C’era chi lamentava sporcizia ovunque, chi non riusciva ad accedere all’area giochi per via delle barriere architettoniche, chi aveva paura e chi invece non si voleva arrendere. Era il 2016 e la situazione di degrado che si riscontrava ai Giardini Pubblici Indro Montanelli non era molto diversa da quella che tanti altri cittadini lamentavano (e lamentano tutt’ora) nell’area verde sotto casa.
Anche al Parco Segantini, 4 anni prima, era successa la stessa cosa, con la differenza che lì, al posto dell’area cani o del parco giochi, c’erano solo cumuli di terra.
È stata la capacità di trasformare la protesta in collaborazione attiva a rendere peculiari queste esperienze. AGIAMO (che sta appunto per Associazione Giardini Montanelli) collabora oggi col Comune sia tramite proprie azioni di volontariato, sia continuando a segnalare agli opportuni uffici le cose che ancora non vanno.
Risale proprio a pochi giorni fa la delibera comunale con cui viene stabilito che anche i privati possono partecipare attivamente alla gestione e alla manutenzione dei parchi pubblici.
La decisione muove da una presa di coscienza duplice: da un lato l’interesse crescente nei confronti di orti e giardini condivisi da parte dei cittadini, dall’altro l’impossibilità, per le casse comunali, di far fronte alle spese di gestione per il verde (fortunatamente) in grande espansione negli ultimi anni.
Si pensi ad esempio ai sette nuovi parchi nei sette scali ferroviari dismessi, oppure alle situazioni strutturalmente più 'felici', ma comunque lasciate allo spazio d’azione dei privati, come quella degli “Orti Fioriti” di City Life, animati dai volontari dell’Associazione Orticola di Lombardia. O il campo di grano spuntato a Porta Nuova nel 2015 a fianco del Bosco Verticale, per volere della Fondazione Riccardo Catella e della Fondazione Nicola Trussardi.
Insomma, il verde è proprio di tutti, nel senso più letterale del termine.