Una coppia 70enne della provincia di Venezia ha raccolto nei boschi la colchicina, un’erba velenosa, e l’ha cucinata nel risotto credendola zafferano. La colchicina e lo zafferano sono due piante molto simili e i coniugi, purtroppo deceduti, devono essere stati tratti in inganno proprio dalla somiglianza.
La colchicina (una sostanza velenosissima contenuta nel colchico d'autunno, detto appunto falso zafferano) fiorisce tra agosto e settembre e cresce spontanea nei prati e ai margini dei boschi.
Come riconoscerla? Attenzione ai pistilli
- La prima cosa da osservare con attenzione quando ci troviamo davanti una di queste piantine di colore dal rosa al lilla è quella di controllare il numero degli stimmi (di colore giallo-ocra proprio come quelli dello zafferano): lo zafferano ne ha 3, mentre il colchico velenoso in genere ne ha 6.
- Il fiore è piuttosto attraente ma di una tonalità più delicata rispetto al Crocus.
Il veleno nascosto nel colchico
Il colchico autunnale è in tutto e per tutto una pianta velenosa. Lo è per via della presenza di alcaloidi particolarmente tossici.
L’ingestione pericolosa e i sintomi
- L’ingestione della pianta o di sue parti, tuttavia può provocare grave intossicazione, avvelenamento e risulta mortale.
- I sintomi più comuni sono dolori addominali, vomito, diarrea, paralisi respiratoria e ipotermia, rallentamento dei battiti cardiaci e aritmie cardiache. I sintomi possono esordire anche diversi giorni dopo l’ingestione.
- Nel caso, bisogna subito ricorrere alle cure mediche recandosi immediatamente al Pronto Soccorso o rivolgersi al Centro Antiveleni più vicino.