Le case dei miei genitori hanno tutte ‘problemi di vista’: quella in città ha un ballatoio che affaccia su un muro, quella al mare vede un vallone e quella in collina... guarda la collina da sotto in su. Quand’ero ragazzina pensavo che i miei non sapessero scegliere le case; oggi che so quanto sacrificio costi comprare una casa anche piccola piccola, ho infinita ammirazione per quel loro ‘essere formiche’ e mettere insieme cari e imperfetti luoghi del cuore.
È da uno di questi che vi scrivo, la casa in collina, nel punto del giardino in cui mio padre mi trascinava per il gomito, «Vieni, vieni a vedere, là in fondo si vede il mare!» diceva, e a me non importava quel nonsense e che il mare non ci fosse, volevo sentire ancora la sua voce prima che l’Alzheimer gli rubasse la capacità di formare frasi compiute.
Oggi da qui vedo la chiesa ai piedi della quale lui riposa, e capisco che sì, laggiù in un certo senso c’è ‘il mare’... Il mare delle nostre aspirazioni, il mare delle case che non abbiamo e non avremo e di quelle che invece possiamo vivere. Il mare dei desideri e della realtà, che sembrano fatti per fare a pugni, e tocca passare la vita a metterli d’accordo. E tutt’a un tratto penso che in questo angolo di mondo imperfetto potrei anche viverci! Penso che non sono del tipo Pioniere, ma Ritrovatore...
Forse qualcuno di voi si ricorda: ve l’avevo domandato in una storia su Instagram, qualche tempo fa, mentre vagavo per il centro Italia vagheggiando di un ruderetto, e ragionavo sul fatto che tutti, a un certo punto della vita, andiamo in cerca (almeno idealmente) di un posto in cui fermarci o ritirarci. Qualcuno lo cerca in luoghi sconosciuti, lontani dalla sua storia e dalla sua geografia: sono i Pionieri; mentre qualcun altro, dopo avere vagato per orizzonti nuovi, sceglie quell’unica vista imperfetta in fondo alla quale magari non c’è il mare, ma c’è un ricordo: sono i Ritrovatori. E voi: siete pionieri o ritrovatori?
[Francesca Magni]
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