Proteggi i tessuti e l’ambiente con la lavatrice FiberCatcher Serie bPRO500 di Beko
Grazie alla tecnologia FiberCatcher®, la lavatrice cattura fino al 90% delle microfibre di plastica, riducendo l’inquinamento dell’ecosistema acquatico.
Il lavaggio dei capi di abbigliamento è una delle cause principali della presenza di microplastiche nel mare. Si stima infatti, che circa il 35% delle microplastiche presenti nei corsi d’acqua e negli oceani provengono da fibre sintetiche rilasciate durante il lavaggio. Il lavaggio ad alte temperature e lo sfregamento dei tessuti nel cestello rilasciano minuscole fibre di plastica nell'acqua di lavaggio che tramite lo scarico della lavatrice finiscono negli oceani causando ingenti danni all’ecosistema e alla vita marina.
Queste microplastiche non essendo biodegradabili persistono nell’ambiente ed entrano anche nella catena alimentare, tanto che, senza nemmeno accorgercene, potremmo ingerirne quasi 5 grammi alla settimana.
Per fermare questo ciclo di inquinamento alla fonte, Beko ha creato la lavatrice con filtro FiberCatcher® per trattenere le microplastiche.
La lavatrice FiberCatcher® Serie bPRO500 è dotata di un filtro per le microplastiche posizionato nella zona posteriore del cassetto del detersivo. Il processo di filtrazione viene effettuato in automatico prima della fase di scarico in gran parte dei programmi di lavaggio. Una volta selezionato uno dei programmi compatibili, il LED della funzione FiberCatcher® sul display si illuminerà per indicare che il filtro è attivo. Il sistema, ad ogni ciclo di lavaggio, trattiene e raccoglie fino al 90% delle microfibre di tessuto che altrimenti andrebbero disperse nell’ambiente.
Il filtro FiberCatcher® è realizzato per il 98% da plastica riciclata e ha una durata media di 6 mesi. Quando il filtro è pieno, il LED della funzione FiberCatcher® lampeggia per segnalarvi che è il momento di cambiarlo.
La lavatrice FiberCatcher® Serie bPRO500 dispone anche dellaTecnologia AQUAtech®, che dimezza la durata del ciclo di lavaggio permettendo di risparmiare fino al 30% di energia. Questa funzione, che si attiva automaticamente, premiscela il detersivo con l’acqua spruzzando la soluzione direttamente sui capi per una pulizia ottimale e delicata in tempi ridotti.
La funzione SteamCure® offre una serie di vantaggi essenziali per il lavaggio dei capi, tra cui igiene avanzata, capacità antimacchia e ammorbidimento dei tessuti, grazie al rilascio di vapore prima o dopo il ciclo di lavaggio a seconda del programma selezionato. Questa tecnologia innovativa non solo garantisce una pulizia profonda, ma anche un trattamento delicato dei tessuti, contribuendo a mantenere i capi freschi e privi di germi.
La tecnologia IronFast permette di ridurre il tempo necessario alla stiratura di camicie. Dopo ogni lavaggio, questa funzione assicura che le camicie siano stirate al meglio, riducendo le pieghe fino al 50%. Questo non solo ti fa risparmiare tempo e fatica, ma ti permette anche di indossare capi impeccabili senza dover passare attraverso il processo di stiratura tradizionale.
Grazie alle tecnologie di lavaggio e alla presenza del sistema di filtraggio FiberCatcher® integrato, riciclato e riciclabile, è ora alla portata di tutti ridurre l’emissione di microplastiche per rispettare l'ambiente.
Le soluzioni per il bagno firmate Geberit migliorano la vita quotidiana
Scopri un nuovo livello di comfort e funzionalità con le nuove soluzioni per il bagno di Geberit
Il bagno non è solo uno spazio funzionale, ma anche un rifugio di comfort e relax. Immagina un ambiente dove ogni dettaglio è progettato per offrirti una esperienza senza pari, dove la qualità della vita è al centro di tutto. Attraverso un approccio all'avanguardia che coniuga tecnologia e design sofisticato, Geberit trasforma il concetto di bagno in un'esperienza straordinaria creando una sinergia perfetta tra estetica e funzionalità.
Serie Acanto: filosofia componibile e modulare
La serie Geberit Acanto offre un approccio completo e personalizzato al bagno, unendo un design pulito dalle forme organiche a soluzioni intelligenti e dettagliate per ottimizzare lo spazio disponibile, rispondendo alle esigenze più diverse in termini progettuali e di design.
I sanitari hanno linee pure e dettagli unici. Il wc sospeso con TurboFlush ha prestazioni di scarico ottimizzate grazie alla nuovissima geometria interna asimmetrica, sviluppata per guidare l'acqua di scarico attraverso l'apparecchio in ceramica mediante un potente vortice.
Con l'opzione KeraTect® la ceramica dei sanitari è garantita da una protezione che crea una superficie non porosa ed estremamente liscia, efficiente e facile da pulire. L'apertura del wc è dotata della funzione di sgancio rapido per la massima igiene sotto e intorno al sedile.
Crea l'arredobagno ideale con i lavabi Mix & Match
Con il nuovo concept Mix & Match per l'area lavabo, è possibile creare una combinazione di mobili da bagno personalizzata, composta da mobili, lavabi, specchi e altri accessori dal design modulare. Un'ampia selezione di lavabi in ceramica e di mobili da personalizzare con colori, materiali e finiture di alta qualità. Grazie alla compatibilità di installazione, i mobili da bagno,i lavabi della serie Geberit One, Acanto e Icon i sanitari di una serie possono essere combinati liberamente tra loro.
Geberit Mix & Match è concepita pensando alla modularità e permette di abbinare i prodotti per il bagno preferiti, trovando la combinazione perfetta per il proprio spazio.
Sono disponibili lavabi da appoggio, slim e standard da abbinare a tre tipi di design per i mobili sottolavabo e i mobili laterali: con cassetti provvisti di meccanismo di apertura push-pull, cassetti con maniglia e cassettone con maniglia.
Infine si possono aggiungere mensole a parete, portasciugamani e ganci, lavagna magnetica con contenitori portaoggetti abbinati. Non mancano accessori per i cassetti compresa l'illuminazione interna, oltre a specchi con luce e i mobili specchio che assicurano la corretta illuminazione della zona lavabo.
Il vaso bidet: la soluzione ideale per spazi ridotti
Un wc con bidet integrato occupa meno spazio rispetto a installare separatamente un bidet tradizionale, rendendo l'arredamento del bagno più compatto e funzionale.
Geberit AquaClean Alba è un wc semplice ed elegante dotato di funzione bidet. Grazie al suo design pulito ed elegante e ai materiali di alta qualità è la scelta ideale per chi desidera tecnologia senza rinunciare allo stile.
Il vaso bidet è dotato della Tecnologia di lavaggio WhirlSpray ed è senza brida con risciacquo TurboFlush. L'apertura ha meccanismo SoftClosing e funzione di sgancio rapido. Tutte le funzioni sono gestibili da telecomando o dall'app, installabile su qualsiasi smartphone. Tra queste ci sono: i profili utente programmabili, i 5 livelli di pressione regolabili, la posizione dell’erogatore e la temperatura dell’acqua della doccetta.
Geberit AquaClean è dotato anche di rilevatore di presenza, funzione di decalcificazione e di modalità per il risparmio energetico.
L'uso di materiali di alta qualità, l'attenzione per i dettagli e l'integrazione di tecnologie avanzate contribuiscono a creare un ambiente che riflette il nostro gusto personale e che invita al relax e al benessere.
Sia che si tratti di un bagno di design minimalista o di uno spazio più tradizionale, è importante scegliere sanitari e lavabi di qualità e dal design accurato che non solo aggiungono valore estetico alla nostra casa, ma migliorano anche la nostra qualità di vita, trasformando il bagno in un'oasi di comfort e bellezza.
Tra fiori & stile: un matrimonio in primavera, romantico e naturale
Claudia Tinor Centi, flower stylist, ha trascorso le estati dell’infanzia tra le montagne della Carnia imparando a riconoscere fiori selvatici. Il suo Atelier Hanami porta un nome giapponese che significa ‘ammirare i fiori’ e lei di una cosa è certa: i fiori possono cambiare il modo di vedere la realtà e farci connettere con la nostra parte migliore.
Di solito, le spose che scelgono di sposarsi in primavera hanno un’estetica delicata, che predilige le tinte tenui dei verdi chiari, le sfumature del bianco crema e del rosa... una tavolozza di colori appena accennati, romantici, naturali.
La primavera offre un’abbondanza di alberi ed arbusti fioriti. Ed è questo il motivo per cui, per realizzare questo matrimonio primaverile celebrato in una chiesetta fuori città, ho scelto di utilizzare fronde e rami, valorizzando sia la loro parte verde sia quella fiorita. Ho scelto più arbusti fioriti che fiori recisi veri e propri: Spirea Arguta, l’elegante Pieris Japonica dai fiori a campanula, i grappoli di Lillà (Syringa Vulgaris) e il Viburnum Opulus Roseum, dai fiori tondeggianti. Di conseguenza, anche il bouquet rispecchia un’eleganza romantica e senza sforzo, non troppo spettinata.
Un mazzo piccolo, discreto, delicato, una bellezza che non ama strafare e in piena tendenza con le proposte floreali di quest’anno. A volte è facile pensare che alcuni stili floreali che sono sempre di moda siano banali... io non la penso affatto così. Anzi, rispecchiano la stagione e le meraviglie che ci regala. Le mode fanno proposte audaci, ma la cosa più importante è trovare uno stile che ci rispecchi e ci dia gioia. Per questo è importante affidarsi a noi professionisti: sapremo sempre trasmettere nel modo migliore il vostro gusto e il vostro ‘racconto’, anche nel giorno più speciale!
Il tocco Hanami
Le bottoniere: tutte diverse, con gli stessi fiori presenti nel bouquet, e legate da un nastro di seta un po’ stropicciato, in stile casa di campagna d’altri tempi.
Shopping: taglieri di legno
La forza del design è quella di nobilitare anche il più semplice degli oggetti... Come i taglieri che vedi qui, realizzati in diverse essenze e forme.
Sono perfetti per affettare, ma non relegarli in cucina, portali in tavola! E per pulirli, niente lavastoviglie né ammollo, passali con acqua calda e, se serve, percarbonato e detersivo per i piatti.
Curiosità da Guinness: il tagliere di salumi più grande al mondo è stato realizzato per beneficenza da Boarderie, azienda di delivery della Florida. Misurava più di 6x4 metri per un peso di 450 kg, dei quali ben 350 kg di cibo!. [Francesca]
Sfoglia la gallery e lasciati ispirare!
Icone del design: l’orologio da tavolo Cifra 3
Alessandra Barlassina • Gucki
Blogger CF Style
Gino Valle era un architetto, non voleva creare semplici oggetti, era interessato al loro rapporto con l’uomo e a come potessero modificare l’ambiente in cui si trovavano.
Avrebbe mai immaginato di dare la forma più iconica del design allo scorrere del tempo? Valle iniziò a lavorare per Solari nel 1954 progettando l’orologio elettromeccanico a scatto di cifre, il Cifra 5 che nel 1956 vinse il Compasso d’Oro. Da lì nacque un’intera famiglia di orologi di cui Cifra 3 è la versione più piccola e compatta.
Per regolare l’ora, niente tasti ma semplici ‘inviti’ concavi per le dita che agiscono direttamente sui rulli di ore e minuti, e per farlo basta una sola mano! Ancora oggi 100% Made in Italy, viene assemblato paletta per paletta, in una specifica sequenza. Ma tutti conosciamo bene questa tecnologia a palette brevettata da Solari: è quella che troviamo nei teleindicatori (i cosiddetti ‘tabelloni’) di aeroporti e stazioni (premiati con il Compasso d’Oro nel 1962) con il loro inconfondibile suono.
Il più famoso? Senza dubbio quello del terminal TWA dell’aeroporto JFK di New York, progettato da Gino Valle per Eero Saarinen che ne disegnò l’iconico guscio ovale.
Io non faccio oggetti, stabilisco relazioni. Costruisco rapporti e definisco flussi ambientali in termini di tempo, come un prima, un durante e un dopo. [Gino Valle]
Designer: Gino Valle (Udine 1923-2003)
Produttore: Solari Lineadesign
Prezzo: € 460 (cm 18x10,5x9,5h). È disponibile nei colori
bianco, nero, rosso e verde.
Progettato nel: 1966
Idea: un orologio a rullo composto da palette di piccole dimensioni, da tenere a casa o in ufficio.
Materiali: la cassa esterna nella parte anteriore è in polimetacrilato trasparente mentre in quella posteriore è in termoplastico ABS.
Segni particolari: le cifre rigorosamente bianche su fondo nero. Il lettering fu ideato da Massimo Vignelli (cognato di Gino Valle) che utilizzò il font Helvetica apportando alcune leggere modifiche.
Curiosità. Ogni fotografia ufficiale di Cifra 3 lo ritrae sulle 12.58. È una scelta precisa, voluta da Gino Valle e ancora oggi rispettata, come se tutti gli orologi fossero idealmente sincronizzati tra loro.
Lo sapevi che... Il sistema a rulli di palette fu inventato da Remigio Solari, rotante come uno schedario Rolodex. Cifra 3 è il più piccolo orologio ancora in produzione che sfrutta questo sistema.
Il design giapponese in mostra a Milano
La mostra ‘Origin of Simplicity. 20 Visions of Japanese Design’, all’ADI Design Museum di Milano, fino al 9 giugno espone oltre 150 opere di artisti e designer giapponesi dagli Anni ’60 a oggi per illustrare un’idea di semplicità che mette insieme sapere artigianale e rispetto per la natura.
Fino al 9 giugno 2024, l'ADI Design Museum di Milano ospiterà la mostra "ORIGIN of SIMPLICITY. 20 Visions of Japanese Design", un evento imperdibile per gli appassionati del design giapponese. Curata da Rossella Menegazzo, storica dell'arte e esperta di cultura giapponese, e con un allestimento ideato dal celebre designer Kenya Hara, la mostra offre un viaggio tra tradizione e innovazione attraverso oltre 150 opere mai esposte prima in Italia. L'esposizione mette in luce l'essenzialità delle forme, la cura dei dettagli e l'originalità del design giapponese, evidenziando come questi elementi si coniughino con avanzate ricerche tecnologiche e ingegneristiche.
La mostra, prodotta in collaborazione con la Ishibashi Foundation di Tokyo e supportata da partner come UNIQLO Italia e NTT DATA, offre una panoramica unica sul rapporto tra il design giapponese e il Made in Italy. Ogni sezione, concepita come un "albero" all'interno di una foresta, raggruppa opere che esprimono qualità specifiche del design nipponico, fornendo al visitatore una chiave di lettura per comprendere concetti come "ku" (vuoto), "ma" (spazio), "wabi" (povertà) e "sabi" (consunzione).
L'evento promette di essere una celebrazione dell'artigianalità e della filosofia giapponese, mostrando come la semplicità e l'armonia con la natura siano alla base di una tradizione secolare, capace di innovare senza perdere il legame con le proprie radici.
Architetti & Designer: Marco Piva
È un archistar, conosciuto per i progetti di avveniristici edifici. Qui ne ripercorriamo il lavoro di product designer, partendo da una collezione disegnata oltre 40 anni fa!
È un archistar, conosciuto per i progetti di avveniristici edifici. Qui ne ripercorriamo il lavoro di product designer, partendo da una collezione disegnata oltre 40 anni fa!
Dal 1990 il suo Studio, attivo in tutto il mondo, progetta hotel, raffinati edifici abitativi e commerciali, luoghi pubblici, case di pregio. E prodotti per i migliori brand. Ma la storia ha inizio prima, negli Anni ’80...
Per ripercorrere la sua storia come designer siamo partiti da lontano, dal 1982... Rivedendo il suo progetto dei Mobili in Colore che cosa le torna alla mente?
Ricordare il 1982 è per me una grande emozione: è come tornare all’inizio di un bellissimo e avventuroso percorso di ricerca, di sperimentazione e di generazione di idee, di eventi e di produzioni libere da vincoli di carattere funzionali e formali che avevano fortemente caratterizzato il mondo del Design prima dell’avvento del fenomeno 'Radical Design'.
Erano gli anni di Studiodada, lo Studio fondato da lei assieme ad altri cinque giovani architetti, ma anche del Gruppo Memphis di Sottsass e di altre esperienze di lavoro collettivo...
Erano i tempi di Memphis, di Alchimia, di Superstudio, di Archizoom, e Studiodada era il nostro contenitore di ricerca, un team di architetti e designers che tentavano nuove strade concettuali e formali. Abbiamo giocato con i materiali, con i colori, con le forme, con la possibilità di interazione tra prodotto e utente, caricando gli oggetti di una loro 'anima', di una loro capacità di emozionare. La Mostra “L’interno dopo la forma dell’utile” organizzata da Alessandro Mendini presso la Triennale di Milano costituì per Studiodada una pietra miliare sulla via di un vasto e complesso processo rigenerativo del nostro 'fare design' con la collezione Mobili, Ceramiche e Tessuti in Colore con Brunati, Ceramica Gabbianelli e tessuti Marcato.
Cosa è rimasto oggi del Radical design?
Del Radical Design oggi rimane l’esempio di una trasgressione 'propositiva', un’azione di revisione di elementi consolidati dalla confortante consuetudine di uno 'stile' generalmente condiviso a favore di nuove avventure concettuali. Nel mio lavoro di ogni giorno, ad ogni scala di progetto, ho mantenuto vivo quello spirito critico che mi consente di indagare a fondo le ragioni e le modalità di sviluppo di ogni singolo progetto... 'Dal cucchiaio alla città' come diceva Ernesto Nathan Rogers.
Da studente, quali erano i suoi punti di riferimento nel mondo dell'Architettura?
Da studente ho avuto la fortuna di incontrare i padri del Design italiano, Ponti (me lo presentò mio padre quando ero ancora un bambino) Magistretti, Castiglioni, Zanuso, Albini e la grande Franca Helg, Paolo Portoghesi, Gregotti. Personaggi diversi per idee, produzioni e cultura del progetto.
Nei suoi corsi universitari al Politecnico e in altre università di tutto il mondo, che consigli dà agli studenti?
Quando in Facoltà partecipai all’ introduzione al Corso di Architettura fu per me un momento fantastico. Alberto Rosselli, genero di Ponti e grande architetto, ci disse: “Guardatevi attorno e ricordate che solo il 4% di voi riuscirà a fare la professione di architetto”: puro terrore, ma anche una grande e appassionante sfida. Ai miei studenti, ovunque nel mondo, dico che devono scoprire il tesoro che custodiscono dentro di loro e che non deve essere necessariamente la creatività compositiva, ma che può essere invece una delle molte altre attitudini sempre più strategiche nel contesto del Design contemporaneo, quali ad esempio la capacità di gestire, coordinare, comunicare e pianificare il progetto. Oggi la scuola deve preparare gli studenti ad affrontare un mondo in cui la complessità è data non solo dai contenuti formali e tecnici di un progetto ma anche dagli aspetti economici, sociali ed etici legati allo sviluppo del processo dal concetto alla sua realizzazione.
Lei è conosciuto in tutto il mondo anche per i suoi progetti di urban design e per gli avveniristici edifici progettati in Cina e non solo. È d'accordo con Jean Prouvé che diceva che 'non c'è differenza tra la costruzione di un mobile e quella di un immobile'?
Sono d’accordo con Jean Prouvé per quanto attiene ai processi costruttivi, ogni area progettuale ha i suoi sistemi costruttivi e questi sono sovente tra loro coerenti. Per quanto riguarda gli aspetti concettuali invece trovo vi siano più similitudini nella definizione di sintesi di una forma architettonica e della forma di un oggetto d’uso differentemente da quanto avviene per l’architettura degli Interni, degli elementi di arredo o dei sistemi di gestione tecnologica degli spazi che richiedono un lavoro molto più dettagliato, articolato e multidisciplinare già dai primi momenti di sviluppo del progetto.
Quando la definiscono 'archistar' cosa pensa?
Quando mi sento chiamare archistar considero la cosa in modo propositivo e stimolante e mi dico che devo impegnarmi sempre di più, ogni giorno, attraverso il mio lavoro, la mia dedizione e creatività.
Come architetto, crede che l'essere italiano sia un valore aggiunto quando si confronta con committenti stranieri, o quello dell'architettura oggi è un mondo globalizzato in cui il background e le origini passano in secondo piano?
Essere architetto italiano nel mondo è un valore unico. Anche se con alcune carenze, le nostre Università e i nostri Politecnici hanno generato e tuttora generano professionisti di alto livello dotati della capacità di passare da una scala di progetto all’altra in una continuità concettuale e di governo del processo che altri non hanno. Molte volte i miei Clienti esteri si sono sorpresi della nostra capacità di governo del processo progettuale dal Masterplan all’architettura fino all’Interior Design con la piena capacità di dialogo con gli investitori, gli sviluppatori, gli ingegneri civili e impiantistici, con le Commissioni del Paesaggio, con le Sovrintendenze e con gli specialisti del Marketing.
Un altro campo in cui il suo Studio è molto attivo è quello della progettazione per l'hospitality (tra gli ultimi lavori c'è la riqualificazione di Palazzo Cordusio, a Milano, trasformato in un Hotel Melià a 5 stelle, ma ricordiamo anche la ristrutturazione e l'ampliamento dell'Hotel Gallia, sempre a Milano). Quanto è importante oggi questo settore?
L’attività del mio Studio nell’area tematica legata al turismo e all’ospitalità è continuativa ed intensa. È il territorio di progetto che mi affascina e attrae particolarmente perché sono un viaggiatore nato, sono attratto dall’idea del viaggio, della scoperta dei luoghi e delle diverse culture, dei territori e dei paesaggi. Gli alberghi oggi sono, nella mia concezione, 'apparati abitativi polifunzionali', sono luoghi speciali dove le culture di chi ospita e di chi viene ospitato vengono a contatto e possono così creare nuove sinergie, contaminazioni, idee: l’hotel è a mio parere sia in Italia che all’estero un hot-spot culturale privilegiato in qualsiasi luogo esso venga collocato.
C'è ancora qualcosa che non ha progettato e su cui le piacerebbe lavorare?
Mi dovrò confrontare presto con un tema che non avevo ancora affrontato: un luogo di culto, una chiesa. Ma a livello di ricerca sto lavorando ad un modello di stazione lunare permanente. Un complesso polifunzionale “off world”! Chissà…!.
Inventiamo una nuova realtà, saremo protagonisti del nostro oggi, per costruire un domani di meraviglia e stupore da regalare a chi verrà dopo di noi.
1982 - Coll. Mobili in Colore [Brunati]
2010 - Libreria Brera [Altreforme]
2017 - Tappeto coll. Cave [Sahrai]
2018 - Lavabo Tao [Kreoo]
2019 - Credenza Fire [Riva1920]
2019 - Lampada Gravity [Italamp]
2021-22 - Calorifero Parenthesis [Caleido]
2022 - Poltrona Nido [Rever]
2023 - Tavolo Alexander [Horm]
2023 - Vasi Bloom [Venini]
2024 - Sedie Aurelia [BBB Italia]
Made with Love: Oliena
Vi portiamo in giro per l’Italia alla scoperta di piccole eccellenze in stile CF.
I social non soltanto danno spunti creativi, a volte ampliano anche le prospettive professionali. Marta Congiu, mamma giovanissima di due figli ormai adolescenti, ha sempre amato i lavori manuali, in particolare l’uncinetto. Poi, cercando idee su Pinterest, ha scoperto il macramè. «L’ho subito sentito come qualcosa di mio, anche se non sapevo niente dei nodi. Una decina d’anni fa in Italia non c’era molta informazione, cercavo i tutorial su Google. A Oliena, dove abito, e nella vicina Nuoro, era impossibile reperire i materiali» racconta.
Ma chi la dura la vince e la passione autodidatta, indirizzata nel 2018 con un corso a Nuoro, è diventata Queen Macramè, il brand con cui realizza tende, cornici per specchi, amache (anche per gatti), runner, lampadari e portapiante, a tutta creatività.
Che cosa ti piace del macramè?
I nodi permettono di creare veramente di tutto, l’unico limite è... la mancanza di fantasia! Il mio punto forte sono le tende, che realizzo anche di grandi dimensioni, e gli arazzi. È un lavoro super creativo, qualunque cosa mi ispira, anche il disegno delle cementine di un vecchio pavimento.
I tuoi clienti che cosa amano in particolare?
Dipende molto dai periodi e dalle tendenze, in questo momento apprezzano i fiocchi della nascita e l’albero della vita; un evergreen sono le tende, che realizzo su misura. Mi faccio spiegare quali disegni geometrici e quale stile preferiscono e do spazio alla fantasia, perché lavoro senza uno schema. I miei primi clienti sono stati stranieri: Germania, Francia, Stati Uniti... Instagram ti mette in contatto con il mondo.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto pensando a una linea di manufatti che unisca macramè e tessuti, per andare oltre una visione classica dei nodi.
Da dove nasce il nome Queen Macramè?
Ho una grandissima passione per i Queen che mi hanno sempre accompagnata e lavoro al ritmo della loro musica!
Luoghi
Alle Botteghe Su Gologone, a pochi km dal centro abitato e accanto all’omonimo resort, puoi trovare oggetti per la casa e per la tavola disegnati dalla proprietaria Giovanna Palimodde, ispirati ai motivi tipici sardi e realizzati dalle abili mani di artigiani locali. @lebotteghesugologone
Ospitalità
Si torna indietro nel tempo, al B&B Corte San Lussorio: bianco alle pareti, turchese su porte e infissi, volte con mattoni a vista ricordano le cortes, i cortili un tempo centro della vita di Oliena. Nelle camere, arredi tradizionali e comfort contemporanei. Parti da qui e scopri la Barbagia. @cortesanlussorio_beb_oliena
Tendenza: Infiorare
Una selezione di 3 immagini scovate in giro per il web e raggruppate in trittici dal nostro Art Director. Fotografi, artisti, illustratori, typo designer: i loro lavori ispirano e fanno pensare. Questo mese il tema è... 'infiorare'!
Atavico desiderio di ornare con fiori, cospargere tutto di delicati e profumati petali, anche le strade.
Lee Si-ho dice che “Un fiore è il risultato di momenti difficili”. Sopporta tutte le fasi della crescita e sboccia. La ripetizione della fioritura è proprio come la vita... Questa pacata figura tra i fiori esprime la capacità della natura di abbracciare e confortarci.
Makoto Zenpukuji infiora ogni centimetro. È un artista di vasi per bonsai mame (fagiolo). Micro piante realizzate con il solo uso delle forbici e invasate con meticolosa e sapiente progettazione.
Charles Clary ha perso di recente i genitori e con ‘Ugh‘ tratto dai suoi Text-i-monials, la carta da parati a fiori ricordo di una beata infanzia è stratificata e intagliata con una strana morfologia virale. Traspaiono parole di disappunto sulle texture, come a dire “Non è tutto rose e fiori...”
Escher in mostra a Ferrara
La vertigine visionaria di Maurits Cornelis Escher è la protagonista dell’esposizione al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Fino al 21 luglio sono in mostra circa 130 opere divise in sezioni stilistiche, temporali e geografiche (lo sapevi che tra le due guerre il Maestro olandese visse in Italia?).
La città di Ferrara ospita una nuova mostra dedicata all'arte di Escher presso il Palazzo dei Diamanti. Questa esposizione segna un'importante conclusione di cinque anni di iniziative culturali promosse dal Comune, che hanno mirato a rendere Ferrara un centro vitale per l'arte e la cultura.
La mostra di Escher, caratterizzata dalle sue iconiche geometrie e illusioni ottiche, si inserisce perfettamente nell'architettura del Palazzo dei Diamanti, offrendo ai visitatori un'esperienza visiva unica. Inoltre, per le prime tre settimane dopo la fine della scuola, il palazzo ospiterà un centro estivo per bambini, un'iniziativa volta a introdurre i più giovani al mondo dell'arte.
La mostra ha ricevuto il sostegno di Eni come sponsor, dimostrando l'impegno delle aziende nel promuovere l'arte e la cultura a livello locale.