Come profumare il bucato… e liberare la propria creatività
La storia di Elda Zanoli è quella di molte donne tenaci e creative che hanno saputo trasformare una crisi in un’opportunità: scopriamo insieme l’avventura che l’ha portata a produrre più di 40 diverse essenze profumate per la biancheria e altre linee di prodotti tutti dedicati al benessere… Più una fragranza speciale, avvolgente come un abbraccio e decisa come una mamma che ha saputo reinventarsi per amore.
Avete presente il potere evocativo della musica? Poche note ed ecco spuntare quel ricordo indelebile legato a quella canzone. Una specie di jukebox delle emozioni! Non vi succede anche con il profumo del bucato? E a volte dietro quella fragranza si cela una storia che merita di essere raccontata...
Nel 2010 la neomamma Elda Zanoli perde il lavoro ma non la sua tenacia e la sua creatività: spesso si ritrova a rimuginare nella lavanderia self-service del paese, guardare il cestello che gira aspettando la fine del lavaggio la rilassa. Ecco allora, improvvisamente, l'idea: aprirne una nuova, con qualcosa in più! Elda nota che la clientela della sua lavanderia self-service torna sempre più numerosa perché entusiasta del profumo dei capi lavati. Inizia allora a sperimentare fino a riuscire a mettere a punto una serie di essenze che la soddisfano. Oggi Elda gestisce un sito e-commerce, 120 rivenditori in tutta Italia e tante altre linee di prodotto, non solo per il bucato! Ma lasciamo che sia lei a raccontarsi.
Qual è la prima fragranza che hai creato?
“Diamante, tuttora la nostra fragranza best seller: è fresca, floreale e sa di pulito ed è forse quella che più ho nel cuore. Per me è il profumo dei ricordi, del bucato quando lo faceva la mia mamma. Quel profumo che rimane impresso nell’anima e che mi ricorda casa mia, mi ricorda i momenti spensierati di una bimba che guarda il mondo con entusiasmo. Ricordo di aver passato notti insonni su questa nota di profumo, mille prove di lavaggio e mille ripensamenti, fino a quando mi sono detta: è lei! Quella sera ho svegliato tutti a casa, ero contenta e la mattina quando ho steso il bucato all’aria, la mia vicina mi ha telefonato e subito mi ha chiesto cosa fosse il profumo che arrivava da dietro la recinzione. In quel momento ho capito di aver colto nel segno!”
Oggi le profumazioni disponibili sono ben 42…
“Dopo Diamante, ho pensato che comunque una fragranza non bastava, che forse non tutti l’avrebbero gradita ed ho deciso di sviluppare una profumazione più morbida e avvolgente che fosse in grado di soddisfare anche gli amanti dei profumi più dolci e meno freschi. Ho recuperato le basi dei profumi che avevo disposizione e che avevo escluso per la realizzazione di Diamante. Ricordo che ci ho messo davvero poco tempo, ed ho trovato la quadra in meno di una settimana. Mi sono detta: questa è una profumazione avvolgente, morbida e rotonda (ricordo le parole esatte) e così ho pensato alla Perla, la pietra tonda per eccellenza, e l’ho battezzata così!
Ci sono altre 2 profumazioni che ho creato nel corso degli anni ed alle quali sono molto affezionata: Diamante & Ylang Ylang, che adoro, nasce quasi casualmente, dopo aver aggiunto al lavaggio una fragranza che stavo testando ma che non mi convinceva: ero all’ultimo tentativo e la dose che mi era rimasta era un po’ scarsa, così ho avuto l’idea di aggiungere Diamante e devo dire che ho fatto proprio bene. Oggi molte persone impazziscono per questa essenza.”
Però la profumazione davvero speciale si chiama Thomas!
“Sì, il senso della mia vita, mio figlio. Ho voluto dedicarla a lui perché è un profumo dolce come il suo carattere, dalle note di fondo forti ed avvolgenti come i suoi abbracci, e dalle note di testa decise come la sua personalità.
E la creatività non si ferma…
“Piano piano sono arrivata a 8 profumazioni, poi 12, poi 16, 20, 30 fino ad arrivare oggi a 42 profumazioni regolarmente a catalogo e ad altre 8 in edizione limitata. Ho declinato le profumazioni più apprezzate anche in altre linee di prodotto come ad esempio gli spray tessuti, gli spray ambiente, i diffusori, le candele le card profumate... e la cosa che mi fa più felice è che i miei clienti le apprezzano quanto le apprezzo io.”
Made with Love: Caltagirone
Vi portiamo in giro per l’Italia alla scoperta di piccole eccellenze in stile CF.
La comune passione per la ceramica e per lo stile di vita del Sud e poi un viaggio insieme in Sicilia, per verificare la fattibilità di un nuovo progetto, e la svolta. Le amiche Anna Marconi, una vita da PR a Milano, e Manuela Bertelli, esperta di comunicazione romana, hanno lasciato le loro città e si sono trasferite sull’isola, per fondare Maremoro, il brand con cui realizzano piatti, tazze, teste di moro, pigne, maioliche, prodotti tipici della ceramica di Caltagirone.
Ma non solo.
Anna e Manuela amano fare ricerca attorno alla tradizione e stanno recuperando oggetti in disuso, dando loro colori e carattere contemporanei.
Abbiamo appena presentato le ‘burnie’, vasi della cultura contadina usati per conservare i cibi sotto sale, e li proponiamo come contenitori per pasta, farina, frutta secca. Presto lanceremo i ‘lemmi’, ciotole di origine araba che nella nostra rivisitazione saranno insalatiere o centrotavola”.
Cosa caratterizza le vostre collezioni?
La connotazione mediterranea. Ci ispirano i colori della Sicilia, la sua storia ricca di influenze, i motivi tradizionali e colorati della ceramica. Valore aggiunto è il fatto a mano degli artigiani di Maremoro: i decori sono frutto del loro lavoro. Per questo ogni oggetto è unico.
Dove si comprano i vostri prodotti?
Nell’e-commerce sul sito. Abbiamo clienti in tutta Europa, Giappone e Sudafrica, a New York e a Dubai; forniamo anche ristoranti.
Vi mancano Milano e Roma, vivendo in Sicilia?
No, il trasferimento è stata una scelta giusta. Qui i colori e i profumi sono enfatizzati, la luce è esagerata, quasi non c’è l’inverno, si passa molto tempo all’aria aperta. E poi Maremoro esige ricerca e studio continui e appassionanti. Non abbiamo nessun rimpianto.
Luoghi
Non solo ceramiche e teste di moro, ma artigianato di firme locali. Puà Concept Store, in via S. Bonaventura 20, propone anche accessori e tessili per la casa, abbigliamento e bijoux ispirati ai motivi della ceramica. Tutto rigorosamente handmade.
Ospitalità
Pavimenti storici, pietra a vista, ceramiche nelle stanze e sulla tavola della colazione: nel cuore di Caltagirone (CT), il B&B Ronco Zaffarana immerge nella cultura dell’isola. Al resto ci pensa l’accoglienza di Salvatore, che fa sentire gli ospiti come a casa.
Rendi uniche le tue feste con le candele fai-da-te
Decorate a pois, a righe o con colori sfumati. Ci sono quelle sottilissime, per le torte più trendy, o i classici torchon per i candelieri. Qui ti insegniamo a farle modellando la cera (è facile!) o anche solo a decorarle.
Candele d'artista
Personalizza le candele di cera tinta unita con righe, pois, fiori e altri decori disegnati a mano libera. Usa i colori acrilici all’acqua specifici per candele [Rayher] – sono atossici e non scivolano sulla cera – o i pennarelli con cera liquida [Hobbyland].
Le candele sfumate
Occorrente: candele bianche, pastiglie di cera colorata, vasetti di vetro, spiedini di legno, carta forno. Come si fa: Fai sciogliere le pastiglie di cera a bagnomaria. L’acqua non deve bollire, o la cera sarà troppo calda. Mescola la cera sciolta con gli spiedini di legno, uno per ogni colore. Immergi la candela bianca nella cera sciolta, attendi alcuni secondi e ripeti. Per le sfumature immergi prima in un colore, lascia indurire e poi in un altro. Più volte immergi la candela, più il colore sarà intenso. Appoggia la candela sulla carta forno per farla indurire.
Il porta candele Raw
In alternativa ai classici candelieri e candelabri, usa un’asse di legno di recupero – più è usurata e tarlata maggiore sarà lo charme. Prendi dei chiodi lunghi e battili con il martello dalla base del legno, in modo che sbuchino sul lato superiore. Infila poi le candele sui chiodi, scaldando leggermente la cera alla base per evitare che si rompano. E ricorda: non lasciare mai le candele incustodite!
Le candele slim
Occorrente: pastiglie di cera, coloranti per cera, stoppino in cotone, spiedini di legno, barattoli alti, carta forno. Come si fa: sciogli a bagnomaria la cera e aggiungi i coloranti. Immergi nella cera lo stoppino di cotone, tagliato nella lunghezza desiderata. Lascia solidificare la cera per qualche secondo, poi ripeti più volte l’immersione fino a raggiungere lo spessore desiderato della candela. Quando la cera è ancora calda puoi modellare la candela. Lasciala solidificare sulla carta forno.
Le candele a pois
Occorrente: candele bianche, carta velina colorata, fustelle a cerchio, forbici, carta forno, asciugacapelli. Come si fa: con le fustelle ritaglia dalla carta velina colorata tanti pois – sovrapponi più fogli e il taglio risulterà più preciso e veloce. Distribuisci i pois sulla carta forno, avvolgi la candela e fissala con il nastro adesivo. Scalda la candela con l’asciugacapelli, fino a quando i pois di carta, in trasparenza, risulteranno più scuri. Significa che si sono fusi con la cera. Non sostare troppo a lungo in un punto, per evitare di sciogliere la cera.
Le candele torchon
Immergi le candele in una pirofila con acqua calda, ma non bollente. Togli le candele, appoggiale sulla carta forno e schiacciale con il mattarello, lasciando 2/3 cm alle estremità. Immergi di nuovo le candele in acqua calda per 3 minuti, quindi torcile con le mani. Se si formano crepe significa che la cera è troppo dura. Per eliminarle, immergi di nuovo la candela in acqua calda. Infine raffredda le candele ritorte in acqua fredda.
Decori in rilievo
È l’idea décor super facile per personalizzare le tue candele con micro pattern 3D: sciogli a bagnomaria degli avanzi di candele colorate o alcune pastiglie di colorante – ti servono poche quantità per colore. Immergi la punta di uno spiedino di legno nella cera sciolta e disegna un piccolo pois sulla candela. Alterna i colori. Se hai mani più esperte cimentati in fiorellini o altri motivi micro. Se decidi di non usarle subito, avvolgi le candele nella carta velina: ricorda che sono molto fragili.
Consigli utili
Ci sono molti modi per colorare la cera bianca: le pastiglie di cera colorata – la proporzione è 3 g di colore per 1 kg di cera; i pigmenti in stick –3 stick per 1kg di cera per un colore intenso o 2 per una tinta più leggera; i coloranti liquidi – 1 flacone da 30 ml per 1 kg di cera.
Architetti & Designer: Elisa Ossino
Si può creare armonia facendo convivere gli opposti? Sì, come dimostra il lavoro di una interior designer, architetto e stylist che si muove fra tradizione e contemporaneità.
La cifra principale dell’attività di Elisa Ossino e del suo Studio fondato nel 2005 è l’approccio olistico al progetto, che dà vita a prodotti caratterizzati da un’estetica che si rifà anche a modelli metafisici e surreali.
Nei suoi progetti come product designer si rivela un amore per le geometrie. Da dove nasce? Ci sono dei riferimenti artistici che l'hanno influenzata?
L’uso della geometria per me è imprescindibile, per generare segni, partizioni e campiture nello spazio. C’è una profonda influenza dell’arte in tutto il mio lavoro: il mio approccio progettuale mi porta ad allontanarmi il più possibile dal mondo reale, amo creare spazi sospesi e onirici, quasi installazioni più che ambienti veri e propri. Nel progettare una casa, per esempio, tendo a celarne gli aspetti funzionali per costruire spazi astratti, disegnati con grande attenzione compositiva e gli elementi e gli arredi quasi sempre custom concorrono a creare ‘dipinti tridimensionali abitabili’. L’uso della geometria è sicuramente uno dei tratti riconoscibili del mio lavoro, la uso sempre, sia nella composizione dello spazio, che nel disegno di texture e di arredi per cui privilegio da sempre le forme pure. Tra i riferimenti artistici citerei sicuramente Donald Judd, Sol Lewitt e Agnes Martin.
Al tempo stesso, però, nelle sue progettazioni di interni la geometria si stempera in atmosfere eleganti e leggere, quasi rarefatte...
Mi piace che lo spazio non rappresenti troppo il reale. L’arte è un’ispirazione in questo senso, quando progetto uno spazio lo porto ad un’astrazione, mi piace che sia sospeso ed onirico. Cerco di fare in modo che gli elementi lo compongano come un quadro. Lo spazio deve essere la traduzione di un momento, trasmettere una sensazione.
Da anni collabora con il brand Salvatori, specializzato nella lavorazione del marmo. Cosa le trasmette un materiale apparentemente statico, freddo?
È un materiale primordiale, utilizzato fin dall'antichità, e uno degli aspetti che apprezzo di più è l’unicità di ogni lastra, caratterizzata da venature e colori sempre diversi. Al tempo stesso, lo amo per la qualità scultorea e la sua preziosità. È un materiale che si presta molto sia alla creazione di arredi che di superfici. Trovo estremamente interessante la possibilità di creare degli oggetti riproducibili in serie ma anche unici.
Siciliana di origine, vive a Milano dai tempi degli studi al Politecnico. Come designer, dove sente emergere le sue radici mediterranee?
In tutti i miei progetti ci sono forti riferimenti alla mia terra e alle mie origini. I contrasti della luce, la simmetria dei templi, gli intarsi marmorei del barocco siciliano, temi che fanno parte del mio immaginario e che rielaboro in chiave contemporanea.
Quando era una studentessa, quali erano i suoi 'miti', del passato o contemporanei? E lo sono ancora?
Ce ne sono tantissimi, difficile elencarli, Étienne-Louis Boullée, Le Corbusier, Louis Kahn, per citarne solo alcuni.
A un giovane che volesse studiare Architettura che cosa consiglierebbe innanzitutto?
Di essere estremamente curiosi e di osservare la realtà che ci circonda in tutte le sue sfaccettature, approfondendo tutte le discipline artistiche in varie forme espressive.
Quali sono secondo lei i trend principali del design per questo 2024, quelli che vedremo anche al Salone?
Sono molti e paralleli; sicuramente immagino una presenza sempre più forte della tecnologia nelle nostre vite e nelle nostre case, un'estetica legata agli immaginari virtuali, ma allo stesso tempo emerge con forza un bisogno di riappropriarsi della nostra sensorialità approfondendo la materia. Materiali estremamente ricercati che nascono dall’incontro tra tecnologia e attenzione all’ambiente sono sicuramente un tema di grandissima attualità.
I progetti che creo sono definiti dalla leggerezza e dall’intensità, due concetti che soltanto apparentemente sono antitetici.
2014 - Tavolino-seduta Unus [Desalto]
2015 - Scatola per pensieri [Porro]
2016 - Soffione doccia Fontane Bianche [Fantini Rubinetterie]
2017 - Wallpaper Arcade [Texturae]
2018 - Divano Erei [De Padova]
2019 - Vasca Balnea [Salvatori]
2020 - Tappeto Ritagli [Amini]
2021 - Scrivania Franny e pouf Zoey [Dieffebi]
2022 - Poltrona Mekong [Trussardi Casa]
2023 - Rivestimento Tondo, Querini e Canton, coll. Formelle [Cimento]
Shopping: cassettiere alte
Tutto in ordine. E se non si ha a disposizione molto spazio, conviene... puntare in alto!
Queste cassettiere a sviluppo verticale, totem scultorei dai colori glossy o realizzati con essenze pregiate, non sono solo belle e ‘leggere’, ma anche capientissime. Ideali in camera, in cucina, in bagno o nella zona office per fare ordine con eleganza.
- Con 9 cassetti dotati di fermacassetti, Alex è disponibile in 4 colori [Ikea]
- Snow, componibile, un classico del design svedese [Asplund]
- Con telaio in centrale e cassetti ‘galleggianti’, Stack [Established & Sons]
- 360°, in Abs lucido, ha i cassetti che ruotano completamente [Magis]
- Blu ottanio per la versione ‘da 4’ del Componibili by Anna Castelli Ferrieri [Kartell]
- Come una scultura, in noce massiccio, Sutoa, con rotella posteriore [Frame]
- Float, con eleganti piedini esterni in tinta [Novamobili]
- Iconico il sistema componibile Haller, nato per l’ufficio: in 14 colori [USM]
Icone del design: la sedia Standard
Alessandra Barlassina • Gucki
Blogger CF Style
Jean Prouvé è stato un uomo del saper fare artigianale, un ingegnere e designer che ha avuto l’intuizione di trasferire la tecnologia di produzione dell’industria ad arredi e architettura.
Fedele ai principi modernisti, per lui l’estetica doveva essere di conseguenza funzionale: sistemi di assemblaggio intelligenti, strutture resistenti. È da questa filosofia della necessità che negli Anni ’30 nasce la sedia Standard.
Non c’è ricerca estetica nella curva importante delle gambe posteriori, ma volontà di risolvere un problema di resistenza. Queste sedie erano prodotte da Prouvé stesso ed erano impiegate in scuole e strutture pubbliche.
Le restrizione dell’uso del metallo durante la Guerra portarono allo sviluppo della versione in rovere, legno resistente e duraturo: la Chaise Tout Bois, l’unica sua seduta tutta in legno.
La Standard fu rimaneggiata e rielaborata negli anni, per questo ne è nata un’intera famiglia, a cui nel 1950 si aggiunge il tavolo EM, progettato per le Maisons Tropicales, abitazioni prefabbricate smontabili e a basso costo pensate per le colonie francesi in Africa. Un altro meraviglioso ibrido tra design&architettura.
Non c’è differenza tra la costruzione di un mobile o di un immobile. [Jean Prouvé]
Designer: Jean Prouvé (Parigi 1901 – Nancy 1984).
Produttore: Vitra
Prezzo: per la sedia, €879 la versione classica, €865 la Chaise Tout Bois in legno e €615 la SP con sedile e schienale in plastica; per il tavolo, a partire da €3.120.
Progettata nel: 1934
Idea: una sedia stabile e leggera con una maggior resistenza nel punto critico di tutte le sedie, cioè la giunzione tra le gambe e la seduta.
Materiali: legno, lamiera d’acciaio piegata e tubolare di acciaio.
Segni particolari: le gambe anteriori sono in tubolare d’acciaio perché devono sostenere un peso minore rispetto alle posteriori, più sollecitate, che sono voluminose sezioni cave, simili alle ali di un aereo, che trasferiscono le sollecitazioni al pavimento. Ma la ‘magia’ è che, se si guarda la sedia di fronte, la prospettiva fa apparire le gambe posteriori quasi uguali a quelle anteriori!
Soluzioni pratiche. In tutti i suoi progetti, Jean Prouvé non ha mai dipinto il legno: solo le parti metalliche venivano verniciate, per preservarle dalla ruggine.
Lo sapevi che... Il Vitra Design Museum a Weil am Rhein, in Germania, custodisce la più grande collezione di pezzi storici di Prouvé. Per questo dal 2002 la famiglia del designer ha trovato in Vitra il partner perfetto con il quale produrre gli arredi.
Fuorisalone 2024: la Lombardia sul ‘Tetto del mondo’
A Milano la Piramide all'Everest per raccontare l'eccellenza italiana a 5.000 metri d'altitudine
In occasione della Milano Design Week di quest'anno, dal 16 al 21 aprile, nella Lombardia Square - la piazza più grande d'Europa - presso il Palazzo della Regione (piazza di Città Lombardia Milano), ci sarà l'installazione 'La Piramide all'Everest'.
Una struttura ai piedi del versante nepalese dell'Everest a 5.050 metri di altitudine, progettata da Ardito Desio e Agostino da Polenza, fondatori di EvK2CNR, eccellenza italiana dal punto di vista scientifico e tecnologico sul 'Tetto del Mondo'.
Durante il Fuorisalone sarà possibile visitare l'interno della piramide.
Spazi junior in evoluzione: la ‘cameretta’ si trasforma
Simona Ortolan • Il pampano
Blogger CF Style
Alice e Filippo sono cresciuti e la loro stanza diventa un vero spazio personale: scopri le soluzioni che permettono di coniugare praticità, estetica e un’organizzazione a prova di… adolescenti disordinati!
Da oltre 10 anni Nidi, brand di camerette di design per bambini e ragazzi dello storico gruppo Battistella, propone soluzioni rivolte a varie fasce d’età, dai bimbi delle elementari fino agli studenti delle università.
Oggi mettiamo a fuoco le proposte per ragazzi e ragazze adolescenti che vogliono trasformare la loro ‘ex-cameretta’ in un luogo personalizzato dove studiare, rilassarsi, divertirsi e ospitare gli amici.
Nel video che trovi in fondo a questo testo puoi vedere le trasformazioni delle stanze di Alice e Filippo raccontate dall'architetto Simona Ortolan #creatorcfstyle, oppure andare direttamente sul sito per scoprire la sezione Next e progettare la tua!
La camera di Alice si trasforma
Quando Alice ha iniziato le scuole elementari, mamma e papà hanno acquistato per lei una cameretta con ampi spazi contenitivi: due pareti sono state ben sfruttate fino al soffitto con armadi bianchi, uno inserito nella nicchia già presente nel muro e l’altro ad angolo con una spalla attrezzata a giorno che funge da libreria e l’altro con una parte a ponte sotto la quale si incassava la testata del letto singolo con comodino-pouf.
Non avendo ingombri come il termosifone, è stato occupato anche lo spazio sotto la finestra creando un angolo lettura-relax, molto amato da Alice. Nei suoi disegni di bimba la nuova camera doveva essere coloratissima, ma la mamma sapeva che una base più neutra sarebbe stato un buon investimento per il futuro e ha accontentato le esigenze della bambina giocando con i colori della biancheria letto e degli altri accessori. L’angolo studio era ricavato sulla parete di fronte al letto, appoggiato su una comoda pannellatura (decisamente pratica da pulire!) che ha ospitato per anni i variopinti disegni di Alice che lei stessa attaccava e staccava ogni settimana in base ai suoi gusti, sempre in evoluzione. La zona studio era completata con mensole e comodi appendini per abiti e accessori.
Alice ora è un’adolescente e la ‘cameretta’ da bambina ha avuto bisogno di un restyling: la mamma aveva puntato su colori tenui e questa scelta si è rivelata vincente perché la zona contenitivo non ha avuto bisogno di nessuna variazione, salvo una riorganizzazione interna. Nella spalla a giorno i giochi sono stati sostituiti da libri e accessori (compresa una pianta ricadente perché Alice ha il pollice verde!) e la zona sotto l’armadio a ponte si è rivelata perfetta per ospitare una nuova scrivania più ampia, completata con una sedia ergonomica adatta all’aumento delle ore di studio. Sul fianco destro, una zona a giorno attrezzata con ripiani fino a terra permette di tenere sempre tutto a portata di mano (stampante compresa) senza ingombrare la scrivania, facilitando così ordine e organizzazione. La pannellatura sull’altra parete, perfetta per le esigenze di una bambina più piccola ma superflua per quelle di una ragazzina, è stata tolta e sulla parete colorata è stato appoggiato il nuovo letto più ampio con base a contenitore. Le mensole sono state sostituite con altre in essenza e il comodino è decisamente più stiloso. Alice è molto soddisfatta, ha una camera che le corrisponde meglio e non ha dovuto rinunciare al suo angolo preferito… la zona relax sotto la finestra dove leggere, chiacchierare con le amiche e sognare.
Il mondo di Filippo chiede nuovi spazi
Filippo ha sempre condiviso la camera con il fratello minore, ma da quando ha iniziato le scuole superiori questa sistemazione gli va sempre più stretta, anche perché non ha una scrivania tutta per se: i genitori decidono quindi di riorganizzare la casa spostando il figlio più piccolo (e gli arredi) nello studio che non viene più utilizzato assiduamente dopo la fine del periodo di telelavoro e quindi Filippo ha finalmente carta bianca! Può arredare da zero il suo spazio che lo ospiterà ancora per molto tempo, visto che frequenterà l’università nella stessa città.
Innanzitutto sceglie una palette colori decisamente più ‘adulta’ e riorganizza tutti gli elementi. La parete che ospitava i due letti singoli viene interamente arredata con una struttura contenitiva che ha anche una parte a giorno, molto comoda per lasciare a disposizione i cambi d’abito per lo sport e per la scuola, ma anche zaini, borsoni, scarpe e… skateboard! La chicca che piace molto a Filippo è l’illuminazione integrata nella colonna libreria: rende visivamente meno pesante l’armadiatura e gli permette di tenere in ‘esposizione’ i suoi oggetti preferiti. Dove c’era il piccolo armadio condiviso col fratello, Filippo posiziona un grande e comodo letto (con un ampio contenitore perfetto per far ‘sparire’ anche gli accessori più ingombranti) inserito in una parete attrezzata con un pannello e una lunga mensola che danno continuità, oltre ad essere molto comodi per tenere libri e accessori in vista. La zona studio sfrutta lo spazio più ridotto accanto alla porta ed è personalizzata con un divertente carta da parati e attrezzata con un’ampia scrivania. Qui Filippo studia e gioca, ha trovato il posto giusto per i suoi libri ma anche una zona ideale per gli amati videogame. Gli esagoni luminosi sulla parete rispecchiano il suo stile e finalmente lo fanno sentire protagonista del suo personalissimo spazio.
Finiture neutre e palette delicate lasciano spazio al tuo stile
I gusti dei teenager cambiano velocemente: ecco perché gli arredi della loro camera devono essere una tela neutra tutta da personalizzare, senza vincoli dettati da colori chiassosi. Nidi risponde perfettamente a questa esigenza, proponendo soluzioni dal design essenziale, ma ricche di dettagli funzionali che sfruttano ogni centimetro a disposizione.
Soluzioni hitech per restare sempre connessi
Nelle camere Nidi trovi accessori integrati come ricariche wireless, lampade snodabili, prese usb, luci led e faretti con sensore per l’interno degli armadi e delle cabine ma anche per i ripiani sopra la scrivania, supporti per tv e schermi: progettare la propria camera diventa un gioco appassionante.
Non chiamatele solo librerie…
A terra, sospese o a ponte, bifacciali o passanti, con vani a giorno o chiusi da ante e cassetti: le librerie Nidi disegnano letteralmente lo spazio e sono sempre pronte a modificarsi per rispondere a nuove esigenze. E se aggiungi un sedile imbottito sul top… diventa tutto più comodo!
La cabina armadio non è più un sogno
Le soluzioni contenitive di Nidi spaziano dalle mini cabine armadio agli elementi a giorno, tante idee per tenere tutto in ordine senza fatica e avere sempre tutto a portata di mano, grazie anche alle profondità variabili che si adattano a ogni tipo di spazio.
Qualità e solidarietà... tutte made in Italy
Per Nidi lavorare per bambini e ragazzi non significa solo impegnarsi nella produzione di arredi ben progettati e sostenibili, ma anche supportare concretamente varie realtà solidali come “i Bambini delle Fate” che si occupa di progetti dedicati ai ragazzi autistici e la fondazione TOG, Together to Go, che ha inaugurato lo scorso autunno il nuovo polo milanese di eccellenza per la disabilità e le fragilità infantili (Nidi ha contribuito ad arredare una parte degli spazi dedicati alla formazione dei ragazzi).
Lo spazio per l’home office che non pensavi di avere
Nicoletta Carbotti • Nicoletta Carbotti
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Spesso lavori da casa ma ti manca un vero e proprio studio? Qui trovi tante soluzioni per ricavare uno spazio per lo smart working nella tua zona giorno
Agnese ha un living davvero mini, Lorenzo vorrebbe sfruttare la zona ingresso aperta sul soggiorno, Federica vive in un loft con grandi vetrate e poche pareti d’appoggio… Tutti e tre lavorano spesso da casa, non hanno un vero e proprio ambiente studio e vorrebbero realizzare un piccolo home office evitando la zona notte.
L’architetto del team di CasaFacile Nicoletta Carbotti ha trovato per loro soluzioni pratiche senza rinunciare allo stile, utilizzando i sistemi Zalf che moltiplicano le possibilità compositive con la massima personalizzazione e l’impareggiabile qualità made in Italy per esplorare nuovi schemi abitativi.
Il design che genera lo spazio
Lo spazio home office spesso può essere ricavato nel living, ma non deve ‘prevalere’ sul contesto della zona giorno, normalmente dedicata alla convivialità e al relax: bastano pochi elementi, un piano scrivania, una buona illuminazione, una seduta ergonomica e qualche elemento contenitore per realizzare un'area dedicata allo smart working che risulti armoniosa con il contesto, mantenendo la coerenza tra gli arredi delle varie aree funzionali in termini di stile, colori e materiali.
Gli spazi che non pensavi di avere
Il design di Zalf sa essere furbo e versatile, e prestarsi a innumerevoli necessità: un armadio può nascondere un piccolo scrittoio, un pratico ripiano sospeso può armonizzarsi in una parete attrezzata, un pannello divisore può isolare il computer dal resto del tavolo da pranzo, lo schienale di un divano può fare da appoggio alla scrivania, magari schermata da una libreria divisoria.
Ma vediamo nel dettagli le soluzioni scelte da Nicoletta Carbotti.
A casa di Agnese la protagonista diventa la libreria Flexy Easy con un ripiano da dedicare al lavoro, un ottimo compromesso funzionale per chi ha spazi limitati, ma non vuole rinunciare a uno stile essenziale e pulito.
Lorenzo ha un ingresso aperto sul living che può essere ben sfruttato grazie al sistema Modulor: nella nicchia accanto allo spazio contenitivo si inseriscono ripiani e piani d’appoggio per creare un comodo home office con illuminazione integrata. E l’eleganza è garantita dall’alternanza delle mensole in metallo brunito con il piano scrivania in finitura noce.
Federica vive in un piccolo loft con grandi vetrate e una certa difficoltà nel trovare 'appoggio' per gli arredi: per lei la soluzione ideale è freestanding come lo scrittoio Sign, con struttura metallo e screen in tessuto. Il suo design asciutto ma versatile è adatto a configurazioni più giovani e libere.
Soluzioni smart, eleganti, funzionali e… sostenibili!
Zalf progetta e produce da anni secondo gli standard del design sostenibile: l’ecopannello, a bassissima emissione di formaldeide, è conforme al regolamento “CARB Fase 2” che abbassa drasticamente, rispetto agli standard attuali, i limiti massimi consentiti di emissione di formaldeide. Le strutture dei mobili Zalf sono realizzate in melanimico resistente alle abrasioni e di facile pulizia per evitare un eccessivo uso di detergenti.
Parole di stile: imperfetto
Carlotta Oddone progetta interni dove l’essenziale è ciò che non si vede: pazienza, cura, anima. La sua guida per costruire uno stile unico è fatta di parole. Astratte, ma concretissime... Questo mese la parola di stile è: imperfetto
“L’artigianato più raffinato mette in evidenza i difetti delle materie prime naturali, i segni caratteristici di una qualità non riproducibili su larga scala”. Qualche settimana fa ero sconsolata per alcuni problemi che non riesco a risolvere nelle mie stampe su lino.
Lavoro come una matta alle collezioni, faccio tante prove di stampa, ripenso, cambio, ma alla fine trovo sempre qualche imperfezione. Così ho fatto ricerche su due parole chiave: Naturale e Imperfezione e... ho scoperto che esiste un’ampia letteratura su questo binomio.
L’imperfetto non è un minus, ma è la prova dell’unicità, dell’artigianalità e della peculiarità delle materie prime usate. Non è facile comunicare il valore dell’imperfetto senza che appaia una giustificazione, siamo abituati a comprare mele tutte grandi uguali al supermercato.
Ma se si esce dalla serialità industriale, ogni prodotto ha la sua personalità. Il lino ha un po’ di peluria che rimane piegata in fase di stampa, e nel passaggio successivo, il finissaggio, il pelo si alza e lascia dei puntini bianchi perché lì il colore non è arrivato.
È un difetto anche se non esiste soluzione? Ora sono certa di no e sorrido quando leggo su meravigliosi capi di abbigliamento: trattato artigianalmente; irregolarità e usure regalano al prodotto una originale personalità e non sono difetti. La citazione in apertura è di Paolo Marangon, che non ho mai conosciuto, ma ringrazio perché ha dato la risposta più bella al mio dilemma.