Nel percorso di transizione energetica e di elettrificazione (cioè il progressivo impiego di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili per tutte quelle attività finora alimentate soprattutto dai combustibili fossili), giocano un ruolo cruciale i cosiddetti prosumer, che in Italia sono già 1,4 milioni. Chi sono e perché sono importanti? Vediamolo nel dettaglio.
Chi sono e cosa fanno i prosumer
Prosumer è un neologismo inglese nato dalla fusione di producer e consumer inventato dal futurologo americano Albin Toffler nel 1980. Significa essere allo stesso tempo produttore e consumatore di energia, due ruoli tradizionalmente separati ma che nel nuovo scenario dell’elettrificazione non lo sono più. Sono quindi prosumer tutti quei cittadini e quelle aziende che scelgono di installare un impianto che conta su fonti rinnovabili per produrre energia elettrica per le proprie esigenze e non solo: quella in eccesso è infatti reimmessa sulla rete di distribuzione affinché sia a disposizione di altri utenti. Cittadini che possono riunirsi in comunità energetiche, composte da associazioni di famiglie, aziende, pubbliche amministrazioni che contribuiscono insieme all’installazione e all’utilizzo di impianti rinnovabili, condividendo l’energia prodotta attraverso la rete di distribuzione. Il prosumer quindi usa un impianto di piccole dimensioni per produrre energia da fonti potenzialmente inesauribili come la luce del Sole (ad esempio i pannelli fotovoltaici sul tetto) o il vento che soffia (il mini-eolico).
L’energia autoprodotta non deriva solo da fotovoltaico
Questa varietà di fonti è importante. Spesso c’è la falsa credenza che i prosumer utilizzino solo gli impianti fotovoltaici: invece ci sono anche possibilità come il mini-eolico, stazioni di ricarica domestica per ricaricare un’auto elettrica o qualsiasi altro modo per contribuire a generare (e usare) energia green. L’energia prodotta, come detto, può essere auto-consumata da chi l’ha prodotta oppure immessa nella rete nazionale e utilizzata da altre persone. Un meccanismo supportato anche da incentivi economici, decisi dai vari Paesi per rendere le persone sempre più protagoniste e per decentralizzare la produzione di energia, distribuendola sul territorio. È anche il modo in cui ciascuno di noi può capire meglio quanto è importante usare bene l’energia, con meno sprechi e rispettando l’ambiente. E c’è anche un vantaggio personale: risparmiando energia si hanno anche bollette più basse.
Un nuovo modello di rete
Il nuovo modo di generare elettricità richiede di superare il modello di rete centralizzato a cui siamo stati abituati finora, che vede l’energia partire dalle centrali, transitare sulle reti di trasmissione ad alta tensione e infine su quelle di distribuzione che la portano fino alle singole abitazioni. Nell’era dei prosumer, l’energia entra direttamente nella rete di distribuzione, può viaggiare in entrambe le direzioni (verso le reti di trasmissione o verso le utenze), con grandi variazioni (da una stagione all’altra, da un giorno all’altro, da un’ora alla successiva) di domanda e offerta. La percentuale di energia immessa direttamente nelle reti di distribuzione, secondo gli analisti di BloombergNEF, raggiungerà il 50% già entro il 2034. Elemento fondamentale è la hosting capacity, cioè la capacità della rete di accogliere energia da fonte rinnovabile da sempre più impianti.
L’importanza della digitalizzazione
È la digitalizzazione il fattore che permette alla rete di gestire flussi bidirezionali, adeguarsi in tempo reale tanto alla produzione di energia da fonti rinnovabili quanto alle oscillazioni della domanda, e garantire costantemente l’equilibrio energetico. Questa capacità avanzata di gestione permette anche lo sviluppo di nuovi modelli di business per i singoli prosumer, creando ulteriori incentivi all’installazione di rinnovabili o di sistemi di accumulo. In questo contesto le logiche dell’economia circolare, estendendo al massimo il ciclo di vita dei componenti, li reinserisce nella catena del valore dove possibile, riciclando le materie prime. Risulta necessario estendere l’accesso alle reti del futuro anche alle aree urbane ed extra urbane che al momento ne sono escluse, in modo che le opportunità offerte dalla transizione energetica non lascino nessuno indietro.
Le nuove tecnologie al servizio del cliente e della sicurezza
Anticipare le esigenze di elettrificazione delle società moderne significa sfruttare gli sviluppi tecnologici innovativi per soddisfarle, e aprire nuove opportunità in termini di modelli di business innovativi mettendo al centro il cliente e la sicurezza di comunità, operatori ed ecosistemi naturali a contatto con l’infrastruttura. L’obiettivo è fornire un servizio di distribuzione elettrica basato su una infrastruttura resiliente, sostenibile, e interattiva. In questo senso possono essere decisive nuove tecnologie come il Quantum Computing per migliorare la pianificazione e l’esecuzione delle attività in campo. La digitalizzazione delle cabine secondarie ottimizza la pianificazione della rete, rende i lavori più efficienti e incrementa la sicurezza sul lavoro, rendendola più agevole e misurabile, soprattutto in chiave preventiva.