La famiglia di Filippo possedeva tre piccoli appartamenti di ringhiera; quando Anastasia ha scoperto di aspettare un bambino, la scelta di ristrutturarli per ricavare una casa per la famiglia è stata naturale. Certo, gli ambienti erano piccoli e separati da muri spessi, però due di questi appartamenti, sopra, avevano solo la soffitta, che si è pensato di sfruttare per avere spazio in più.
Le scelte fatte
«Il miei desideri principali erano due», dice Anastasia, «un grande soggiorno con la cucina a vista e tanti armadi». La soluzione è stata radicale: abbattere tutti i muri interni, compresi quelli portanti, e il solaio che divideva la casa dalle soffitte. Per la parte strutturale sono state installate due putrelle rette da pilastri in acciaio ‘annegati’ nei muri perimetrali. Racconta l’arch. Michele Cazzani di Archizero Studio che, con Elisa Crippa e Maria Cristina Bottini, ha curato la ristrutturazione: «Queste demolizioni hanno permesso di ottenere un living a doppia altezza in cui abbiamo aumentato la luce ricavando finestre in falda in corrispondenza di quelle del piano di sotto. Non solo, a 270 cm dal pavimento abbiamo inserito nella parte centrale un soppalco abitabile che, libero su tre lati, lascia fluire luce e aria». L’idea in più? Chiudere la cucina in un box in cristallo, per tenerla unita visivamente al soggiorno ma anche separata per praticità.
Il tocco di stile
Creato l’involucro e le finiture e inseriti i mobili ‘fissi’, Cristina Gigli è intervenuta con pezzi iconici, tessili – anche artigianali – e complementi per dare colore e calore.