Ecco le risposte alle domande più frequenti a tema camino.
È vero che non si possono accendere i camini aperti "a fiamma libera"?
Premesso che non si può dare una risposta univoca per tutto il territorio italiano, è vero solo in parte: il divieto, infatti, non è assoluto ed è circoscritto ai Comuni o alle Regioni (come la Lombardia) che, per allinearsi alle Direttive Europee sull’efficienza energetica e sulla tutela dell’ambiente, hanno disposto di non accendere i tradizionali camini aperti a legna caratterizzati da rendimento energetico inferiore al 63% e da emissioni di monossido di carbonio superiori allo 0,5%.
La durata del divieto varia da Comune a Comune e può riguardare periodi di emergenza in cui l’inquinamento atmosferico supera la soglia di legge o limitazioni più estese disposte con ordinanza del sindaco che possono andare dal 15/10 o 1/11 al 31/03 o 15/04, cioè nel periodo di funzionamento degli impianti di riscaldamento.
Vuoi sapere se c’è questo divieto nella tua città? Rivolgiti all’URP (Ufficio Relazioni col Pubblico) del tuo Comune.
Aggiungendo un inserto si risolve il problema?
Certo! Per evitare che un divieto comunale renda inutilizzabile il camino aperto nei mesi più freddi, puoi chiudere il focolare con un ‘inserto’ a pellet o a legna: si tratta di un generatore di calore chiuso da un anta in vetro ceramico che, inserito nel camino esistente senza grandi opere murarie, risolve tutti i difetti funzionali oggetto dei divieti.
Dovrai però risanare la canna fumaria con un nuovo condotto circolare: di ø cm 10 per l’inserto a pellet e di ø cm 18-22 se preferisci quello a legna.
È un peccato chiudere il camino, quali vantaggi mi permette di ottenere?
Il primo è il fatto che l’inserto riqualifica il tuo vecchio focolare, senza alterarne le caratteristiche estetiche e costruttive. Oltre a garantire un perfetto tiraggio e una combustione da 7 a 10 volte più pulita di quella di un focolare aperto, innalza anche i rendimenti termici medi a 75%-90% assicurando risparmi energetici pari al 60-80%: valori che ti consentono di ignorare eventuali divieti di accensione e di poterti godere per tutto l’inverno il tuo nuovo tecno-camino dal look tradizionale.
L’unica differenza? Le fiamme ‘danzeranno’ dietro un vetro.
Non è tutto: se puoi anche prevedere qualche intervento murario, opta per un inserto ad aria canalizzabile, così il tuo camino d’epoca, grazie alle sottili canalizzazioni a parete che trasportano l’aria calda, potrà scaldare più stanze contemporaneamente e garantirti buoni risparmi annui.
Nel Nord Europa si usa inserire la stufa all'interno dei vecchi camini. Da noi è possibile farlo?
Sì, anzi, è la soluzione ideale se hai un irriducibile animo poetico e vuoi recuperare la funzionalità del camino d’epoca e aumentarne la resa termica. Una tendenza di ispirazione anglosassone che da un lato esalta il fascino e lo stile originale del focolare esistente e dall’altro lo trasforma in un efficiente e pulito sistema di riscaldamento, che supera i limiti comunali o regionali imposti dai divieti d’accensione.
Qual è l'identikit della stufa perfetta per il focolare?
Per potersi inserire nel vano del camino, la stufa dev’essere di dimensioni contenute, con altezza tra 80 e 100 cm: le misure compatte consentono anche di lasciare uno spazio libero intorno all’apparecchio, così che l’aria possa circolare liberamente sia all’interno della struttura sia al di fuori di essa.
La stufa sfrutta la canna fumaria esistente: scegli quindi un modello con foro di uscita fumi sul top (non sul retro).
Per garantire alla stufa una combustione corretta e più performante, dev’essere predisposta nella stanza una presa d’aria comunicante con l’esterno e protetta da una griglia: il giusto apporto di ossigeno nell’ambiente assicura così anche il perfetto tiraggio ed evita pericolosi ritorni di fumo. La presa d’aria non serve nel caso di una stufa a camera stagna, che preleva l’aria comburente dall’esterno.