Fino a che punto sai mettere in discussione le tue convinzioni o le tue abitudini in fatto di piastrelle? È la domanda che abbiamo posto agli spettatori del talk 'Ti amo piastrella ti odio' durante il Cersaie 2024 dello scorso settembre.
Sul palco, la direttrice Francesca Magni ha dialogato con l'architetta Nicoletta Carbotti, creator del nostro team, che ha fornito tantissimi consigli e ha tenuto delle preziose lezione di stile. Qui sotto un estratto del suo intervento.
La scelta delle piastrelle: perché è un vero design dilemma?
La scelta delle piastrelle rappresenta senza dubbio uno dei design dilemma di qualsiasi ristrutturazione. La ragione è semplice: è un materiale sostanzialmente eterno e capace di condizionare fortemente l’aspetto di una casa.
Interfacciandomi con persone diverse ho constatato l’esistenza tanto dell’indeciso (cosa assolutamente plausibile) quanto dell’inossidabile risoluto. Ci sono infatti persone che possiedono granitiche convinzioni che il più delle volte si sgretolano dopo aver approfondito i temi della casa e dopo aver valutato da vicino le infinite possibilità che il mercato offre.
Uno scontro titanico tra la propria attitudine, l’estetica e quell’idea, fortissima di dover praticare la scelta migliore in assoluto. Che non esiste. Esistono solo scelte personali, talvolta dettate anche dall’esperienza personale o dal modo, anche questo personale di vivere la casa.
Non portiamo tutti le pantofole, molti camminano scalzi, c’è chi è ordinato mentre fa la doccia, c’è chi lava tutto il bagno. C’è chi mangia sul tavolo da pranzo, c’è chi vuole il secondo tavolo piccolo in cucina perché preferisce non sporcare di là. Insomma, ogni esperienza di vita, ogni ricordo ha influenza sulle scelte e non può che essere così. E invece sembra sempre che si vada alla ricerca della piastrella perfetta.
La piastrella perfetta esiste davvero? (Risposta: no)
No, non esiste, non può esistere, È una questione di approccio. Perché noi siamo diversi e abbiamo approcci diversi alle cose. Nel tempo ne ho collezionati diversi che ho raccolto. C’è la richiesta...
pratica: «Architetto, non sopporto di avere troppe fughe da pulire! vorrei piastrelle molto molto grandi e alte fino al soffitto»
esotica: «Le vorrei, colorate, irregolari perché mi ricordano una notte a Tangeri»
horror: «Gli effetti marmo lucidi mi fanno pensare a un cimitero o al macellaio»
feticista: «Toccare questa lastra di marmo come mi fa stare bene!»
freudiano: «Vero che non facciamo il rivestimento alto fino alla porta come a casa di mia madre? Lo trovo di un vecchio!»
curiosa: «Ma davvero esistono anche piastrelle ad effetto tessuto? E si bagnano?»
stanco: «Le vorrei tinta unita e neutre perché sono una persona che si stanca facilmente»
ossessivo: «Per carità assolutamente non irregolari, mi faccia la cortesia: le voglio uguali in tutta la casa»
creativo: «Architetto, le dico subito che vorrei differenziare tutti gli ambienti della casa. Che ne dice di piastrelle diverse in ogni stanza?»
definitivo: «Io le piastrelle non le voglio proprio vedere»
Domande amletiche: formati, texture, fughe
Meglio una piastrella grande formato o una piastrella piccola?
È una questione di fughe, di pulizia, di tema decorativo: se sei per un ambiente vintage punta sui tagli più piccoli. Le grandi lastre hanno invece dalla loro parte la forza evocativa della materia e sono di maggiore impatto.
Piastrella lucida o piastrella opaca?
Opaco non vuol dire poroso, lucido appaga il senso di pulizia ma è una questione di satifying e non accontenta chi odia le ditate. Lucido può svolgere un ruolo determinante relativamente al tema della luce e nell’effetto drammatico di un interno.
Piastrella decorata a rilievo vs piastrella liscia?
Dipende se l'ambiente ha una luce radente o della luce naturale. Il micrococco è una buona alternativa per chi per indole non ama la decorazione spinta ma preferisce i temi a rilievo.
Quanti usi alternativi riesci a immaginare?
Nell'ingresso Nelle case indipendenti, o in quelle che hanno un vestibolo, può esserci l’esigenza di proteggere le pareti. Sono zone di servizio in cui si appoggiano molte cose, si entra con le borse della spesa, ci si cambia le scarpe… Proteggere le pareti può semplificare la pulizia senza rinunciare al decoro. In certe tradizioni, penso a quella spagnola o marocchina, abitualmente gli ingressi sono rivestiti in ceramica. Anche le panche e gli arredi fissi possono essere protetti e rifiniti con le piastrelle. Interessante perché queste soluzioni hanno tanto connotazioni pop quanto retrò o classiche al decoro o al colore del materiale che si adopera.
Come tappeto Una soluzione certamente incontrata nell’esperienza personale e che attinge dalla nostra cultura e storia è quella del tappeto in ceramica che si inserisce all’interno di un pavimento diverso. Un filtro, uno spazio sacrificale, che ci aiuta a gestire il rapporto con l’esterno (e la sporcizia) e a proteggere eventualmente un altro pavimento. Il tappeto è una questione di stile però: nelle mie immagini vi propongo uno stile colorato, pop o eclettico. Se utilizzo invece una grande lastra chiara in cui il decoro è affidato al tipo di materiale evocato dalla lastra stessa, allora sposto il mio stile verso qualcosa ancora di diverso che può diventare classico o nordico.
Come decoro per la scala Decorare l’alzata è un’occasione di decoro che molti sprecano ma che in realtà rappresenta un buon modo di valorizzare un fronte senza caricare le pareti, catturando tutta la luce possibile dall’alto. In questo caso i colori adoperati per il rivestimento dell’alzata sono poi ripresi nell’interno ma non sulla scala che resta chiara.
Analogamente rivestire alzata e pedata è una buona soluzione decorativa che garantisce oltretutto un bel senso di movimento, soprattutto se non si desidera intervenire sulle pareti o quando si vuole offrire un senso di maggiore verticalità. Aggiungo il tema praticità vs decorazione. La pedata protetta non va ritoccata continuamente e si evitano dei battiscopa bruttini.
Come boiserie Apro il tema living con due suggestioni un po’ più di nicchia, una riguarda il tema delle boiserie tanto amate ma anche tanto simili tra loro. Un modo per distinguersi e personalizzare lo spazio può essere quello di adoperare elementi ceramici per definire i campi, i quadranti da lasciare vuoti o completare con motivi decorativi.
Sul caminetto Il secondo riguarda il rivestimento del corpo del caminetto (beh di nicchia perché non abbiamo tutti un camino in casa) ma che riporto come suggestione perché camini, pilastri, elementi verticali spesso ci fanno trovare nell’imbarazzo di come gestirli, di come valorizzarli e pulirli.
Nel living Una soluzione interessante applicabile con grande facilità con le grandi lastre è quella del rivestimento murale alle spalle del divano. Quindi stiamo parlando di superfici decorative ma in verità di protezione dallo sfregamento. Una decorazione alternativa al wallpaper. Penso in particolare ai bnb, alle case al mare, agli spazi di lavoro, in cui sussistono le esigenze di persone diverse e in cui la necessità di pulizia e sanificazione è continua e superiore ad una casa di abitazione.
Come testata del letto Un po’ come per il caso precedente, anche la testa del letto può essere protetta e decorata al contempo. È un tema attuale soprattutto quando penso alle case vacanze e similari: pulizia frequente e gestione delle allergie potenziali spesso non fanno rima con soluzioni d’arredo accattivanti. Ecco che le piastrelle possono effettivamente venirci in aiuto.
In cucina Interessanti anche gli usi che si sono un po’ persi ma fanno parte della nostra tradizione e quindi la cucina in muratura che per esempio ha l’isola ma declinata con un rivestimento ceramico trattato in modo contemporaneo (senza profili e con jollature realizzate dal piastrellista). Le finiture sono talmente tante, così come i colori che la personalizzazione a volte quasi superiore a quella di un mobile acquistato. Di nuovo si tratta di una questione di stile più che di materiale. Inoltre, se il posatore vi supporta nella realizzazione di giunti ben fatti in opera (jollature) il risultato può davvero essere scultoreo e fortemente estetico.
Outdoor su panche, tavolini e complementi Paura che il vento o le forti piogge potino via tutto dal giardino? A volte si può ragionare su arredi fissi adeguatamente rivestiti. Panche e al contempo l’intorno... Penso a piccoli cortili o giardini, piccoli terrazzi dove è possibile operare in questo modo. Tavolini a bordo piscina o semplicemente a corredo di un patio, di un piccolo esterno, di un piccolo tavolo per pranzare che viene regolarmente riposto
Come sottobalcone Infine, una suggestione più esotica e applicabile solo a contesti autonomi: il rivestimento dei balconi nella parte inferiore. Spesso uso un’espressione per gli interni che dice: “progettiamo al meglio i nostri soffitti, perché quando saremo distesi sul divano fisseremo proprio loro”. Ebbene qui il discorso non è troppo diverso e di facile realizzazione.