Oggetti per la tavola dai colori pastello per rendere calda l'atmosfera in casa. L’accostamento fra le svariate argille, i colori pastello frutto di costanti ricerche ed il lavoro a mano fanno sì che ogni pezzo sia unico e irriproducibile, anche se la forma e la funzione non cambiano.
Ciao, puoi raccontarmi chi sei e cosa fai?
Mi chiamo Sara Bardazzi, sono nata a Firenze e vivo sulle colline del Chianti, circondata da vigne e uliveti. L’amore per la buona cucina e la sfrenata passione per l’argilla, nata da almeno sei anni, mi ha portato a creare ceramiche dai riposanti colori pastello per arredare la tavola e per tutto ciò che può essere utile per bere, mangiare e cucinare.
In un mondo che è votato all’innovazione tu sei, per certi versi, una professionalità del passato: come concili queste due facce del tuo lavoro?
Per me l’innovazione più grande, oggi, sarebbe riuscire ciascuno a godere maggiormente delle cose semplici che la vita ci offre, a tornare alle origini e a rivalutare il concetto di tempo. La ceramica infatti ti obbliga alle sue lente procedure, connette con se stessi e con il mondo circostante. Se guardiamo al concetto di innovazione, anche come possibilità di tornare a trarre beneficio dalla semplice materia primordiale, l’argilla, ha questa caratteristica. Ecco che innovazione e ceramica si conciliano perfettamente.
Perché hai scelto la strada dell’artigianato?
Semplicemente perché mi sento naturalmente parte di questo mondo. Ho trovato la mia strada dopo anni di insofferenza, durante i quali cercavo di dare sfogo alla mia energia, di essere realmente felice e realizzata. Ho avuto un colpo di fulmine quando casualmente mi sono trovata sotto il naso una vetrina piena di ceramiche giapponesi. E’ da lì che ho iniziato, da quell’innamoramento visivo. E da quando ho cominciato non sono stata più in grado di smettere, anzi. Si è fatta sentire presto la necessità di dedicare sempre più tempo al mondo della creatività, non più come hobby marginale, ma come attività protagonista della mia vita.
Tre parole per descrivere i tuoi prodotti.
Rustici, raffinati e perfettamente imperfetti.
Qual è la stanza di casa tua che preferisci?
Abito in una porzione di casa colonica risalente ad almeno tre secoli fa, dal sapore tipicamente toscano: travi a vista, pietre, nicchie di diverse dimensioni e forme, una credenza a muro ricavata da un vecchio passaggio che collegava l’interno con l’esterno... tutto ciò che amo sono i dettagli quindi. Ma se devo scegliere fra le varie stanze scelgo sicuramente la cucina, che ideai io stessa in muratura. Commissionai il lavoro ad un ceramista di Montelupo Fiorentino che realizzò mattonelle quadrate completamente a mano, smaltate di bianco e dipinte con un petalo color ramina su ogni angolo della mattonella. Il risultato fu una cucina autentica, storta, intima, accogliente, che non mi annoierà mai.
Come ottimizzi lo spazio nel tuo laboratorio?
Il mio laboratorio al momento è minuscolo per stare comodi ed accogliere tutto ciò che serve ad un ceramista professionista. Cerco di sfruttare al massimo ogni angolo della stanza ma tutto quello di cui ho realmente bisogno è il tavolo, le scaffalature su cui accumulo ceramiche da cuocere, da smaltare e pezzi pronti, il mio forno e tutti i miei attrezzi: taglierini, trine, mattarelli, pigmenti e tantissima argilla! Il mio sogno è di ingrandirmi in un futuro non troppo lontano per dedicare spazio soprattutto ad uno show room.