Il mercato degli immobili italiani dati in locazione per molti anni è stato caratterizzato da una vera e propria piaga; gli affitti in nero e non registrati. Per cercare di fare emergere quanto più possibile queste situazioni, senza dubbio in parte legate anche ai costi molto alti che un proprietario di casa doveva sostenere e che arrivavano a erodere in maniera sostanziale il suo guadagno sulla casa affittata, qualche tempo fa è stato introdotto un nuovo regime fiscale che può essere applicato a discrezione del proprietario: la cedolare secca.
I vantaggi che questa tassazione agevolata porta con sé sono molti, ma vanno ben chiariti anche i limiti che essa impone soprattutto ora che, per la gioia di molti piccoli proprietari immobiliari, la cedolare secca è stata confermata anche nella manovra di bilancio 2018.
Le differenze tra affitto a libero mercato o a canone concordato
Cerchiamo di fare chiarezza: la prima decisione che il proprietario deve prendere, se intende avvalersi dei benefici della cedolare secca, è se l'affitto seguirà il regime del mercato libero (il proprietario sceglie autonomamente l'importo) o il cosiddetto canone concordato (legato, quindi, a valori minimi e massimi definiti in ciascuna area del nostro Paese).
Nel primo caso potrà godere dell'aliquota del 21%, nel secondo addirittura del 10%. Entrambe le tassazioni sono comunque molto inferiori a quella Irpef progressiva e legata al reddito generalmente applicata in precedenza che comunque, è bene ricordarlo, tutt'ora non è stata abolita e, se lo si vuole, rimane sempre valida.
Se si opta per il canone concordato si ha quindi un importante risparmio fiscale ma, di contro, si dovrà accettare di “guadagnare” meno in relazione al canone di affitto. Sia che si scelga il mercato libero sia quello concordato, però, fate attenzione.
Non occorre pagare la tassa di registro o imposta di bollo
La cedolare secca agisce come se fosse un sostituto di imposta e, quindi, non devono essere pagate ulteriori addizionali come tasse di registro o imposta di bollo. Ricordatelo perché se le pagherete, ahi voi, non vi verranno restituite in nessun caso.
Calcola velocemente quale cedolare secca ti conviene
Siete ormai convinti di voler godere della cedolare secca, ma siete in dubbio fra canone concordato o regime libero? La soluzione è semplice: fatevi due conti. Calcolate il valore annuale del vostro affitto desiderato, verificate quali siano i valori dei canoni concordati nella vostra zona e applicate la proporzione del 10% per il regime calmierato e quella del 21% per il libero. Questo vi consentirà di fare la vostra scelta in assoluta serenità.
Attenzione al reddito e alle detrazioni
Ricordate anche che se scegliete il regime di canone concordato non solo non potrete variare il costo dell'affitto per tutta la durata del contratto, ma non potrete nemmeno adeguare il canone in base agli aggiornamenti definiti dall'Istat. In ultimo, se quello derivante dalla casa in affitto è il vostro unico reddito, dovrete rinunciare anche alle detrazioni fiscali di spese mediche, ristrutturazioni e simili che, invece, potranno essere applicate nel caso in cui abbiate un altro reddito oltre a quello che deriva dall'affitto oggetto di cedolare secca. Buona scelta!