Quando mi sono trasferita nella mia casa, ho fatto costruire dal falegname un armadio per la lavanderia. L’ho disegnato su misura del contenuto, detersivi, scope, aspirapolvere, ferro da stiro, uno spazio per ogni cosa. È stato un investimento, ma quando lo apro mi dà due piaceri: l’estetica delle cose in ordine (con un tocco di colore!) e la comodità di trovare tutto subito. Nel ripostiglio invece è il contrario. Mobili e scaffali riciclati si affastellano in un mix disassortito che contiene la dispensa, la cantina dei vini ma anche la scarpiera, lo stender con i cappotti, borsoni, attrezzi da giardino e da bricolage, addobbi di Natale...
In ogni casa credo esista l’angolo ‘indisciplinato’, quello sfuggito alla razionalizzazione. In parte incarna un sano bisogno di concedere qualcosa al caos e all’imperfezione. In parte è frutto del valore che diamo alle cose: tendiamo a spendere più facilmente per arredi che si vedono piuttosto che per gli angoli di servizio. Così è stato per noi, progettare armadiature funzionali era un investimento, e abbiamo scelto di non farlo. Ma quando, più volte al giorno, entro in quella stanza e ne esco indispettita per la bruttezza e la scomodità, realizzo quanto sia stato un risparmio miope. Il ripostiglio dovrebbe essere il cuore funzionale della casa. Come scriveva già nel ’500 l’architetto Alvise Cornaro, «la fabbrica (cioè la casa) honestamente bella ma perfettamente commoda» è preferibile a quella «bellissima et incommoda»*.
Attenzione: non sto esaltando la praticità sopra l’estetica. La mia personale proporzione tra le due è 49,9 a 50,1 per la seconda. Per me funzione ed estetica devono essere in equilibrio, ma l’estetica deve avere uno 0,1 in più. Che non significa prevalere. Significa... andare nei campi a raccogliere fiori appena arrivati in una casa di vacanza, e prima di aver disfatto le valigie - come faceva mia madre quand’ero bambina. Significa che in tutto ciò che facciamo quotidianamente in casa, anche le attività più pratiche, occorre aggiungere un pensiero per la bellezza che non è accessoria, ma è la più ‘funzionale’ delle qualità: le cose belle le amiamo e le usiamo più volentieri. Le cose belle ci fanno stare bene e infine ci rendono più gentili.
[Francesca Magni]
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*citazione tratta da Raffaella Sarti, ‘Vita di casa’ ed. Laterza