Mia nonna ‘costruì’ da sola la sua casa: il marito navigava sulle petroliere e lei insieme ai tre figli abitava nel trilocale dei genitori con il bagno in cortile; finché comprò un terreno ai margini della brughiera. Era il 1958 e la casa che progettò con l’aiuto di un ingegnere era davvero moderna: vetrate scorrevoli, ferro e vetrocemento. Dentro, mobili in stile scandinavo, poltrone reclinabili e un’immensa parete a soffietto Modernfold: la stessa con cui l’architetto Gio Ponti, il padre del design italiano del ’900, aveva scandito il proprio appartamento in via Dezza, a Milano, creando stanze apri-e-chiudi.
Inseguendo il sogno di una casa e, insieme, quello di una famiglia riunita, mia nonna sembrava rispondere all’invito di Gio Ponti: “Amate i buoni Architetti Moderni. Esigete da loro Case Felici e perfette per confortare la vostra vita”.
Con l’arrivo di un quarto figlio malato la sua vita sarebbe stata tutt’altro che facile, ma quella casa le diede davvero conforto. Anch’io ci passai ore felici. Adoravo la parete a soffietto bicolore (grigio lato soggiorno, carta da zucchero lato tinello): la usavo come sipario per le sfilate con gli abiti Fifties della nonna. Solo anni dopo avrei capito che, scegliendo quella Parete a Soffietto, Gio Ponti aveva inventato l’attuale modo di ripartire la casa...
Di recente ho visitato la mostra su Gio Ponti a Parigi. Oltre a raccontare un genio capace di disegnare con uguale maestria una porcellana o un grattacielo (è stato direttore artistico di Richard Ginori nonché progettista del famoso Pirellone di Milano), la mostra mi ha ricordato qualcosa di essenziale: chi ama la casa deve amare anche l’Architettura. Perché è dalle scelte strutturali che dipende il nostro sentirci bene o male in una città, un quartiere, un edificio. Arredare non basta, tutto comincia con il progetto: è lì che nasce il comfort, dalla luce (naturale e artificiale, entrambe preziose), dal clima, dal silenzio... E il bello è che su questi aspetti essenziali oggi si può intervenire anche ristrutturando, come raccontiamo a pag. 95. Basta avere chiaro l’obiettivo: una casa che conforti la nostra vita.
Francesca Magni, direttore
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