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Le 50 Manga chairs di Nendo 

Abbiamo intervistato Oki Sato, fondatore dello studio di design Nendo, in occasione della sua esposizione per il Fuorisalone 2016 nei chiostri di San Simpliciano

L’installazione '50 Manga Chairs' di Nendo, studio giapponese, ai Chiostri di San Simpliciano è stata una delle più spettacolari del Fuorisalone 2016. I manga sono un mezzo di espressione caratterizzato dall’elevato grado di astrazione, che si fonda su una serie di linee dal deciso effetto bidimensionale. I fumetti manga sono profondamente radicati nella cultura giapponese, dal momento che se ne può far risalire l’origine alle stampe “Ukiyoe”, una forma d’arte inventata e sviluppata durante il periodo “Edo” (1603-1868 d.C.). L’installazione 50 Manga Chairs è il risultato del tentativo di adattare il forte carattere simbolico dei fumetti giapponesi al design dell’arredo. I manga, infatti, sono opere composte da una serie di vignette riportate su un singolo foglio di carta per creare una sequenza narrativa. Allo stesso modo, le 50 sedie sono state allineate lungo una griglia, allo scopo di rievocare il senso di una storia. Con una continua attenzione per la capacità di astrazione dei fumetti manga, gli aspetti fisici come il colore e la consistenza sono intenzionalmente evitati. Al contrario si opta per una finitura a specchio che rifletta il mondo reale, proprio come i manga. Le 50 Manga chairs sono pezzi unici realizzati per la galleria americana Friedman Benda, New York. Durante la design week abbiamo incontrato nei Chiostri di San Simpliciano Oki Sato, il fondatore dello studio giapponese Nendo. Ecco l'intervista:
  • Ognuna delle 50 Manga chairs racconta una storia, rappresenta un movimento, un’emozione, è stato difficile ottenere questo effetto? Sì. È già difficile disegnare una sedia, disegnarne 50 è 50 volte più difficile! In questo caso è stato l’aspetto tecnico ad essere difficoltoso: le sedie sono realizzate in acciaio lucidato a specchio, la tecnica di lucidatura è stata effettuata a mano da un artigiano in Giappone (n.d.r. dove la Apple ha fatto lucidare i suoi primi iPod!). Lucidare 50 sedie ha comportato un enorme lavoro per più di 4 mesi.
  • Ti sei divertito a disegnare queste sedie? Assolutamente! Penso che questo sia molto importante: se lavorando sei troppo serio e rigido, le persone che vedranno l’oggetto lo percepiranno e si sentiranno nella stessa maniera. Il tuo atteggiamento si riflette in ciò che crei.
 
  • Questo tuo atteggiamento si percepisce appieno nel tuo lavoro: il tuo design riesce a stupire e a far sorridere, mantenendo però l’essenza minimale tipica giapponese. Come riesci a farlo? È una sorta di super potere?  No, non ho nessun super potere, penso però che il design giapponese, quando diventa troppo minimal e semplice, diventi freddo. Io voglio invece che il mio design sia friendly, voglio che si instauri una connessione tra l’oggetto e le persone che lo guardano. Un pizzico di ironia è come aggiungere un po’ di spezie al cibo: dà quel sapore in più, aggiunge una nota magica.
  • Da cosa trai ispirazione? Da ogni cosa! Qualsiasi cosa può diventare ispirazione, è nella vita di tutti i giorni che si trovano le cose migliori. Sono le cose semplici che danno maggiori soddisfazioni. Il pane appena sfornato per me è un lusso e lo apprezzo ancora di più rispetto a un ricercatissimo piatto francese!
  • Sei contento di essere qui ancora una volta al Fuorisalone?  Sì, assolutamente sì. Questo è il posto dove mi sono presentato per la prima volta come designer. Il Salone del Mobile è un po’ come se fosse la mia seconda casa.
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Alessandra Barlassina - gucki.it

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