Un relooking a base di mobili vintage e carta da parati. E una parete vetrata ideata per risolvere l'open space mal riuscita
Se li insegui con ostinazione, prima o poi i sogni si lasciano raggiungere. L’ho capito quando da Donna Moderna sono venuta a lavorare a CasaFacile. Avevo da poco traslocato in una villetta ristrutturata con molti sacrifici e altrettanto divertimento, ed ero entrata a far parte della redazione di un giornale che amavo: seconda solo a quella
per i libri, la mia passione per l’interior design (mania, dice mio marito) ora era realizzata! Ma mentre passavo le
giornate a scrivere di case bellissime, la sera, nelle mie stanze, non ritrovavo quella formula che unisce buon gusto, design e personalizzazione ed è la cifra di CasaFacile. Così il direttore mi ha messa nelle mani della nostra stylist Vanessa Pisk, che mi ha mostrato come si trasforma una casa in un mondo.
La stylist è una persona che sa immaginare come starà un mobile in casa tua. Tu non ci riesci, ma lei sì. Mentre da mesi naufragavo fra tappezzerie, divani e tappeti senza saper scegliere, la nostra Vanessa Pisk ci ha impiegato un attimo a mettermi sulla via giusta: «Che storia vuoi raccontare?», mi ha chiesto per prima cosa. Rispondere alla domanda è stato trovare la soluzione. Abbiamo due figli di 12 e 13 anni e la casa doveva dare spazio alle passioni di tutti – i libri, le piante, il design e la musica – e avere ambienti comunicanti ma riservati, per sentirci insieme mentre facciamo cose diverse. Così è nata l’idea della parete vetrata...
La parete vetrata
Quando l’abbiamo comprata, questa villetta degli Anni ’20, che fa parte di un complesso costruito per gli impiegati delle Poste, era divisa in microstanze: dove noi abbiamo il living ce n’erano addirittura tre in pochi metri quadri! Abbattuti i muri, però, l’open space risultava spoglio e freddo perché il pilastro strutturale, che non avevamo potuto eliminare, dominava la scena. La parete vetrata è stata la soluzione a più problemi: divide ma al tempo stesso unisce, perché è trasparente e permette di vedersi. Inoltre, per un curioso effetto ottico, ora la stanza sembra più grande!
MANSARDA
La camera matrimoniale è stata ricavata recuperando il sottotetto, intervento che deve rispettare un regolamento regionale. Serve un architetto (noi ci siamo rivolti all’arch. Roberta Pradella, Milano, tel. 339/6066102). Per le norme della Lombardia, il sottotetto può essere recuperato se alto almeno m 1,80; e la stanza, una volta ristrutturata, deve essere alta minimo m 2,40. Per conoscere le regole della tua Regione, cerca “recupero sottotetto” su » mansarda.it
COPIA L'IDEA: come mimetizzare due porte scorrevoli
Il ripostiglio e la lavanderia sono chiusi da due pannelli scorrevoli che ‘scompaiono’ tra le fronde di un ‘bosco’: la carta da parati (qui è Bellewood di Rebel Walls) può fare veri trucchi di magia!