Passo ore e ore (e insieme a me in redazione lo facciamo un po’ tutti) a cercare di capire dove va la moda, quali saranno le future tendenze, meglio ancora, […]
Passo ore e ore (e insieme a me in redazione lo facciamo un po’ tutti) a cercare di capire dove va la moda, quali saranno le future tendenze, meglio ancora, a intercettarle prima che diventino tali. Davanti allo schermo del computer, a sfogliare giornali che vengono dall’altra parte del mondo (non scherzo, i più quotati adesso sono sudaficani, neozelandesi, australiani…).
Prima di tutti. E di corsa a cercare l’idea giusta, la foto perfetta e in fretta a impaginarla, con un testo efficacemente trendy. Ben sapendo che ci sono corsi e ricorsi, che tutto torna e che la moda è un attimo fuggente. Ma tant’è, essere i primi nel nostro campo è un dovere…
Poi esci dal tuo ‘palazzo di vetro’, sali in macchina e abbandoni il solito percorso casa-lavoro-internet, ti lasci dietro Milano e tutti i suoi perché e d’improvviso capisci. Che l’ultima moda è quel verde tenerissimo e brillante delle foglie di certi alberi che si mescolano con l’amaranto di certi altri, che insieme sfiorano il blu di un lago che di sfumature di blu ne ha milioni…
E vogliamo parlare di forme? Beh, io difficilmente riesco a immaginarne una più meravigliosamente disegnata di quella di un soffione di tarassaco (al fuorisalone i giapponesi di Tokyo Imagine l’avevano ‘imprigionata’ in un blocco di plexiglass luminoso) di un candida palla di fiorellini di ‘boule de neige’, di una margheritina del prato, persino.
Concludendo, un invito: leggeteci, sì (siamo in edicola col nuovo numero dal 2 maggio), credete in quello che vi suggeriamo e proponiamo in totalissima buonafede e con la competenza che, spero, ci riconosciate. Ma non smettete mai di guardarvi attorno. Mai. Magari la tendenza del momento è proprio lì, a un centimetro da voi e tutt’intorno.