Non ho mai avuto difficoltà con le parole. Ma oggi sono qui, davanti a un foglio vuoto, senza sapere cosa scrivere. Troppi pensieri si affollano come al collo di un imbuto: qual è la cosa da dire Adesso?
In questi giorni sui social di CasaFacile siamo andati a ‘caccia di fiori’ – come dice la frase dell’ultima pagina: a saper guardare, c’è sempre qualcosa da imparare nelle difficoltà... E allora forse l’unica cosa da dire, prima che l’agognata normalità ci immerga nell’oblio, è: Ricordiamoci.
Ricordiamoci degli ultimi perché si diventa ultimi in un attimo, anche se si era primi. Ricordiamoci di non detestare un gruppo (i cinesi?, i lombardi?, gli altri quali che siano?) perché l’insensata ruota delle discriminazioni gira veloce. Ricordiamoci della buona sanità che cura tutti. Ricordiamoci che a darci le uniche informazioni attendibili sono stati i giornali e i tiggì, non le catene su whatsapp. Ricordiamoci che abbiamo avuto bisogno delle vere competenze, quelle di chi sa perché ha studiato, quelle della scienza. Ricordiamoci che abbiamo saputo obbedire a regole molto dure e che le regole possono salvarci la vita.
Ce l’ha insegnato un virus: un microorganismo che per vivere ha bisogno di un essere più complesso, in genere un animale dal quale sempre più di frequente ‘salta’ nell’uomo, perché l’uomo ha eroso l’habitat degli animali e si serve di loro in modo indebito: ce lo ha spiegato David Quammen in ‘Spillover’, un libro che potrebbe prevernire altre tragedie come questa. Ricordiamoci che non siamo padroni del Pianeta, ma parte di esso.
E poi Ricordiamoci dei canti sui balconi, quando era una gioia anche rivedere il vicino meno simpatico. Ricordiamoci dei nostri bambini che hanno disegnato arcobaleni e scoperto che il bene di tutti viene prima del proprio. Ricordiamoci della gentilezza ritrovata, dei toni pacati, dei «Come stai?» per davvero. Ricordiamoci dei ritmi lenti che ci hanno fatto stare meglio, dell’aria più pulita, del canto degli uccelli al posto del rumore delle auto. Ricordiamoci della nostra Casa che ci ha protetti e che è sempre il luogo giusto su cui investire.
Io ricorderò d’aver raccolto con cura la farina dopo avere impastato il pane, d’aver rinunciato al frigo pieno per non togliere roba dai supermercati. Ricorderò i miei figli pulire le loro stanze e dire: «Quanto siamo fortunati». #andràtuttobene, sì, ma ricordiamoci.
Francesca Magni, direttore
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