassone, è piuttosto normale. Una parete interamente colorata diventa un ottimo sfondo per una libreria, per una cucina o, per chi possa permetterselo, per un’esposizione di quadri. Quale colore? È qui in genere che arriva il blocco, ma non si deve aver troppa paura di sbagliare, ridipingere una parete due volte richiede uno sforzo minimo rispetto alla soddisfazione che può dare sentirsi a proprio agio in casa propria.
Quello che spesso notiamo nei nostri clienti è un’eccessiva emotività nell’affrontare le scelte che riguardano la casa, il che crea appunto dei blocchi psicologici difficili da superare. Il consiglio migliore che ci sentiamo di dare è di ridimensionare il valore di questo tipo di scelte, di essere più leggeri, più spensierati, il che porterà di sicuro ad essere più liberi e più creativi.